Stan A. Wolf
Neurotransmetteur
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A mio parere, la via più vantaggiosa - sotto tutti i punti di vista - per poter poter viaggiare grazie alla dimetiltriptamina è decalcificare la propria ghiandola pineale, svilupparla e far sì che essa ne secerna in quantità adeguate al viaggio.
Al di là della meraviglia che suscita già il solo prendere coscienza del fatto che siamo dotati di un'organo capace di diffondere nel nostro organismo un vero e proprio allucinogeno (anche se parlare di allucinazioni non mi è mai sembrato adeguato dacché la "fantasia", intesa all'occidentale, è un concetto psiconauticamente del tutto improprio), e dei più potenti, i vantaggi di questa tecnica sono abbastanza consistenti se paragonati ad una qualsiasi forma di estrazione o sintetizzazione. Fra i meno nobili (ma, alas, da prendere necessariamente in considerazione) vi sono il costo-zero, la totale mancanza di rischi legali di qualsivoglia natura e il poter dire addio a sbattimenti di ogni tipo sul come e dove poter rimediare le essenze necessarie al processo e sul come portarlo poi correttamente a termine. Da un punto di vista meno materiale la cosa si fa ancora più gioiosa: si può viaggiare potenzialmente in qualsiasi momento, quasi letteralmente a comando, dosando volontariamente l'emissione della molecola in base alle proprie esigenze, per poi tornare in uno stato di coscienza ordinaria nell'arco di pochi minuti interrompendo la secrezione della sostanza. Si evita di ingerire componenti non desiderate presenti naturalmente nelle piante dalle quali potremmo voler estrarre la sostanza (piante che, per quanto relativamente innocue, creano comunque almeno un lieve stato di intossicazione), per non parlare di eventuali derivati sintetici. Senza contare che un corretto sviluppo della pineale sblocca facoltà psichiche impressionanti racchiudendo tale ghiandola una massiccia quantità del nostro potenziale spirituale, in forma latente. Personalmente posso testimoniare che non c'è paragone fra l'assumerla da fonti esterne ed il diventare abili nell'utilizzare quella che produciamo. Il viaggio assume connotati completamente diversi, potrei dire superiori (fermo restando che non è solo questione di viaggio bensì del raggiungimento di vette di una qualità di vita altrimenti solo immaginabili, e nemmeno così facilmente).
Infine, un'adeguato allenamento della propria ghiandola pineale ci predispone ad un'uso estremamente più consapevole e produttivo di sostanze chimicamente simili come Psilocibina e Psilocina, questo per sottolineare come non necessariamente lavorare sulla pineale debba sostituire l'assunzione di enteogeni non presenti nel nostro organismo, ma al contrario possa sublimarne gli effetti in maniera esponenziale.
Ovviamente c'è, come sempre, il risvolto della medaglia. Decalcificare una ghiandola in disuso fin dalla pubertà non è un processo che si può portare a termine in pochi giorni, e prevede una routine meditativa ed uno stile di vita preciso. Personalmente non ritengo questo punto un qualcosa di negativo, tutt'altro, per quanto in tutta umiltà comprendo che potrebbe risultare non particolarmente vantaggioso rispetto ad altri tipi di assunzione. Riflettendoci a fondo è però la stessa identica cosa, semplicemente cambia il piano di lavoro: materiale ed esterno nel caso di un processo di lavorazione chimica di una pianta, interiore e spirituale nel caso di un processo di lavorazione alchemica del proprio essere!
Al di là della meraviglia che suscita già il solo prendere coscienza del fatto che siamo dotati di un'organo capace di diffondere nel nostro organismo un vero e proprio allucinogeno (anche se parlare di allucinazioni non mi è mai sembrato adeguato dacché la "fantasia", intesa all'occidentale, è un concetto psiconauticamente del tutto improprio), e dei più potenti, i vantaggi di questa tecnica sono abbastanza consistenti se paragonati ad una qualsiasi forma di estrazione o sintetizzazione. Fra i meno nobili (ma, alas, da prendere necessariamente in considerazione) vi sono il costo-zero, la totale mancanza di rischi legali di qualsivoglia natura e il poter dire addio a sbattimenti di ogni tipo sul come e dove poter rimediare le essenze necessarie al processo e sul come portarlo poi correttamente a termine. Da un punto di vista meno materiale la cosa si fa ancora più gioiosa: si può viaggiare potenzialmente in qualsiasi momento, quasi letteralmente a comando, dosando volontariamente l'emissione della molecola in base alle proprie esigenze, per poi tornare in uno stato di coscienza ordinaria nell'arco di pochi minuti interrompendo la secrezione della sostanza. Si evita di ingerire componenti non desiderate presenti naturalmente nelle piante dalle quali potremmo voler estrarre la sostanza (piante che, per quanto relativamente innocue, creano comunque almeno un lieve stato di intossicazione), per non parlare di eventuali derivati sintetici. Senza contare che un corretto sviluppo della pineale sblocca facoltà psichiche impressionanti racchiudendo tale ghiandola una massiccia quantità del nostro potenziale spirituale, in forma latente. Personalmente posso testimoniare che non c'è paragone fra l'assumerla da fonti esterne ed il diventare abili nell'utilizzare quella che produciamo. Il viaggio assume connotati completamente diversi, potrei dire superiori (fermo restando che non è solo questione di viaggio bensì del raggiungimento di vette di una qualità di vita altrimenti solo immaginabili, e nemmeno così facilmente).
Infine, un'adeguato allenamento della propria ghiandola pineale ci predispone ad un'uso estremamente più consapevole e produttivo di sostanze chimicamente simili come Psilocibina e Psilocina, questo per sottolineare come non necessariamente lavorare sulla pineale debba sostituire l'assunzione di enteogeni non presenti nel nostro organismo, ma al contrario possa sublimarne gli effetti in maniera esponenziale.
Ovviamente c'è, come sempre, il risvolto della medaglia. Decalcificare una ghiandola in disuso fin dalla pubertà non è un processo che si può portare a termine in pochi giorni, e prevede una routine meditativa ed uno stile di vita preciso. Personalmente non ritengo questo punto un qualcosa di negativo, tutt'altro, per quanto in tutta umiltà comprendo che potrebbe risultare non particolarmente vantaggioso rispetto ad altri tipi di assunzione. Riflettendoci a fondo è però la stessa identica cosa, semplicemente cambia il piano di lavoro: materiale ed esterno nel caso di un processo di lavorazione chimica di una pianta, interiore e spirituale nel caso di un processo di lavorazione alchemica del proprio essere!