Non sono del tutto d'accordo sulla questione età.
Premesso che ognuno faccia come gli pare e io non sono proprio nessuno per dire cosa è meglio o peggio per una persona, che a 15 anni biologici può essere tranquillamente più matura, adulta o "elevata" di me che ne ho qualcuno in più, porrei un attimo la questione in termini di impatto sulla chimica cerebrale.
Non voglio metterla solo su questo punto, so che molti fattori influiscono su un individuo in età adolescenziale, ma di questo mi sento di poter parlare perché più oggettivo.
Non credo sia un caso se in adolescenza ci siano più tendenze suicide, o più disturbi depressivi ecc, e al di là dei motivi psicologici e simili, la questione ormonale-neurotrasmettitori credo sia piuttosto influente. Nella serotonina ci possono essere forti cali, che causano gli sbalzi di euforia-depressione dei quali parlavo, carenze dopaminergiche, e quanto basta per rendere un adolescente molto sensibile ai postumi di un'esperienza. Una persona più adulta ha modo di resistere agli "scossoni" psichedelici in maniera più salda (sempre parlando a livello recettoriale e intendendo una casistica media, chiaro che c'è chi soccombe a 25 e chi a 14 se ne frega), però mi farei un serio esame di coscienza prima di assumere qualcosa a quell'età.
Potrei consigliare di iniziare con dosaggi bassi, andarci pianino, cercare come dire, di farsi dare spunti dalla sostanza, non di esserne travolti. Il cervello è piuttosto iperattivo a quell'età, gli spunti possono essere più che sufficienti per lavorarci su, direi di andarci cauti e di riflettere sul fatto che si è ancora in formazione, e bisogna stare tanto attenti alla postura, al respiro, alla dieta e al sonno quanto alle sostanze che si ingeriscono più che in ogni altra età, è un periodo delicato di energia che non sa educarsi e accecata dal suo curioso furore rischia di bruciarsi, o di splendere, dipende, ma il rischio c'è.
Forse sarà banale, ma spero non sia presa in senso meramente morale: davvero, state attenti.
edit: visto che il tema mi interessa particolarmente, anche per motivi autobiografici, vorrei fare un'ulteriore riflessione sull'età, magari un po' off topic.
Credo che la sensazione di necessità di emozioni forti, di scariche, e l'essere più o meno incoscienti dei reali danni siano una necessità fisiologica del cervello in crescita, e reprimerla fa malissimo, poco importa se sia salutare in seguito. I legami neuronali si formano con le nuove esperienze, coi sogni, vedendo e provando cose nuove, e il cervello si espande tanto più quanto queste esperienze sono intense. La nostra evoluzione, come specie, procede anche (soprattutto) grazie a questo.
Il punto è riuscire a nutrirsi di stimoli e di gioie e dolori cercando di rovinare meno possibile il substrato, il corpo. Se la salute si tiene, quando si avrà più esperienza si saprà molto meglio cosa farne, e non ce ne si pentirà, credo. O ce ne si pentirà, ma ci si pente sempre di qualcosa quando si cresce, chi se ne importa, il punto è che è prezioso, il corpo, accoglie, consola, e una chimica cerebrale illesa e pulita può essere un grande aiuto in molti, molti momenti.
La cosa ha attinenza un po' con tutto, e tocca anche le droghe (per quanto farmacologicamente sicure, come l'LSD), sentivo doverosa farla (un po' maniaco della riduzione del danno?)