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Glandeuse Pinéale
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- 12/10/12
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Posto qui un'esperienza capitata oramai ad Aprile.
Ero tornato in Italia, per le vacanze pasquali. Incontro un amico, che vedevo poco, e che frequentava l'università vicino a dove i miei avevano la casa. Parliamo del più e del meno, quando mi dice che, per vie traverse, aveva recuperato un pò di DMT. Era da un pò di tempo che bramavo d'incontrare tale sostanza, ma dopo infruttuose ricerche mi ero persino dimenticato del desiderio di provarla.
Mi propone di fumarla
er entrambi era la prima volta. Andiamo a casa sua, assieme ad un'amica, e decidiamo di fumare nel peggiore dei modi: bottiglia di plastica, stagnola bucata con cenere e tabacco alla sommità, dove sta normalmente il tappo e bocchino incastrato in un buco fatto attraverso la bottiglia. Terribile. Il fumo era pesantissimo da trattenere.
In più il pazzo che fumava con me non viveva solo. Aveva due coinquilini e la sua camera era uno spazio di passaggio: morale, chiude a chiave la porta della stanza dove l'altro coinquilino stava dormendo. Quindi fumiamo e tossiamo come dei disperati, che pare ci sia Satana in casa. Quello nell'altra stanza si sveglia e si trova chiuso. Delirio.
Il DMT non ha avuto granchè effetto, ma la cosa peggiore son stati appunto i coinquilini nerd del mio amico, che da veri crociati del "Noi diciamo NO alla droga", ci fanno il terzo grado. Ovviamente non avendo nulla da dimostrare son rimasto calmo e sereno. Perciò ci siamo ripromessi di tentare ancora la settimana dopo, ovvero il giorno prima del mio aereo.
Parte 2
Ci ritroviamo un un bar. Pigliamo la macchina e stavolta niente casa, ci lanciamo nei campi. Porto il ragazzo in un posto isolato, dove nessuno ci può venire a chiedere nulla. Preventivamente ci muniamo di stagnola che, anche se fa un po' brutto vista la somiglianza col metodo usato per l'ero, è comunque valida.
La polvere è giallastro-arancio. La stendo sulla stagnola in una quantità che non so definire, ma ci vado piano. Arrotolo il cannino e scaldo da sotto, abbastanza lontano da permettere alla polvere di cominciare a sciogliersi, divenendo una resina che scorre sul foglio di carta argentata. Aspiro. Trattengo per una decina di secondi.
Espiro. Davanti a me il mondo cambia: la realtà diviene davvero reale: la strada di campagna, farcita di cocci e di scarti di materiale edile diventa tridimensionale...nel senso che la tridimensionalità era un concetto che non conoscevo prima di quel momento. Guardo gli alberi, e questi hanno chele e sono esseri che, se non avessero le radici, seminerebbero il terrore tra l'umanità. Riesco persino a capire quali sono maschi e quali femmine. Mi guardo attorno: vedo il mio amico fumare ed entrare nella dimensione "reale" in cui sono finalmente giunto. Mi guardo attorno e capisco al volo il significato delle forme, senza ragionamenti aggiunti, ma con una conoscenza intrinseca. Capisco il perchè gli occhiali debbano avere una data forma e perchè la natura si presenta così. Il mio amico parla di mandala che compongono la nostra dimensione, creando il mondo come lo vediamo. L'effetto dura una decina di minuti, poi dolcemente scende.
Ricarichiamo. Il viaggio ci gusta. Metto più polvere e riabbocco: ci lanciamo ancora nell'iperspazio, ma stavolta il viaggio è più rilassato.
Ci rendiamo conto che la macchina su cui siamo si muove, ma non è un movimento ne fisico, ne meccanico. E' più come se la macchina, che a quel punto ci sembra quasi una nave spaziale, viaggiasse attraverso strali dimensionali diversi : come se percepissimo che stesse attraversando il tempo. Percepivamo il movimento della Terra sul suo asse.
Eravamo pregni di una super coscienza che ci dava una pace sarebbe potuta durare all'infinito, ne eravamo certi.
Scendiamo dalla macchina e camminiamo. Un airone ci sfreccia di fianco. Cominciamo a parlare dell'origine delle cose, e tutto pare chiaro. Abbiamo intuizioni simultanee. Siamo in pace con noi stessi. Tanto in pace che, risolti i problemi con la mia persona, passo a pensare al mondo, ai miei amici impantanati nello schifo delle relazioni sociali, nei ruoli imposti e nei comportamenti meccanici. Poi dolcemente tutto scende, lasciandomi ricco di qualcosa che alla fine non capisco razionalmente, ma percepisco, non come ricchezza acquisita, ma come qualcosa che si è risvegliato.
La seconda fumata è durata 15 minuti, e si è spenta pian piano lasciandomi pulito ed in pace. Non so definire le quantità, anche se credo di aver seguito il mio istinto, cosa che di solito non sbaglia.
Il Dmt mi è capitato e l'ho accettato: è stata una chiamata vecchio stile, di quelle che non puoi rifiutare.
Ero tornato in Italia, per le vacanze pasquali. Incontro un amico, che vedevo poco, e che frequentava l'università vicino a dove i miei avevano la casa. Parliamo del più e del meno, quando mi dice che, per vie traverse, aveva recuperato un pò di DMT. Era da un pò di tempo che bramavo d'incontrare tale sostanza, ma dopo infruttuose ricerche mi ero persino dimenticato del desiderio di provarla.
Mi propone di fumarla

In più il pazzo che fumava con me non viveva solo. Aveva due coinquilini e la sua camera era uno spazio di passaggio: morale, chiude a chiave la porta della stanza dove l'altro coinquilino stava dormendo. Quindi fumiamo e tossiamo come dei disperati, che pare ci sia Satana in casa. Quello nell'altra stanza si sveglia e si trova chiuso. Delirio.
Il DMT non ha avuto granchè effetto, ma la cosa peggiore son stati appunto i coinquilini nerd del mio amico, che da veri crociati del "Noi diciamo NO alla droga", ci fanno il terzo grado. Ovviamente non avendo nulla da dimostrare son rimasto calmo e sereno. Perciò ci siamo ripromessi di tentare ancora la settimana dopo, ovvero il giorno prima del mio aereo.
Parte 2
Ci ritroviamo un un bar. Pigliamo la macchina e stavolta niente casa, ci lanciamo nei campi. Porto il ragazzo in un posto isolato, dove nessuno ci può venire a chiedere nulla. Preventivamente ci muniamo di stagnola che, anche se fa un po' brutto vista la somiglianza col metodo usato per l'ero, è comunque valida.
La polvere è giallastro-arancio. La stendo sulla stagnola in una quantità che non so definire, ma ci vado piano. Arrotolo il cannino e scaldo da sotto, abbastanza lontano da permettere alla polvere di cominciare a sciogliersi, divenendo una resina che scorre sul foglio di carta argentata. Aspiro. Trattengo per una decina di secondi.
Espiro. Davanti a me il mondo cambia: la realtà diviene davvero reale: la strada di campagna, farcita di cocci e di scarti di materiale edile diventa tridimensionale...nel senso che la tridimensionalità era un concetto che non conoscevo prima di quel momento. Guardo gli alberi, e questi hanno chele e sono esseri che, se non avessero le radici, seminerebbero il terrore tra l'umanità. Riesco persino a capire quali sono maschi e quali femmine. Mi guardo attorno: vedo il mio amico fumare ed entrare nella dimensione "reale" in cui sono finalmente giunto. Mi guardo attorno e capisco al volo il significato delle forme, senza ragionamenti aggiunti, ma con una conoscenza intrinseca. Capisco il perchè gli occhiali debbano avere una data forma e perchè la natura si presenta così. Il mio amico parla di mandala che compongono la nostra dimensione, creando il mondo come lo vediamo. L'effetto dura una decina di minuti, poi dolcemente scende.
Ricarichiamo. Il viaggio ci gusta. Metto più polvere e riabbocco: ci lanciamo ancora nell'iperspazio, ma stavolta il viaggio è più rilassato.
Ci rendiamo conto che la macchina su cui siamo si muove, ma non è un movimento ne fisico, ne meccanico. E' più come se la macchina, che a quel punto ci sembra quasi una nave spaziale, viaggiasse attraverso strali dimensionali diversi : come se percepissimo che stesse attraversando il tempo. Percepivamo il movimento della Terra sul suo asse.
Eravamo pregni di una super coscienza che ci dava una pace sarebbe potuta durare all'infinito, ne eravamo certi.
Scendiamo dalla macchina e camminiamo. Un airone ci sfreccia di fianco. Cominciamo a parlare dell'origine delle cose, e tutto pare chiaro. Abbiamo intuizioni simultanee. Siamo in pace con noi stessi. Tanto in pace che, risolti i problemi con la mia persona, passo a pensare al mondo, ai miei amici impantanati nello schifo delle relazioni sociali, nei ruoli imposti e nei comportamenti meccanici. Poi dolcemente tutto scende, lasciandomi ricco di qualcosa che alla fine non capisco razionalmente, ma percepisco, non come ricchezza acquisita, ma come qualcosa che si è risvegliato.
La seconda fumata è durata 15 minuti, e si è spenta pian piano lasciandomi pulito ed in pace. Non so definire le quantità, anche se credo di aver seguito il mio istinto, cosa che di solito non sbaglia.
Il Dmt mi è capitato e l'ho accettato: è stata una chiamata vecchio stile, di quelle che non puoi rifiutare.