Vero...I "rivoluzionari" di adesso li riconosci subito,vestono Prada.
Anche se non mi sento di appartenere a quest'epoca nè in qualsiasi altra epoca,(ma in fin dei conti a tutte le epoche, poichè ognuna inevitabilmente è collegata a quella precedente), per cortesia,no..non toccatemi i sixties.
Sinceramente proprio non me la sento di paragonare i patetici "rivoluzionari" odierni,a quell'inimitabile fermento sociale e culturale di massa, spontaneo eterogeneo,innovativo e complesso che era il '68 e i sixities.
Una generazione vitale ed utopistica che avrebbe vissuto benissimo anche senza pc, tablet,smart phone,e quant'altro il moderno capitalismo getta odiernamente sul mercato,di cui i moderni "rivoluzionari",decisamente più "cinici", sembrano proprio non riuscire farne a meno.
La socialità, i buoni sentimenti e le "good vibrations" hanno lasciato il posto a fredde e ciniche teorie egocentriche, isolati e spesso alienanti raduni pseudomusicali,in posti sperduti sotto un'assordante e monotona musica fredda e ripetitiva,o patetici tentativi di vita comunitaria di cellule o ristretti gruppi di repressi modaioli travestiti da neorivoluzionari.
I sixties era un evento unico ed irripetibile,un cambio generazionale che ha graffiato, molto più creativo e spontaneo di quello attuale di cui sinceramente ignoro proprio l'esistenza,e con cui, a quanto sembra,e per fortuna, non ha nessun tipo di coesione o punto di contatto.
Neppur cercandolo,qualsiasi movimento attuale,credo sarà ricordato ai posteri per la buona musica,nè per le sue utopie,nè per mitici eventi o concerti,nè per le sue precise battaglie o conquiste sociali o per le sue "rivoluzioni psichedeliche",fenomeni unici e tipici che hanno caratterizzato i sixties.
Non raccontiamoci fiabe,lo "sballo" odierno è lo sballo fine a se stesso,servito come un piatto freddo, nudo e crudo,insipido,senza nessuna utopia,cinico e freddo come le discoteche e i rave,lascia indifferenti ed apatici, invece che metter gioia ed illuminare le menti,deprime ed ingrigisce ancora di più questa orribile società.
Generalizzando si può dire tutto e il contrario di tutto, pure che gli anni sessanta erano uguali agli anni delle seconda guerra mondiale o chissacchè,e che gli hippie uguali ai partigiani o ai punk o altre cavolate...no,ognuno fa parte di sè stesso e dell'epoca in cui vive,cosìcchè ogni fenomeno sociale ha una sua autenticità,e in esso, ogni singolo,un mondo a parte,condizionati comunque dal mondo e dall'epoca in cui vive.
In qualsiasi epoca viviamo, facciamo parte del mondo e siamo di questo mondo...e non può essere altrimenti,almenochè tu non viva su Marte.
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