carton
Matrice Périnatale
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..è un piacere essere qui tra voi. Mi chiamo carton e faccio il contadino da qualche parte sull'appennino. Pur facendo da tempo uso ludico, ma anche introspettivo, della canapa ho sviluppato un forte interesse per la psiconautica solo tre anni or sono. Allora successe che un conoscente, sarebbe meglio chiamarlo benefattore, mi regalò una bustina di funghetti rinsecchiti raccomandandomi di provarli.
Li dimenticai da qualche parte e una domenica mattina d'estate, solo in casa ed esausto dal periodo di lavoro intenso, mi tornò in mente dei funghi e decisi di provarli un po scettico.
Faccio un'abbondante colazione poi peso i funghi. In tutto 5 grammi. Data la mia stazza (110 kg) abbondo e me ne mangio, così tal quali, 2,8 grammi. Avevo sleggiucchiato qualcosa e mi era parso che quella quantità era proprio il minimo. Mi paiono sostanzialmente buoni al gusto. Scendo in campo con la moto per sistemare l'irrigazione e aspetto che salga qualcosa. Lavoro per un po. Niente. Inizio a girare con la moto per le strade di campagna sempre più scettico su queste "nuove droghe" finché un melo antico attrae la mia attenzione. Scendo e mi avvicino per guardare quelle mele, che mi appaiono così perfettamente stagliate in un cielo così meravigliosamente azzurro che sorido tra me e me. Sta succedendo qualcosa. Riparto con la moto e mi fermo nei pressi di una fonte. Un luogo nascosto che io considero un luogo di potere. Isso la moto sul cavalletto al ciglio di una strada assolata e mi dirigo verso il boschetto fitto che protegge al fonte. Entro nella vegetazione. Meraviglia! Un posto magico mi si rivela, fatto di una luce misteriosa, ombra e luce brillante in contemporanea. Godo della visione, dei particolari, delle formiche. Vedo i piani di captazione della luce formati dalle foglie dei castagni. Sento la vita degli alberi. Vedo la mia vita e la vita dei miei amici e mi pare di comprendere ciò che è giusto e ciò che non è in equilibrio. Mi sento a casa, mi sento lucido e visionario. Un terzo occhio mi si è aperto sulla fronte.
Allora assolutamente entusiasta dell'esperienza penso che tutti dovrebbero mangiare i funghi, la mia compagna, i miei figli. Li propongo a tutti i miei amici e tutti che ridono scettici (nel mio ambiente le droghe, sopratutto certe droghe, non vanno molto..) e mi prendono in giro. Solo la mia compagna, incuriosita, prova i funghi restanti e ahimè passa sei ore d'inferno terrorizzata dall'idea di impazzire. Ha cercato di resistere fino allo stremo e io, che non ero abbastanza preparato, non sono stato capace di aiutarla. Allora ho desistito dal fare proseliti e il ricordo di quella meravigliosa shekerata si è fatto piano piano distante.
Insomma, sono passati tre anni e i casi della vita mi hanno tenuto lontano dai cari funghetti. Ma ho sempre avuto la certezza, memore di una domenica luminosa, che prima o poi ci rincontreremo.
Intanto seguo questo forum dove emerge il pregiato spirito della conoscenza e della condivisione, che si batte contro la schiavitù culturale del moderno oscurantismo.
ciao
carton
Li dimenticai da qualche parte e una domenica mattina d'estate, solo in casa ed esausto dal periodo di lavoro intenso, mi tornò in mente dei funghi e decisi di provarli un po scettico.
Faccio un'abbondante colazione poi peso i funghi. In tutto 5 grammi. Data la mia stazza (110 kg) abbondo e me ne mangio, così tal quali, 2,8 grammi. Avevo sleggiucchiato qualcosa e mi era parso che quella quantità era proprio il minimo. Mi paiono sostanzialmente buoni al gusto. Scendo in campo con la moto per sistemare l'irrigazione e aspetto che salga qualcosa. Lavoro per un po. Niente. Inizio a girare con la moto per le strade di campagna sempre più scettico su queste "nuove droghe" finché un melo antico attrae la mia attenzione. Scendo e mi avvicino per guardare quelle mele, che mi appaiono così perfettamente stagliate in un cielo così meravigliosamente azzurro che sorido tra me e me. Sta succedendo qualcosa. Riparto con la moto e mi fermo nei pressi di una fonte. Un luogo nascosto che io considero un luogo di potere. Isso la moto sul cavalletto al ciglio di una strada assolata e mi dirigo verso il boschetto fitto che protegge al fonte. Entro nella vegetazione. Meraviglia! Un posto magico mi si rivela, fatto di una luce misteriosa, ombra e luce brillante in contemporanea. Godo della visione, dei particolari, delle formiche. Vedo i piani di captazione della luce formati dalle foglie dei castagni. Sento la vita degli alberi. Vedo la mia vita e la vita dei miei amici e mi pare di comprendere ciò che è giusto e ciò che non è in equilibrio. Mi sento a casa, mi sento lucido e visionario. Un terzo occhio mi si è aperto sulla fronte.
Allora assolutamente entusiasta dell'esperienza penso che tutti dovrebbero mangiare i funghi, la mia compagna, i miei figli. Li propongo a tutti i miei amici e tutti che ridono scettici (nel mio ambiente le droghe, sopratutto certe droghe, non vanno molto..) e mi prendono in giro. Solo la mia compagna, incuriosita, prova i funghi restanti e ahimè passa sei ore d'inferno terrorizzata dall'idea di impazzire. Ha cercato di resistere fino allo stremo e io, che non ero abbastanza preparato, non sono stato capace di aiutarla. Allora ho desistito dal fare proseliti e il ricordo di quella meravigliosa shekerata si è fatto piano piano distante.
Insomma, sono passati tre anni e i casi della vita mi hanno tenuto lontano dai cari funghetti. Ma ho sempre avuto la certezza, memore di una domenica luminosa, che prima o poi ci rincontreremo.
Intanto seguo questo forum dove emerge il pregiato spirito della conoscenza e della condivisione, che si batte contro la schiavitù culturale del moderno oscurantismo.
ciao
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