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Un bad trip finito a modo suo bene

Ajeje Brazorf

Sale drogué·e
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10 Août 2013
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Vorrei scrivere di un'esperienza avuta pochi giorni fa con i tartufi, un po' perché oggi sto procrastinando e un po' per dare il mio piccolo contributo a questo forum.

Si tratta del mio terzo viaggio in assoluto, al quale sono arrivato per gradi come qualità dei tartufi e dosaggi.
Questa volta la ricetta prevedeva 20 grammi di psilocibe atlantis, un comodo bilocale che si affacciava su una rotonda con in fondo il campanile di Westerkerk, uno stomaco vuoto e un sitter esperto.

I precedenti due viaggi sono stati un ottimo biglietto da visita, mi hanno fatto capire con toni leggeri cosa possono darmi questi tartufi: profonda introspezione e un differente punto di vista.
Vorrei citare uno dei miei scrittori preferiti, Chuck Palahniuk, per descrivere con un po' di arroganza ma con altrettanta sincerità il perché ho intrapreso questo percorso che è praticamente appena cominciato:
Tutti vogliamo essere l'obiettivo che sta dietro l'obiettivo che sta dietro l'obiettivo. L'ultima delle storie. La verità.

Ma veniamo al viaggio in questione ;)

Dopo aver masticato per bene gli Atlantis ed essermi schifato del loro sapore mi son messo sul divano in modo da vedere per bene tutto quello che accadeva fuori dalla finestra. Ero estremamente rilassato perché a causa di un orario infame dell'aereo non dormivo dal mattino precedente, e quel giorno ormai era tarda sera, inoltre il pomeriggio l'avevo speso a fumare quindi ero davvero cotto a puntino. Sia mentalmente che fisicamente.

Stavo chiaccherando con il mio amico con in sottofondo una playlist dei Muse che trovo molto adatti a questo tipo di esperienze, e mentre aspettavo che la sostanza salisse per bene provavo piacere a descrivergli le varie fasi: gli oggetti che dondolano e respirano, i colori che si accentuano, il senso del tempo che inizia a sfuggire...

Guardo fuori dalla finestra e assisto a uno spettacolo meraviglioso!
La rotonda illuminata dai lampioni, le luci dei negozi e dei locali, i fari delle macchine e delle biciclette... tutto ciò che era luce era come connesso da un filo luminoso e si caricava del colore delle sfumature delle insegne.
La tavolozza dei colori sembrava la stessa de "L'architetto del mondo" di Blake

Voir la pièce jointe 13920

Stranamente invece a guardare dentro casa i colori erano solo più accesi, ma assolutamente non spettacolari, e gli oggetti avevano anche smesso di muoversi e respirare. In ogni caso mi sembrava chiaro che fosse ora di staccare l'ipod dalle casse per passare agli auricolari e di andare nell'altra stanza, sotto alle coperte, per vivere il viaggio che stava per scatenarsi.

All'inizio è stata la cosa più bella ed entusiasmante del mondo: i Queen nelle orecchie davano vita a immagini interiori senza pari. Pura psichedelia. Forme tridimensionali inesistenti che si muovevano e mutavano, che si relazionavano tra loro e che si incastravano come ingranaggi... Voli attraverso l'universo!
A un certo punto è partita "We are the champions", e le sensazioni bellissime provate fino a quel momento si sono moltiplicate all'inverosimile! Mi sembrava fossero passate le ore a godere. La felicità nella sua forma più pura, non riuscivo a provare altro. Quando poi mi sono reso conto che la canzone stava finendo ho realizzato che quelle ore di gioia incontenibile non erano altro che tre minuti. Allora ho realizzato davvero quanto è maestoso il nostro pensiero, e l'unico concetto che mi passava per la testa era che TUTTI dovrebbero fare certe esperienze, che TUTTI dovremmo condividere quanto di bello ci capita nella vita.

La musica continua e il viaggio inizia ad assumere un carattere introspettivo, però inizia a succedere qualcosa di strano. Le immagini che stavo vivendo iniziano a tremare come sotto a un terremoto. All'inizio sono disorientato e non capisco molto bene. Più scendo in profondità nel mio Io e più queste scosse si fanno violente e terrificanti. Inizio ad avere paura, molta paura. Avverto un'energia enorme e mostruosa.
C'è da premettere che sono da sempre una persona molto irrequieta, iperattiva ed estremamente razionale, un convintissimo ateo e materialista. Materialista non nel senso che vivo per indebitarmi per comprarmi il macchinone, quanto nel senso che credo che siamo nati per caso, non c'è nulla di esoterico nell'universo e che una volta morti sarà tutto finito.
Eppure riuscivo a dare un solo nome a quella spropositata quantità di energia: Dio.
Ho avuto paura, mi son scoperto a tremare nel letto e a desiderare di non aver mai preso questi maledetti tartufi. La consapevolezza della dilatazione del tempo mi ha trascinato in una paranoia incredibile. Sentivo che la bestia stava per scatenarsi. Sentivo di essere sull'orlo di un crollo psicotico.
Temevo già di "rimanerci sotto".

Aprivo gli occhi e provavo a tornare alla realtà. A occhi aperti capivo che ero ancora nel letto, ma a quel punto non importava perché era tutto dentro. Parlavo. Dicevo ad alta voce (o almeno credo fosse alta voce) frasi come "sono un coglione" "sono un arrogante" "perché ho voluto sfidare qualcosa di così grosso?", ma anche "devo farcela" "devo essere forte" "la testa è mia e allora posso provare a organizzarla in maniera razionale".

Eppure la curiosità non mi ha abbandonato. In quel momento mi sono ricordato che nell'altra stanza c'era una persona a cui chiedere aiuto qualora fosse stato necessario, perché in uno dei tanti livelli della mente che si manifestano in contemporanea durante un trip io mi vedevo davvero sull'orlo di una scarpata pronto a cadere nella follia, ma in quel momento mi sentivo ancora in equilibrio quindi c'era ancora speranza.

Forte di questa consapevolezza ho deciso di andare più a fondo, di vedere questo "Dio" e la sua potenza.
A questo punto è successa una cosa per me incredibile. Ho riconosciuto questa potenza, e in quel preciso istante mi si è palesato per la prima volta il mio inconscio. Conscio e inconscio si stavano relazionando mentre io ero lì a guardare, ma soprattutto ho scoperto che quella forza bestiale e spaventosa ero io. Era una parte di me.

A questo punto il viaggio ha preso un'altra direzione: forte della scoperta di questa componente esoterica al mio interno ho iniziato a capire davvero cosa significhi interconnessione. E in quest'ottica di fusione con il tutto ho compreso cosa sia la sacralità dell'esistenza. Insomma il viaggio era diventato qualcosa di inspiegabile, perché come saltano i confini e le definizioni il racconto diventa impossibile come lo spiegare i diversi colori a un cieco.
E mi dispiace perché la parte che non riesco a raccontare è stata forse la più eclatante e meritevole di essere condivisa con tutti, specialmente con altri psiconauti.
In contemporanea a queste immagini stavo continuando a scavare dentro di me. L'aver riconosciuto ciò che mi intimoriva però non mi aveva calmato né tranquillizzato. Me la stavo ancora vivendo malissimo. Solo dopo svariati ragionamenti e mille visioni ho compreso la natura della mia irrequietezza. Da troppo tempo avevo incatenato la mia parte più primordiale, che negli anni mi stava avvelenando da dentro.
Solo dopo aver accettato questo fatto la situazione ha preso pian piano a migliorare, e davanti agli occhi mi si è formata l'immagine del Tao, del quale solo ora riconosco la bellezza e la verità.

Voir la pièce jointe 13921

È venuto poi il turno di un sacco di considerazioni sulla mia situazione emotiva attuale e si sono evidenziate delle necessità. Ho capito quali sono, tra quelle che mi circondano, le persone che vibrano alla mia stessa frequenza pur suonando un'altra musica.
Ho riflettuto su quello che mi stava tormentando negli ultimi mesi ossia la fine di una relazione durata cinque anni, e son riuscito a capire che ciò che ora mi manca non è la persona nello specifico ma il concetto di amore tipico di una coppia, che è una cosa meravigliosa.
La cosa strana è che non riuscivo a metter becco in questo flusso di pensieri. Non riuscivo a decidere a cosa pensare né a soffermarmi su questo o quell'aspetto.
Ero un fiume in piena e tutto quello che potevo fare era lasciarmi trasportare dalla corrente.

Pian piano gli effetti della sostanza stavano andando ad esaurirsi. Mi sono alzato e sono andato in bagno. Mi sono come battezzato con l'acqua del lavandino e mi sono osservato attentamente allo specchio. Le mie espressioni mutavano. Sono passato dall'essere un sacco di carne vuoto all'essere Dio a essere il Diavolo.
Ho ammirato la bellezza dell'essere umano e la mostruosità che probabilmente in potenza custodiamo tutti all'interno.
Mi sono sentito completo, rinato, vivo e parte di un mondo incredibile che fa parte di un universo ancor più maestoso ed affascinante.
Ho compreso che la vita è l'arte dell'aggiungere qualcosa a questo mondo.

Mi sono affacciato alla finestra. Stava per albeggiare. La città si stava risvegliando e sotto alla mia finestra, su di una panchina, una coppia di ragazzini si stava baciando. Si stavano amando, ed era bellissimo.
La mente è andata alla famosa poesia di Prevert:

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è la loro ombra soltanto
che trema nella notte
stimolando la rabbia dei passanti
la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
essi sono altrove molto più lontano della notte
molto più in alto del giorno
nell’abbagliante splendore del loro primo amore

Ero stanco ma soddisfatto. In una manciata di ore ho vissuto una girandola di emozioni intensissime e tutte utili.
Ho scoperto cos'è un bad trip, ma sono anche stato in grado di controllarlo grazie alla consapevolezza di non essere solo.
Sono entrato in contatto con una parte di me che nemmeno sapevo esistesse e ho capito che c'è un filo invisibile che lega tutto e tutti. Nulla accade per caso.

Vi ringrazio per la lettura.
 

0rion

Elfe Mécanique
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17 Jan 2014
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Wow, bell'esperienza! Proprio un bad trip finito bene!
 

Ajeje Brazorf

Sale drogué·e
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La cosa più significativa è che le considerazioni più importanti sono arrivate solamente durante il bad trip. Sono stato costretto a passare attraverso una vera e propria violenza mentale per poter imparare qualcosa.

Se tutto il viaggio fosse stato come la prima parte sarebbe stato eccezionale, incredibile, bellissimo ma non mi avrebbe portato a nulla di nuovo. Sarebbe stato puro intrattenimento. Il più bello di sempre che da solo varrebbe il prezzo del biglietto, ma una volta finito sarebbe tornato tutto come prima.

Come nella vita "da sobri" :D la crescita passa attraverso i momenti di difficoltà. Purtroppo.

Sono curiosissimo di sapere cosa mi offrirà il prossimo viaggio.
Il vero problema è che non potendo coltivare funghi a casa e non volendo comprare roba sconosciuta per strada mi tocca ogni volta aspettare di raccogliere i fondi per un weekend in Olanda, che non è proprio una cosa economica.

Brutta vita quella dello studente squattrinato che comunque non vuole chiudersi solo su questa cosa :lol:
 

psyco39

Holofractale de l'hypervérité
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16 Mai 2013
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Bel report complimenti! Brutta bestia il bad trip, se mi capitasse...mah...non so come e cosa farei...comunque tu l'hai gestito e controllato bene! Bravo
 

Crick

Neurotransmetteur
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progressi personali come questi neanche in anni di autoanalisi... complimenti
 

FrankBlack

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La prima volta che assunsi psilocibina in quantità molto limitate avvertì ad un certo punto durante le prime fasi del viaggio una sensazione stranissima di "immensità schiacciante" durata per fortuna solo pochi secondi. Era come percepire una cosa così smisuratamente grande da averne paura. Credo una delle impressioni più strane mai avute finora in vita..!

La tua scelta di affrontare il viaggio sotto le coperte, ipod in mano la trovo un po' limitante. Per me la parte più interessante del viaggio è quella visiva e non quella mentale. Passseggiando tra la natura o in posti non troppo affollati avresti avuto la possibilità di vedere cose "allucinanti" (ahah pessimo gioco di parole, lo so...) che davvero cambiano lo spirito estetico col quale percepiamo la realtà.

Come te, anch'io sono ateo e materialista (nel senso da te descritto) e le sostanze mi interessano poichè identifico quella che viene chiamata anima o spirito col nostro cervello. Questi agenti chimici, operando su di esso, operano sul nostro Io e questo ci apre porte dietro cui si nascondono universi inesplorati.

Infine volevo farti un appunto sulla preparazione all'esperienza. In 5 viaggi ho constatato che il momento migliore per iniziare questo tipo di esperienze è appena svegli e a mente lucida. Sicuramente una condizione fisica e mentale di spossatezza possono influenzare negativamente il viaggio...
 

cav

Elfe Mécanique
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Anche a swim son capitati viaggi così, pieni di alti e bassi. Quando riesci a trasformare il bad in un good trip è una sensazione bellissima, ti senti rinato, felice.

Lo so che i viaggi negativi scavano e fanno male, tanto male.. e ti distruggono, ma cerca sempre di sminuirli e di fregartene. Swim a volte ci "parlava" con loro e li prendeva quasi in giro, devo dire che lo ha aiutato.

Comunque è tutta una questione di mentalità, di come sta la tua mente, di quanto felice sei :)
 

Ajeje Brazorf

Sale drogué·e
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10 Août 2013
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FrankBlack a dit:
La prima volta che assunsi psilocibina in quantità molto limitate avvertì ad un certo punto durante le prime fasi del viaggio una sensazione stranissima di "immensità schiacciante" durata per fortuna solo pochi secondi. Era come percepire una cosa così smisuratamente grande da averne paura. Credo una delle impressioni più strane mai avute finora in vita..!

La tua scelta di affrontare il viaggio sotto le coperte, ipod in mano la trovo un po' limitante. Per me la parte più interessante del viaggio è quella visiva e non quella mentale. Passseggiando tra la natura o in posti non troppo affollati avresti avuto la possibilità di vedere cose "allucinanti" (ahah pessimo gioco di parole, lo so...) che davvero cambiano lo spirito estetico col quale percepiamo la realtà.

Come te, anch'io sono ateo e materialista (nel senso da te descritto) e le sostanze mi interessano poichè identifico quella che viene chiamata anima o spirito col nostro cervello. Questi agenti chimici, operando su di esso, operano sul nostro Io e questo ci apre porte dietro cui si nascondono universi inesplorati.

Infine volevo farti un appunto sulla preparazione all'esperienza. In 5 viaggi ho constatato che il momento migliore per iniziare questo tipo di esperienze è appena svegli e a mente lucida. Sicuramente una condizione fisica e mentale di spossatezza possono influenzare negativamente il viaggio...

ciao, per il fatto di vivere i viaggi in un nido introverso è perché per ora mi considero davvero all'inizio e volevo rimanere in uno spazio intimo e controllato.
la prossima volta mi piacerebbe proprio provare di giorno all'aperto in mezzo alla natura, che già di mio amo molto. il mio problema però, come scritto precedentemente, è la mia impossibilità a reperire le sostanze e quindi non so quando accadrà di nuovo.

mi sembra che condividiamo un punto di vista molto simile, ossia l'assumere sostanze per sopperire alla nostra mancanza di propensione per la spiritualità.

per la preparazione ho potuto invece farci poco :D in quella situazione mi trovavo e in quella mi son trovato a viaggiare.

di base comunque i tartufi fisicamente mi stroncano. durante il trip il corpo mi si fa pesantissimo e inerte quindi non cred oriuscirei a camminare :D
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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bella! per il prossimo viaggio perché non provare senza musica?! cmq lo hai descitto molto bene!
 

FrankBlack

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Per me la sensazione più negativa è quella che mi si presenta nei luoghi affollati, la confusione mi destabilizza ed ho l'impressione di non riuscire a cogliere le intenzioni di chi mi sta attorno. Anche guardarmi allo specchio mi disturba. Adoro invece l'ultima parte del viaggio e quella subito successiva con un diffuso buon umore che può durarmi fino anche ad una settimana dopo l'assunzione.

Per il body load (effetti fisici indesiderati) devo dire che alle prime assunzioni li pativo parecchio ma appena ci si fa la mano non li si soffre quasi più (a parte se c'è freddo...)
 

Monad

Holofractale de l'hypervérité
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Ahum fratello! Hai avuto un assaggio dell'infinito grazie ai sacri funghi!

E sei riuscito a capire una cosa molto importante...
Ajeje Brazorf a dit:
La cosa più significativa è che le considerazioni più importanti sono arrivate solamente durante il bad trip. Sono stato costretto a passare attraverso una vera e propria violenza mentale per poter imparare qualcosa.

Se tutto il viaggio fosse stato come la prima parte sarebbe stato eccezionale, incredibile, bellissimo ma non mi avrebbe portato a nulla di nuovo. Sarebbe stato puro intrattenimento. Il più bello di sempre che da solo varrebbe il prezzo del biglietto, ma una volta finito sarebbe tornato tutto come prima.

Come nella vita "da sobri" :D la crescita passa attraverso i momenti di difficoltà. Purtroppo.
Il "bad-trip" e' crescita, e' auto-analisi, e' mettersi in discussione! I trip piu' utili e profondi, sono quelli dove il nostro ego viene toccato... Invece che evitarli, affrontateli e buttatevi nelle loro braccia!

Frank: Secondo me quel tipo di setting non e' assolutamente limitante, anzi ti porta inevitabilmente a guardarti dentro e a scoprire tutti i falsi limiti che hai costrutio intorno alla tua idea di "io". Come ha fatto capire Crick, altro che psicoanalisi!
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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Monad a dit:
Il "bad-trip" e' crescita, e' auto-analisi, e' mettersi in discussione! I trip piu' utili e profondi, sono quelli dove il nostro ego viene toccato... Invece che evitarli, affrontateli e buttatevi nelle loro braccia!

dritti nelle fauci della bufera!! :toimonster: :rock:
 

Ajeje Brazorf

Sale drogué·e
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Ma secondo voi, che siete più esperti, il famigerato bad-trip può avere conseguenze che vanno oltre a considerazioni o "rivelazioni scomode" una volta finito il viaggio?

Perché benché sia attrattissimo da queste sostanze e sempre più curioso sono anche costantemente intimorito dal loro potenziale negativo.
Personalmente mi ritengo una persona equilibrata e, benché molto giovane, matura. Però sai mai che c'è qualcosa di latente, che parte quel neurone che non doveva partire...

Ho conosciuto un ragazzo che veniva al liceo con me che dopo la sua prima esperienza si è sciroppato quasi un anno di analisi, e in quell'anno era uno zombie totalmente inadatto a condurre una vita normale. Poi parlando con l'amico che mi ha fatto da sitter mi ha detto che l'ultima volta un suo amico ci è rimasto, e sono anni che si vede che non è più normale. E non un "non normale" nel senso etereo e connesso al divino, ma che si è proprio rincoglionito.

Insomma, sono sia intimorito che attratto. Una sorta di amore/odio. Fatto sta che in merito a questa questione fino ad oggi non ho trovato abbastanza materiale serio per potermi documentare.

Secondo voi la situazione reale qual è? Perché per passare da un bel viaggio a una vita rovinata pare non serva fare molta strada.
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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non so se sto rispondendo alla tua domanda... ci sto pensando da dieci minuti...
credo che tu abbia ragione a preoccuparti; in generale, affrontar le cose senza un minimo di paura è fare le cose da spacconi, senza avere uno scudo, senza pensare su quel che si sta facendo, sentendosi chissà chi...

son storie brutte ca*zo! dal bel viaggio -con o senza sostanze- a rovinarti infatti poco ci vuole... ci si fissa su quel pensiero. ecco, credo che non bisognerebbe mai fissarsi, mai chiudersi, ma essere aperti, nn convincerci su cose che in quel momento pensiamo come assolutamente vere, dovremmo abbandonare le certezze, ma senza cadere nell'oblio del nichilismo, l'unica certezza che dobbiamo avere credo sia quella di vivere bene, col sorriso
 

Ajeje Brazorf

Sale drogué·e
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sul fissarsi hai detto bene. dopo il viaggio che ho raccontato ne è seguito uno un paio di giorni dopo ed ero entrato in un "mind-loop". lì penso di aver capito cosa potesse significare "rimanerci sotto" ed è stato piuttosto brutto. è stato diciamo un altro bad trip sebbene meno intenso sotto ogni punto di vista. quanto stasera torno a casa anzi scrivo pure di questo.

diciamo che mi piacerebbe capire se l'assunzione di sostanze come psilocibina e compagnia bella possa chimicamente far scattare qualcosa in grado di rovinarci per sempre oppure se questo famoso "rimanerci sotto" è "solo" una questione psicologica e quindi recuperabile.
 

Pagan Atheist

Elfe Mécanique
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Ajeje Brazorf a dit:
diciamo che mi piacerebbe capire se l'assunzione di sostanze come psilocibina e compagnia bella possa chimicamente far scattare qualcosa in grado di rovinarci per sempre oppure se questo famoso "rimanerci sotto" è "solo" una questione psicologica e quindi recuperabile.

Conosco tanta gente che ci è "rimasta sotto" senza avere mai assunto alcun tipo di sostanza... Mia zia che non vive per la mania dell'ordine e della pulizia... Un mio caro amico che, tradito dalla propria donna, non riesce a sopportarne il peso... Gli imprenditori del Nord Est che si suicidano per il peso del fallimento... Un conoscente che si è fatto prete per non affrontare la propria omosessualità...

Anch'io, come la maggior parte di noi (quelli con un minimo di buon senso) mi sono posto il problema... Quello che mi fa riflettere è che non mi risulta che durante i riti shamanici la gente rimanesse "intrappolata" nel trip. Sicuramente tutte le precauzioni messe in atto dal cerimoniere di turno avevano proprio questo scopo. Purificarsi attraverso la meditazione e l'alimentazione avevano e hanno ancora l'obiettivo di creare una sorta di barriera di protezione e un'ancora di salvezza. Bisogna lanciarsi nei meandri inesplorati della mente come in una sorta di bungee jumping dopo aver testato mille volte gli elastici e l'imbragatura. Bisogna trasformarsi in moderni shamani o farsi guidare da uno di essi. Fare un piccolo passo alla volta e nello stesso tempo aprirsi e condividere.
La nostra mente è fatta in modo che "sempre" e comunque la nostra visione della realtà è sono una sfaccettatura, un porzione di essa... Rimanerci sotto vuol dire rimanere ingabbiati in una percezione spiacevole e limitante della realtà, rimanere relagati in delle gabbie mentali e non c'è bisogno di assumere delle sostanze per cadere in trappola.
Comunque il principio di cautela deve essere alla base di ogni nostra azione, soprattutto (ma non solo) durante l'uso di psichedelici.
 

FrankBlack

Alpiniste Kundalini
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Non sono un medico e nemmeno un esperto ma posso dirti quello che penso al riguardo perchè anch'io, come te, mi sono posto il problema quando mi sono avvicinato a questo mondo. Innanzitutto ci sono sostanze che fanno più male di altre e sono da evitare per il nostro benessere psico-fisico: cocaina, meth, eroina, mdma, pcp e alcune droghelle sintetiche nuove (il bromo-dragonFLY, per esempio, mi ha scioccato: allucinogeno potentissimo, il suo effetto può durare fino a 30 ore e causare emboli che portano all'amputazione degli arti...). Le prime tre sono sostanze a rischio perchè causano una forte dipendenza e questa si ripercuote negativamente sulla nostra vita (lavoro e affetti) e potrebbero spingerci fino ai margini della società mentre l'md e altre party drugs, provocando forti scompensi chimici nel nostro cervello, vanno assunte con moderazione e lasciando passare abbastanza tempo tra un'esperienza e l'altra (cosa che chi è abituato ad andare in discoteca ogni sabato non riesce a fare). La roba di cui sopra a lungo andare danneggia il corpo e, di conseguenza, anche il nostro cervello.

Con gli psichedelici quali LSD, psilocibina (naturale o di sintesi poco cambia), 2C-C, 25xnBOME e altre meno conosciute e usate (salvia divinorum, cacti, DOx, semi di alcune piante) potrebbero invece segnarci a vita anche dopo un solo utilizzo se si è predisposti. Chi soffre o ha sofferto di disturbi mentali o ha precedenti gravi in famiglia non dovrebbe, di regola, avvicinarcisi anche se ci sono stati casi documentati in cui terapie con dosi ridotte di LSD o psilocibina hanno portato a cambiamenti positivi. Quello che ne deduco è, quindi, che bisogna tenere un atteggiamento di rispetto verso queste sostanze evitando ogni tipo di abuso ed astenendosi dall'assunzione se il nostro stato psicologico non è stabile (evitare quindi trip a ridosso di avvenimenti traumatici). Un'altra cosa importantissima è quella di mantenere il controllo della situazione. Durante le esperienze gli imprevisti non sono contemplati perchè gettiamo noi stessi in una situazione psicologica molto delicata.

Durante i miei viaggi ho assistito a veri e propri cambi di prospettiva che mi facevano vivere le situazioni sotto una luce diversa permettendomi di dare un'occhiata a me stesso e agli altri con occhi diversi. Se questo da un lato può essere un momento di crescita interiore dall'altro, per alcuni, può essere traumatico e totalizzante ed è per questo che bisogna documentarsi molto bene su effetti a breve e lungo termine prima di buttar giù qualcosa e, al contempo, bisogna mantenersi stetti col dosaggio alle prime assunzioni.

In generale se fai una vita sana (dal punto di vista fisico, psicologico e sociale) e non abusi eccedendo con le quantità e il numero di assunzioni gli psichedelici sono relativamente innocui visto anche che mescalina, LSD e psilocibina non causano danni permanenti al corpo a bassi dosaggi.
 

Mindburn

Alpiniste Kundalini
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Le sostanze psicotrope più sicure sono: Lsd, psilocibina e DMT (dal punto di vista biochimico intendo)... non possono generare danni se usate coscienziosamente da persone sane... al massimo possono "slatentizzare" patologie preesistenti... come del resto anche l'abuso di marjuana può fare... ma se sei una persona sana fisicamente... equilibrata mentalmente... e sei capace di usarle nel modo giusto e nei giusti tempi e modalità... allora possono avere soltanto apporti positivi alla tua vita... bel resoconto e bel viaggio comunque... complimenti! anche io ho avuto esperienze di bad trip... una volta un mio saggio amico mi disse una frase che conservo ancora oggi: "quando assumi uno psicotropo speri sempre di essere condotto in paradiso... ma con il senno di poi capisci che è all'inferno che hai appreso di più su te stesso" ;)
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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proprio ieri quel tamarro di balotteli diceva: "le vittorie più sofferte sono quelle più belle"
 
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