Fare comparazioni che diventano una sorta di "classifica" o "competizione" (questo è meglio di quello) è in realtà una delle caratteristiche tipiche del "modus europeo", basato storicamente sulla logica omogeneistica che scoraggia le differenziazioni e nella quale l'unico modo per emergere è quello verticale-gerarchico (questo è meglio di quello).
Le differenziazioni umane e culturali sono plastiche e mutevoli e sono la manifestazione della molteplicità su macroscala. l'Uno si manifesta in varie forme, come chi affetto da personalità multipla (in questo caso non si sa se per sopportare un'eccessiva pena o un'eccessiva gioia), ed ogni personalità ha un'importanza essenziale nell'economia dell'individuo: magari ha una personalità brillante ed una infantile e inviluppata e occlusa, ma in realtà quelle due personalità sono Uno... una gioisce e ha successo per tutti e l'altra fallisce e subisce il dolore per tutti.
Il "modus europeo" secondo me è emerso con le sue qualità per tutti ed adesso fallisce e marcisce per tutti, esaurendo per tutti quell'esperienza.
La forza vitale europea e il suo essere risolutamente rivolti alla materia, dovevano emergere per contrastare l'inerzia degli altri continenti sopiti nei loro riti e nei loro mondi sottili che trascuravano la Materia. Serviva la scossa europea domata e livellata dal tappo della morale semitica. Perché prima che la mordacchia morale di una religione semitica modulasse la forza europea, questa emergeva sempre in modo distruttivo... perché per millenni l'europeo è stato un cultore della Madre, dell'Ascia, del Martello e della Fiamma e quando ogni tanto la filosofia greca e la religione semitica si allentano, l'ascia, la fiamma riemergono e il timore del Padre sfuma via.
Adesso però questa esperienza è già compiuta e l'Europa deve mutare o assimilare altri elementi, affinché evolva in qualcosa di nuovo, altrimenti verrà macinata dall'emergere di altri esperimenti umani della molteplicità (quello cinese, quello indiano, quello panafricano). Non mi stupisce che il modello andino fatichi a comprendere ed apprezzare il senso positivo della marcescenza e dell'olocausto europeo, visto che è un modello ancora legato visceralmente ad un vecchio naturalismo e che il suo blando potere progressivo tende a farli volgere più al passato che al futuro. Al fascino del turbine di un futuro incerto preferiscono la sicurezza dei vecchi riti.
Sicuramente l'elemento naturalistico dovrà emergere (o riemergere) in una nuova fioritura, e magari il modello andino può essere un candidato a guidare questa nuova fioritura dell'umanità... ma per far questo deve aprirsi e acquisire una forza creativa che al momento non dimostra, al contrario di ciò che accade in alcuni distretti della Russia: nelle lande del distretto meridionale, nella valle del Volga e nel distretto degli Urali ci sono i prodromi di un rinascimento legato agli antichissimi riti protoindoeuropei, germogli di una radice tanto profonda che né l'ortodossia né il comunismo hanno saputo estirpare. Anzi: il contatto assiduo con mistici cristiani e turcomongoli gli ha dato una dimensione in più che manca a tutte le culture basicamente sciamaniche che si concentrano sulla navigazione dei mondi occulti, ovvero l'esperienza dell'anima.
Ovviamente le notizie riguardo questo possibile rinascimento sono scarsissime per i non russofoni.
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ps... sì, comunque l'Europa l'ho lasciata anch'io...