nooberto a dit:
Ajeje, di Pomodoro ho visto una sua scultura a Dublino, mi pare fosse vicino al Trinity College, e ne sono rimasto stupefatto.
Penso, comunque, che tu mia abbia frainteso. Per "estetico" non intendevo la sua definizione comune da dizionario ma il movimento dell'estetismo. Quindi la creazione dell'opera d'arte come pura bellezza e soddisfacimento dell'artista e di chi la contempla.
Il discorso sui soldi... certo, Raffaello non va sminuto per questo, ma sinceramente penso che Raffaello fosse leggermente più bravo di Fontana. Quindi il discorso è questo, perchè attorno ad una corrente artistica che ha una concezione dell'arte così libera tanto da arrivare a dire che ogni cosa può essere un'opera d'arte dovrebbero girare così tanti soldi? Raffaello avrà potuto guadagnare anche un sacco ma la cosa che mi fa incazzare, e che rende il mondo dell'arte, oggi, un mondo corrotto, è che un opera che so fare pure io valga milioni solo perchè porta una determinata firma. L'arte moderna, che sarebbe potuta essere quella che avrebbe cambiato e rivoluzionato l'arte in toto, si è autodistrutta e ridotta a semplice business.
Credo che tu stia facendo un po' di confusione, anche se capisco totalmente il tuo punto di vista.
Innanzitutto già il termine "arte moderna" è un termine ambiguo, perchè c'è una grande confusione sul dove finisce il moderno ed inizi il contemporaneo, il mio professore di fenomenologia dell' arte contemporanea in accademia vuole sentirsi dire che l' arte contemporanea inizia con Braque e i suoi collage, ma secondo me definire contemporaneo qualcosa antecedente pure alla nascita di mio padre lo trovo totalmente demenziale. Quella lì, e tutta l' arte concettuale, arte povera ecc. al massimo la definirei "recente" e definirei contemporaneo qualcosa nato a cavallo del nuovo millennio, come il surrealismo pop, la street art e cose così. Il tutto personalmente.
Poi anche la questione arte = bello detta così è molto opinionabile, credo di capire anche in questo caso a cosa ti riferisci, ma va detto meglio. Pensa agli espressionisti, o per rimanere in ambito CONTEMPORANEO, ai
Canemorto, che sono un collettivo di artisti bolognesi che operano in ambito di street art e sono fra gli artisti che stimo di più attualmente. Definire la loro arte "bella" è difficile se non impossibile, ed è proprio per questo che secondo me è efficace in tempi come i nostri. Io stesso rifletto molto sul valore o la "missione" dell' arte in una società, e qualche settimana fa sono giunto ad una conclusione, che conclusione non è semmai punto di partenza, che "un' arte piacevole in tempi spiacevoli è una menzogna", ma ora questo sarebbe un discorso molto lungo da intraprendere e anche io sono abbastanza combattuto, soprattutto nella dicotomia "società e natura" "chaos e armonia" che sono i punti focali della mia ricerca artistica.
Poi, quella a cui ti riferisci tu mi pare di capire che sia l' arte concettuale, il ready made (la fontana di duchamp), e tutte ste cose qua. Nel tuo discorso però hai trascurato proprio la cosa più importante di questa arte, ovvero il concetto. Non è che uno metteva un' oggetto in una galleria a caso e quella diventava opera d' arte perchè il tizio si chiama Pinco Pallino (sono esistiti anche quelli purtroppo, ora mi viene in mente Luciano Fabro che mi sta sul cazzo da morire, lo considero il classico tipo che si è trovato al posto giusto al momento giusto e ha detto un sacco di supercazzole dall alto del suo piedistallo), dietro ci doveva essere un pensiero. Io quel tipo di arte la definisco più "Filosofia illustrata" che altro, ma vabè.
Cmq sia l' arte va contestualizzata, magari l' arte concettuale o l' arte povera in quel periodo storico potevano pure avere un senso, la ricerca del totalmente altro, il crollo delle certezze dopo due guerre mondiali e l' esplosione della bomba atomica, ecc. ci poteva stare. Il problema inizia ad esserci quando si continuano a venerare quei feticci quando ormai non hanno più nulla da dire. Uno che imita paro paro Burri o Fontana nel 2014 e che viene incitato da pseudocritici di un' altra generazione (e l' ambiente accademico in Italia ne è pieno di questa gente) QUELLO è il male, non l' arte concettuale o povera in sè. Quella ormai è necrofilia o semplice appagamento dell' ego attraverso un sistema che celebra l' artista e i pochi eletti che lo capiscono.
Capirai a 'sto punto che paragonare Raffaello a Fontana lascia il tempo che trova. Che poi pure Fontana non è che ha tagliato solo tele in vita sua, anche prima è stato un ottimo scultore, ha fatto anche cose figurative ed è stato un grande sperimentatore. Per quanto io non sia un grande apprezzatore dell' arte concettuale o di Duchamp, certi Concetti Spaziali di Fontana visti dal vivo mi hanno colpito profondamente, lo ammetto.
Ma appunto, la stagione di quest' arte qui è finita, e per fortuna dico io. E non la devi vedere come un' occasione di rivoluzione persa per colpa del dio denaro e del business, questa è solo la conferma che l' arte non si può rivoluzionare a tavolino, dato che è espressione intima dell' essere umano, e se per 30.000 anni, a partire dalle pitture murarie del neolitico fino a 60 anni fa si è espressa per figurazione, sia questa pittura o scultura (parlo solo di arti visive, sia chiaro), ci sarà una ragione. Noi non abbiamo bisogno di grandi rivoluzioni, noi abbiamo bisogno di trovare le nostre radici e contestualizzarle nei tempi in cui viviamo, per stimolare una presa di coscenza prima che sia troppo tardi.