Sn0w: Ormai praticamente tutti gli indigeni usano i soldi, che sia per comprare la benzina per la lancia a motore o per la televisione ultrapiatta o per i libri per i figli che vanno a scuola. La poverta' come la intendiamo noi non e' cosi' comune nell'Amazzonia, e' un ambiente troppo ricco per vivere in miseria. Il "meno fortunato" l'ayahuasca se la fa lui o la beve con lo zio, il nonno o il cugino, oppure paga il prezzo base (molto piu' basso rispetto a quello che di solito viene chiesto a noi gringos).
Riguardo al denaro stiamo dicendo la stessa cosa, non sto mica difendendo il sistema economico attuale.
Ming: Forse l'esempio di Osho era un po' estremo, ma penso che si tenda a mitizzare un po' troppo gli shamani, i guru e i saggi. Bisogna ricordarsi che sono esseri umani come noi, con i loro pregi e difetti (chi piu' e chi meno) e che per seguire un cammino spirituale non bisogna per forza indossare una tunica e vivere di riso e acqua. C'e' chi decide di fare l'eremita e chi nonostante la propria ricerca interiere, decide di rimanere all'interno della nostra societa' (meno male direi). Lo stesso vale per quelli "meno saggi", si puo' fare l'avvocato o il polizziotto e comunque seguire un percorso spirituale di tutto rispetto.
Riguardo ai soldi, e' giusto o no chiederli quando si tratta di spiritualita'? Secondo me si, in particolar modo quando lo si fa nel mondo occidentalizzato. Idealmente, utopicamente non adrebbe fatto e tutti dovremmo correre nudi, liberi e felici, ma le cose non stanno cosi'. Un insegnamento spirituale e una cura psico-spirituale hanno lo stesso valore di una nozione scientifica e di una cura medica, quindi perche' non bisognerebbe pagarle?
E riguardo al prezzo, e' giusto chiedere tanto? Forse. Da un lato chiedere poco significa dare accessibilita' a tutti, senza nessuna distinzione. Da un altro chiedere tanto potrebbe essere un modo per valorizzare i propri insegnamenti e le proprie tecniche.
Un bicchierino di ayahuaca costa in media 15 euro. Molto poco rispetto al costo della cerimonia, ma una cerimonia consiste solamente nel bere un sacramento o ci sono anche altri aspetti da cosiderare? Tralasciando le spese di organizzazione, di viaggio, ecc, soffermiamoci un attimo sui facilitatori/sciamani. Diciamo che ipoteticamente queste persone sanno cosa stanno facendo e che sono in grado di tenere una cerimonia al meglio. Qual'e' stato il loro percorso di apprendimento, quant'e' che gli e' costato in tempo e denaro? E' un po' come con l'arte, quando si compra un quadro si pagano anche le ore passate dall'artista in studio a fare bozzetti. Questo non vuol dire che sia giusto chiedere uno sporposito, ma bisogna pero' dar valore al lavoro di una persona. Un dottore chiede piu' soldi di un fruttivendolo, ma perche' chiaramente si e' dovuto fare anni anni di universita' (magari facendo un part time la sera o nei weekend).
Ripeto, non difendo il sistema economico attuale, ma cosi' stanno le cose. Se tutti gli sciamani, santoni e persone illuminate avessero deciso di non farne parte, ora probabilmente saremmo con l'acqua alla gola. Invece cosi' abbiamo la possibilita' di conoscere queste persone e queste culture e creare un nuovo paradigma. Sta a noi figli del razionalismo e del consumismo di apprendere gli insegnamenti degli antichi e di creare un mondo nuovo, una nuova visione. Se ci pensate siamo molto fortunati, ci troviamo in un momento dove l'antico e il moderno, la spiritualita' e la scienza si stanno incontrando.
Qui un simpatico articolo sugli sciamani della Siberia:
shamans do not charge
Blue: Il tuo titolo mi piace, se tutti sono d'accordo lo cambio.
Riguardo a cio' che ha detto Mogoros, non posso che essere d'accordo con lui. Ci sono sicuramente TANTISSIME cose da imparare dagli antichi, ma non bisogna fossilizzarsi. Soprattutto quando si descrive la frenologia come una scienza seria
In Amazzonia ci sono stato anche io, ho fatto i rituali, ho fatto le diete, ma dovviamo riscoprire il nostro sciamanesimo e le nostre tecniche mistiche.