ogni uomo può dire con la vita "ho fatto storia a me stesso"
Molto bella questa frase. Invece non sono sicuro del fatto che tutti gli uomini siano portati ad essere spirituali, per esempio non direi che il fisico o l'ingegnere siano porati ad andare oltre alla materialità solo perché parlano di leggi fisiche. Al massimo si stanno muovendo nel territorio della metafisica, ma non della spiritualità. Ad ogni modo convengo sul fatto che nell'uomo sembra quasi esistere un "istinto a credere". C'è chi sostiene che esistano parti del nostro cervello deputate al senso mistico di adorazione. Ovviamente questo può essere usato sia per dimostrare che dio esiste ("dio ci ha dotati di una mente capace di accedere a Lui"), sia il contrario ("dio non è altro che un fenomeno neurofisiologico"). Concordo con te nel dire che il marxismo sia stato una religione atea. In efetti penso che, anche se apparentemente la società si sta secolarizzando, non sta diventando più atea. Molti abbraciano religioni orientali o strampalati culti new age, altri nascondono la loro necessità di credere in forme più sottili: per esempio, cos'è il complottsmo se non la fede incrollabile nell'esistenza di una cerchia di persone (quasi) onnipotenti, pressocchè invisibili ma che dominano ogni aspetto della nostra quotidianità? Una sorta di divinità malvagia. Meglio credere ad un dio malvagio che non credere affatto. Ma non c'è nulla di spirituale in questo. Dici che tutti gli uomini siano portati alla spiritualità, che siano quindi dotati di un istinto alla spiritualità, io invece dico che esista l'istinto alla fede, intesa qui come la credenza irrazionale in qualcosa di più grande. Solo pochi vanno oltre alla semplice credenza e arricchiscono la fede di vera spiritualità (qualunque cosa questo termine voglia dire). O per dirla in altri termini più gradevoli ad un fedele, la maggior parte delle persone, per quanto portate, per motivi psicologici e sociologici, a credere, non sono dotate di vera Fede, ma solo di semplici credenze e superstizioni.
Il legame della parola con il concetto di "spirito" è un problema, ma credo che semplicemente, ai giorni nostri, sia superato, perché "spiritualità" è solo una parola con cui noi occidentali diamo una definizione di una ricerca che è universale nell'uomo
Per quanto riguarda questa frase, Fractal, come sempre, mostri di pensarla come me. In effetti mi pare che quando si usi il termine spiritualità in molti (non tutti però) semplicemente indichino il desiderio di crescita e cambiamento personale, in direzione di una maggiore (si presume) saggezza: più tolleranza, più comprensione, più serenità. Ma non c'è nulla di prettamente spirituale in questo, per cui veniamo alla mia conclusione: non ha granchè senso parlare di ateismo razionalista ed ateismo spiritualista, visto che la spiritualità di cui stiamo parlando non evade dai territori della razionalità: la si può tradurre tranquillamente in termini psicologici e filosofici. Ma questo vale per me e te, e, penso molte altre persone, ma non è detto sia così per tutti. Mi chiedevo se in effetti, non ci sia qualcuno, qui sul forum, che si definisca ateo ma che non sia disposto a ricondurre la sua spiritualità all'interno di territori razionali. Qui sto discutendo con un materialista (Fractal) ed un credente (man). Mi piacerebbe sentire la campana di qualcuno che si senta davvero un ateo spiritualista, e vedere cosa intende lui per spiritualità ed in che modo questa evada la razionalità materialista. Sull'altro thread Abej ha detto che per lui la spiritualità è passione, ma se me la mette così viene nella mia parrocchia (si fa per dire), perchè la passione può essere tranquillamente considerato un concetto psicologico.