Premetto che prima di leggere questo thread non ero a conoscenza neanche dell'esistenza delle parole derealizzazione e depersonalizzazione. Mi sono informato e ora so che mi è accaduta la medesima cosa. Ho preso il mio primo (e unico fino ad ora) blotter (160ug) un paio di mesi fa con tre amici. Come dicevo, anch’io ho sperimentato questi due fenomeni ma li ho vissuti come qualcosa di incredibile, non di pauroso o in qualche modo ansiogeno; tutt’altro.All’inizio dell’avventura era come se fossi uno spettatore dinanzi qualcosa che non aveva mai visto, quasi dicessi al mio cervello “Ancora, intrattienimi! Ora che succede?!”. Ho visto anche delle cose molto brutte riguardo i miei tre compari e non, però da quello che ricordo non ho mai vissuto la sensazione di paura; ero come a teatro e rimanevo stupefatto da quello che usciva dalla mia mente. Ho avuto anche io un momento in cui ho cominciato a stare poco bene in quanto uno dei tre mi aveva passato una sua paranoia e di fatto non l’ho vissuto bene. Ma più il tempo passava più cresceva in me la convinzione che il mondo nella sua pienezza fosse una mia emanazione, che la mia mente stesse proiettando la mia interiorità all' esterno. Credevo che fossi io stesso a mettere in bocca le parole ai miei amici, come se ognuno di loro fosse un fantoccio raffigurante una parte del mio inconscio (di fatti ho dovuto chiedere successivamente se la paranoia fosse effettivamente del mio amico oppure mia, e mi è stato confermato fosse sua). Con questa consapevolezza mi ero reso conto di poter plasmare la “realtà”, compresi percezioni e sentimenti, ed è stato fantastico; peccato però che l’abbia scoperto solamente verso la fine del mio viaggio. Inizialmente credevo di non aver nessun controllo ritenendo scissi l’io “reale” e l’io dell’immaginario; in seguito ho realizzato che la mia psiche aveva il controllo e di conseguenza io nella mia interezza, riconoscendo in me stesso una specie di demiurgo. E’ difficile da spiegare e allo stesso tempo può sembrare banale.
Il mio consiglio è di pensare che non ti faresti mai del male, dunque non c’è motivo di temere, anche se so che l’esperienza è molto intima e personale.
Personalmente mi dispiace solamente di aver maturato determinate consapevolezze alla fine del viaggio e di aver lasciato insolute molte questioni.
Spero di poter rispondere a diverse domande al prossimo incontro con l’LSD.
Rimane comunque straordinaria la grandiosa complessità del cervello, potenzialmente infinito nelle sue capacità.