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La missione di Obama Curare le piccole api per salvare l’agricoltura

rango

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La missione di Obama Curare le piccole api per salvare l’agricoltura


Danilo Mainardi, Corriere della Sera • 23 giu 14


La gravità di quanto sta accadendo alle api e agli impollinatori in genere negli Stati Uniti la si capisce dal fatto che è Barak Obama ad intervenire personalmente. La Casa Bianca ha infatti annunciato che allo scopo di arrestare il declino, in atto ormai da alcuni anni, di queste specie, è stata creata un’apposita task force, stanziati consistenti fondi e adottate tutte le misure necessarie. La diminuzione delle api sta infatti mettendo in crisi l’economia alimentare del Nord America dove il 90% delle piante coltivate si fonda sull’impollinazione da parte di questi insetti e 87 delle 115 principali colture alimentari dipendono dal meccanismo di impollinazione animale che, oltre alle api, coinvolge farfalle, uccelli e pipistrelli. È stato calcolato che il valore della produzione agricola made in Usa che dipende dalle api ha un valore annuo di 15 miliardi di dollari.

Una scelta politica chiara e un’iniziativa forte perché del resto è solo investendo risorse, incluse quelle scientifiche e tecnologiche, che si possono affrontare seriamente temi importanti che riguardano non solo l’economia nazionale ma anche il tema ambientale. Alla crisi delle popolazioni delle api infatti sembra concorra una molteplicità di fattori, quali infestazioni di parassiti, perdita di variabilità genetica ed esposizione a pesticidi. Quest’ultima ha senza dubbio un ruolo significativo ed è frutto di un’agricoltura aggressiva ed impattante praticata ormai in tutto il mondo.

L’uso dissennato della chimica è all’origine della moria di api in quanto responsabile di un generale indebolimento fisico che poi a sua volta innesca una minor resistenza agli attacchi parassitari e ad altre malattie che quindi sinergicamente concorrono al declino delle popolazioni. In particolare sotto accusa negli Stati Uniti sono soprattutto i pesticidi cosiddetti «neonicotinoidi» dei quali è nota la pericolosità. Il trattamento con queste sostanze garantisce lunga protezione ai vegetali, ma non è selettivo e risulta fortemente tossico per gli insetti pronubi. La crisi delle api e di tutti gli impollinatori mette a rischio in realtà un’intera comunità naturale ed è un vero allarme ambientale.

Se questi insetti e tutti gli impollinatori scomparissero le conseguenze ecologiche sarebbero difficilmente commisurabili ma comunque ben maggiori di quelle economiche che, come abbiamo visto, sono tutt’altro che trascurabili. Sarebbe un disastro ambientale che metterebbe in crisi buona parte della complessa rete di relazioni che regolano i rapporti tra le diverse specie animali e vegetali. Il che implica intaccare gli equilibri naturali e la struttura delle comunità ecologiche e quindi, in altre parole, compromettere un intero sistema con la propria biodiversità. Il forte intervento del presidente Obama a favore degli impollinatori va nella direzione di salvaguardare insieme economia e ambiente, binomio sempre difficile da declinare in modo congiunto e fonte di permanente conflitto. Sono chiamati in causa infatti sia l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) che il Dipartimento dell’agricoltura, che insieme dovranno operare alla conservazione degli impollinatori e alla ricerca sulle cause del loro declino. Sostiene E. O. Wilson che ogni nazione ha tre patrimoni diversi: quello materiale, quello culturale e quello biologico.

Troppo a lungo la natura è stata solo oggetto di sfruttamento indiscriminato. Ma ora ci sono chiari segni di un diverso atteggiamento dove si inizia a considerare la biodiversità un valore e un bene al pari di altri patrimoni. È una vera rivoluzione culturale, un’acquisizione che il presidente Obama ha fatto propria e che, speriamo, diventi un modello per altre nazioni.
 

illogic

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Speriamo davvero!!!
Ma tanto, non ci renderemo conto della loro importanza fino a che non sarà troppo tardi...
 

rango

Sale drogué·e
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io ho un pò di paura a pensare che gli Stati Uniti stiano creando una task force.......di solito la soluzione che trovano aggrava il problema.

Azzardo un previsione: troveranno un tipo di fertilizzante (a pagamento) da distribuire (obbligatoriamente) a tutti gli agricoltori, che risolverà si il problema della moria di api, e permetterà di continuare ad usare i fertilizzanti e concimi attuali, ma che produrrà problemi ad un altro ecosistema.....troppo pessimista?
Speriamo bene!
 

illogic

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Purtroppo hai ragione, finiamo sempre per fare peggio...
speriamo di no!!!
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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Il richiamo arriva dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) che mercoledì 2 aprile ha pubblicato un comunicato in cui mette in guardia i paesi dell’Unione europea dalle minacce causate agli insetti impollinatori dalla coltivazione intensiva, dall’inquinamento e dalle conseguenze negative del riscaldamento globale. Su 68 specie analizzate, il 24 per cento è a rischio estinzione. Perdere questa ricchezza naturale significherebbe dire addio anche a 22 miliardi di euro, il contributo economico che i bombi, le api e altri insetti “regalano” al settore agricolo ogni anno.

La ricerca condotta dall’Iucn rivela che il 46 per cento delle specie di bombi europei ha registrato un calo della popolazione, il 29 per cento è stabile, mentre solo il 13 per cento delle specie ha una popolazione in aumento.


Di recente l’Unione europea ha messo al bando temporaneamente alcuni pesticidi (neonicotinoidi) considerati responsabili della moria di bombi e di api e sta finanziando ricerche che hanno come scopo quello di individuare con maggiore precisione le cause di questo declino così da poter stilare una classifica delle priorità da affrontare a livello comunitario. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha richiamato gli organi politici e istituzionali chiedendo sforzi maggiori e meglio coordinati per salvare gli insetti impollinatori e, di conseguenza, la biodiversità del continente europeo.

Il richiamo è stato accolto dalle istituzioni europee, dalle organizzazioni internazionali e dalle associazione di apicoltori che da settimane stanno lavorando insieme per dar vita a oasi di biodiversità, riserve di polline e nettare per soddisfare i bisogni alimentari delle api e mantenere alte le loro difese immunitarie.

http://www.lifegate.it/persone/news/salvare-bombi-e-api-lunione-europea-ci-crede
 

BlueFire

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Per lo meno si quali sono i pesticidi che influiscono maggiormente...
Speriamo bene!
 

boboav

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Obama non se lo filano più manco in america con le sue boiate (cercando di non essere volgare).....
 

rango

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non è il futuro, ma è il presente.....................................
Obama non conterà nulla, ma sta attirando l'attenzione dei media americani.

Cina | Impollinazione manuale nello Sichuan

Cina, impollinatori al lavoro al posto delle api


Voir la pièce jointe 14605
Voir la pièce jointe 14607Voir la pièce jointe 14606

Nelle piantagioni dello Sichuan l’impollinazione manuale è il metodo utilizzato per sopperire alla mancanza delle api, causata dall’utilizzo dei pesticidi


Nelle piantagioni dello Sichuan è iniziata la stagione dell’impollinazione, ma le instancabili lavoratrici del cielo sono state annichilite dai pesticidi e, come in un racconto surreale e grottesco, a depositare il polline sugli alberi da frutto sono gli uomini.

In questa zona nel sud ovest della Cina gli abitanti di interi paesi lavorano all’impollinazione manuale delle piante da frutto. La stagione dell’impollinazione manuale dura un paio di settimane, dalla metà alla fine di aprile. Si tratta di un calendario molto serrato: le condizioni meteo e il ciclo di fioritura detta i tempi.
Gli impollinatori più esperti e agili riescono a depositare il polline su tutti i fiori in appena mezz’ora. La loro paga? 80 yuan (9,2 euro) al giorno.

Nello Sichuan le api sono sparite a partire dagli anni Novanta. Che cosa è successo?
Le foreste, habitat naturale delle api sono stata abbattute per far posto ai campi, ma i veri “nemici” delle api sono i pesticidi questo perché la terra coltivabile in Cina sta diventando sempre più inadeguata alle esigenze dei suoi abitanti e i contadini vogliono, dunque, ottimizzare il territorio a disposizione e abbondano nell’utilizzo di prodotti fitosanitari per eliminare gli insetti che minacciano i raccolti.

I cambiamenti in atto nell’economia cinese rendono l’impollinazione manuale sempre più costosa e si rischia lo stallo nelle coltivazioni che adottano questa tecnica. Una soluzione per sostituire gli uomini-ape sarebbe quella di affittare le arnie da parte di apicoltori itineranti, ma, senza una diminuzione dei pesticidi, questo non sarà possibile. Perché l’ecosistema torni prolifico, insomma, c’è bisogno di una controrivoluzione globale.
 

Abej^a G.

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tu peeeensa (si preoccupano dell'eugenetica ma nn si preoccupano dell'ecosistema......)
 
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