JOLLY
Alpiniste Kundalini
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ANTICO EGITTO
Infinite tracce, divenute ormai familiari, restituiscono, più di quanto non avvenga con altre civiltà del passato, un immagine organica e immediata dell'antico Egitto. Eppure questa terra remota permane nel mistero la cui profondità ed ampiezza sono ancora tutte da esplorare. Per quasi due millenni, prima che nel 1822 Juan-Francois Champollion pubblicasse la decifrazione dei geroglifici, chi era affascinato dalle opere di questa cultura scomparsa poteva interpretarle solo sulla base di congetture e ipotesi. Si era in grado di riconoscere le immagini celate nei geroglifici senza tuttavia riuscire a leggerle. Era possibile sorprendersi dell'abilità ingegneristica necessaria alla costruzione di una colossale piramide, senza però cogliere i molteplici livelli di significato racchiusi in un simile edificio. Si potevano esplorare templi e sepolture, ma i loro legami con la religione, la vita e la morte rimanevano mere supposizioni. Si contemplavano statue di creature ibride, restando non di meno all'oscuro della loro reale funzione. Le mummie, rinvenute a migliaia, hanno suscitato un costante interesse, sebbene la loro originaria valenza è stata offuscata dalla credenza secondo la quale la "polvere di mummia", se consumata da un malato, avrebbe avuto poteri curativi. E anche quando cominciarono a circolare informazioni più attendibili, non mancò chi volle continuare a fare orecchi da mercante, credendo all'ebbrezza della leggenda, delle dicerie e delle mezze verità. Speculazioni di questa natura sono sopravvissute fino ai tempi nostri dando vita a un intero corpus di mitologia popolare privo di reali fondamenta. La maledizione del faraone, i poteri profilattici delle piramidi, le origini extraterrestri della cultura egizia sono alcuni dei temi più sfruttati dalla letteratura di massa. "L'egittomania" dell'immaginario collettivo non deve tuttavia adombrare il lavoro (certo meno spettacolare ma tuttavia piu concreto e importante) degli studiosi.
Forse alcuni degli enigmi della sfinge rimarranno insoluti in eterno, ma ogni giornata dedicata allo studio e alla ricerca ci avvicina alla comprensione di una delle civiltà più straordinarie del mondo.
Voir la pièce jointe 16402
Infinite tracce, divenute ormai familiari, restituiscono, più di quanto non avvenga con altre civiltà del passato, un immagine organica e immediata dell'antico Egitto. Eppure questa terra remota permane nel mistero la cui profondità ed ampiezza sono ancora tutte da esplorare. Per quasi due millenni, prima che nel 1822 Juan-Francois Champollion pubblicasse la decifrazione dei geroglifici, chi era affascinato dalle opere di questa cultura scomparsa poteva interpretarle solo sulla base di congetture e ipotesi. Si era in grado di riconoscere le immagini celate nei geroglifici senza tuttavia riuscire a leggerle. Era possibile sorprendersi dell'abilità ingegneristica necessaria alla costruzione di una colossale piramide, senza però cogliere i molteplici livelli di significato racchiusi in un simile edificio. Si potevano esplorare templi e sepolture, ma i loro legami con la religione, la vita e la morte rimanevano mere supposizioni. Si contemplavano statue di creature ibride, restando non di meno all'oscuro della loro reale funzione. Le mummie, rinvenute a migliaia, hanno suscitato un costante interesse, sebbene la loro originaria valenza è stata offuscata dalla credenza secondo la quale la "polvere di mummia", se consumata da un malato, avrebbe avuto poteri curativi. E anche quando cominciarono a circolare informazioni più attendibili, non mancò chi volle continuare a fare orecchi da mercante, credendo all'ebbrezza della leggenda, delle dicerie e delle mezze verità. Speculazioni di questa natura sono sopravvissute fino ai tempi nostri dando vita a un intero corpus di mitologia popolare privo di reali fondamenta. La maledizione del faraone, i poteri profilattici delle piramidi, le origini extraterrestri della cultura egizia sono alcuni dei temi più sfruttati dalla letteratura di massa. "L'egittomania" dell'immaginario collettivo non deve tuttavia adombrare il lavoro (certo meno spettacolare ma tuttavia piu concreto e importante) degli studiosi.
Forse alcuni degli enigmi della sfinge rimarranno insoluti in eterno, ma ogni giornata dedicata allo studio e alla ricerca ci avvicina alla comprensione di una delle civiltà più straordinarie del mondo.
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