I giornalisti venderebbero la madre, la sorelle, le nonne e le nipoti tutte assieme per i loro articoli:
ricordo una cosa del tg 2, dell' estate scorsa:
A roma c'erano stati scazzi e problemi, sfociati in manifestazioni -se non sbaglio - violente.
Ora, quello che accadde di preciso importa poco, comunque se la memoria non mi inganna un ragazzo preso a manganellate aveva riportato danni seri,
e il tg-merda si era recato nei pressi dell' università a rompere i coglioni agli studenti per cacciare interviste:
la camera riprende dei giovani seduti ad un bar, vicino la facoltà.
Il tutto sembrava una ripresa amatoriale, comunque, si avvicinano e la giornalista chiede ad uno dei ragazzi seduti fuori al tavolo di commentare l'episodio:
si alza uno dei ragazzi, come a voler rappresentare anche tutti gli altri parlando per loro, e chiede gentilmente di essere lasciati soli perché non vogliono lasciare alcuna intervista.
Ma i giornalisti insistono, e insistono fino al punto in cui si vedono i ragazzi che si alzano e cacciano via la giornalista e il cameraman.
Poi riprende il servizio con testuali parole:
QUESTO é IL COMPORTAMENTO DI CHI SI DICE AMICO DELLO STUDENTE XY ecc. ecc. bla bla bla...
Ciò che mi ha colpito più di tutto - e immediatamente è stato questo: "chi si dice amico..."
Quei ragazzi erano seduti, non avevano spiccicato parola con la giornalista, se non un VAFFANCULO (ad essere onesti) , nel tentativo di mandarla via.
E la troia mi dice che loro si definiscono amici di quel ragazzo ferito?!
Ma se nemmeno avevano aperto bocca?! La parola "amico" non era nemmeno stata pronunciata. Magari nemmeno lo conoscevano di persona quel ragazzo.
Ora... Riflettete: se ci prendono per il culo, così, davanti, per questioni del genere... "di poco conto"...
Figuratevi per il resto...