CrazyFractalHaze
Sale drogué·e
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Dopo aver letto le proprietà della noce moscata, ho provato l' esperienza: anche dopo questa volta rimango dell' idea che ogni sostanza e ogni esperienza possono essere formative.
Ciò che segue è stato scritto prima, durante e a seguito del viaggio.
Dopo aver trirato ulteriormente due noci moscate nel macinacaffè,
verso la polvere in dell' acqua fresca con zucchero e limone.
Il gusto non è dei migliori ma è molto dissetante e rinfrescante.
Sono le 11 esatte: decido di fare una lettura stimolante; e nell' attesa
mi seggo a leggere Freud.
Ogni tanto butto un' occhiata al pc, e controllo l' orario.
Aspetto circa 40 minuti, e non noto nulla di diverso, se non un leggero senso di
leggerezza.
Attendo ancora, stanco mi alzo e macino altra noce moscata che mando giù e torno a leggere.
La lettura si fa più piacevole, e decido di andare a spegnere la tv nella cucina, che mi dava fastidio.
Nell' alttraversare il corridoio buio, inizio ad avvertire un senso più forte di vertigini;
ed una strana confusione mentale.
Torno nella mia stanza, in penombra... Le tende della finestra svolazzano e si gonfiano.
Mi viene un forte senso di nausea, e disgusto, e non so perché; non ne ho idea.
Iniziai a pensare che stava facendo effetto, e sentii il bisogno di chiudermi a chiave dentro.
Preparo un joint non troppo pesante; e mi seggo nuovamente a leggere
ascoltando musica e fumando.
Poco tempo dopo, procedere con la lettura diventa difficile: non riesco a concentrarmi, sono distratto
dalla musica. In quel momento particolare la musica era come un'entità a sé che in quella stanza con me
voleva solo attrarre la mia attenzione.
E c'era riuscita: guardo dinuovo le tende; che si gonfiano...
E i pensieri che feci sono alquanto bizzari sul perché quelle tende continuavano a gonfiarsi.
Dentro me cresce un senso di inquietudine e estraniamento dal mondo che non avevo mai provato prima.
Mi sento estraneo al mondo, mi sento un intruso. Penso di iniziare a capire che il mondo è solo
un' entità con i suoi equilibri e sistemi, e che io sono un intruso che va eliminato...
Inizio a notare che questi pensieri persistenti mi portano ad un mal di testa strano.
Mi corico sul letto e per un po' continuo ad ascoltare la musica.
Ricordo di aver ascoltato diverse canzoni, dalle quali deduco di essere rimasto per circa 40 minuti
fermo immobile, e assorto nella bellezza delle note.
Ricordo che ogni percezione sensoriale aveva uno "scompartimento" a se, e che se volevo esaminarne uno,
gli altri erano inesistenti. In poche parole, riuscivo solo a concentrarmi su un senso per volta:
l' udito mi tenne impegnato per diverso tempo, e poi fu l' olfatto.
Continuavo a sentire la musica, ma non l' ascoltavo, perché ero stranamente preso dall' odore che emanavo.
Inizio a capire, con difficoltà, che il mio stato è alterato.
Il cuore accelera, e continuano le paranoie...
Sento di aver bisogno di acqua, di bere qualcosa; ma non oso percorrere ancora il corridoio al buio:
ho troppa paura degli scherzi che potrei fare a me stesso.
Intanto continuo a guardarmi attorno... Sono al centro di tutto: vedo gli oggetti che si flettono verso di me,
i libri sugli scaffali, il lampadari, gli ogetti sulle mensole.
Sembra che tutto si sporga verso di me, e tutto sembra che stia per crollare da un momento all' altro.
Il senso della prospettiva è abbastanza strano, e devo cercare di fissare bene l' immagine che ho davanti,
perché anche gli angoli sembrano "sballati": noto che soprattutto le cose più spigolose e aguzze come le
penne si flettono di più.
Non riesco più a stare fermo nel letto, vorrei sparire senza lasciare traccia, senza fare nemmeno sapere della
mia sparizione.
Non ho idea del perché di questo senso brutale di intrusione.
Volevo andare a chiudere le finestre ma guardando il pavimento vedo le mattonelle muoversi e scambiarsi di posto...
Rimango a fissare quella scena incredulo... il senso dell' equilibrio è scarso.
In compenso la nausea mi mangia, e penso che la cena tra poco torni per fare due chiacchiere.
rimango bloccato in piedi e non so che fare: non so se andare a bere qualcosa in cucina o tornare a sedermi.
decido di andare ad aprire la porta e sento i respiri che provengono dalla stanza di mio fratello...
Non so perché ma invece che tornare indietro preferii avventurarmi comunque fino alla cucina...
La poca luce che c'era era riflessa dalle superfici degli oggetti più lucidi, come copertine di libri
e ogetti di vetro, ma niente in quel momento era come doveva essere: stavo camminando e quei riflessi erano
come degli occhi tutt' intorno che mi osservavano.
Inizio letteralmente a tremare, ed il malditesta si fa forte. Decido che voglio combattere queste paranoie e
mi fermo in mezzo al buio a fissare questi occhi.
E fu una sensazione terribile. Capisco che tutto non è reale, ma anche se ne ero consapevole era come essere
in un film in cui dovevo fare necessariamente la mia parte.
Quellla sensazione era orrivile, chisi gli occhi...
Cercai di raggiungere la cucina continuando a sbattere durante il tragitto.
ricordo chiaramente lo stupore che provavo nell' urtare le cose, perché la percezione dello spazio era parecchio
alterata e non mi aspettavo di toccare gli oggetti nel momento in cui accadeva realmente...
Arrivato in cucina mi misi seduto, e accesi la tv...
Rimasi imbambolato per non so quanto tempo davanti dmax senza capire molto di ciò che osservavo.
All' improvviso vedo la maniglia della porta abbassarsi, e muoversi:
terrore puro.
Sento la morte nell' aria.
In realtà era solo mio fratello venuto per bere anche lui.
Riesco a trattenermi per miracolo, ero già con le mani su un coltello.
Rimango da solo, e ho pochi minuti di lucidità mentale, forse dovuti al forte stress dello spavento:
via via questa lucidità va di nuovo scemando, e mi ritrovo dinuovo nel limbo di un sogno al quale risco solo
ad assistere; quasi del tutto impotente.
Il giorno seguente: non ricordo come, ma come è già successo in passato altre volte, mi sono addormentato senza
rendermene conto.
I sogni sono molto vividi. Sogni lucidi, ancora più vivi di quelli che induco normalmente.
La cosa strana è di aver sognato una mia amica, e dei paesaggi giapponesi.
Poco più tardi la chiamo e scopro che il giorno precedente aveva visto un film in cui erano presenti paesaggi simili.
L' esperienza è stata bella.
Pesante, ma bella.
Ciò che segue è stato scritto prima, durante e a seguito del viaggio.
Dopo aver trirato ulteriormente due noci moscate nel macinacaffè,
verso la polvere in dell' acqua fresca con zucchero e limone.
Il gusto non è dei migliori ma è molto dissetante e rinfrescante.
Sono le 11 esatte: decido di fare una lettura stimolante; e nell' attesa
mi seggo a leggere Freud.
Ogni tanto butto un' occhiata al pc, e controllo l' orario.
Aspetto circa 40 minuti, e non noto nulla di diverso, se non un leggero senso di
leggerezza.
Attendo ancora, stanco mi alzo e macino altra noce moscata che mando giù e torno a leggere.
La lettura si fa più piacevole, e decido di andare a spegnere la tv nella cucina, che mi dava fastidio.
Nell' alttraversare il corridoio buio, inizio ad avvertire un senso più forte di vertigini;
ed una strana confusione mentale.
Torno nella mia stanza, in penombra... Le tende della finestra svolazzano e si gonfiano.
Mi viene un forte senso di nausea, e disgusto, e non so perché; non ne ho idea.
Iniziai a pensare che stava facendo effetto, e sentii il bisogno di chiudermi a chiave dentro.
Preparo un joint non troppo pesante; e mi seggo nuovamente a leggere
ascoltando musica e fumando.
Poco tempo dopo, procedere con la lettura diventa difficile: non riesco a concentrarmi, sono distratto
dalla musica. In quel momento particolare la musica era come un'entità a sé che in quella stanza con me
voleva solo attrarre la mia attenzione.
E c'era riuscita: guardo dinuovo le tende; che si gonfiano...
E i pensieri che feci sono alquanto bizzari sul perché quelle tende continuavano a gonfiarsi.
Dentro me cresce un senso di inquietudine e estraniamento dal mondo che non avevo mai provato prima.
Mi sento estraneo al mondo, mi sento un intruso. Penso di iniziare a capire che il mondo è solo
un' entità con i suoi equilibri e sistemi, e che io sono un intruso che va eliminato...
Inizio a notare che questi pensieri persistenti mi portano ad un mal di testa strano.
Mi corico sul letto e per un po' continuo ad ascoltare la musica.
Ricordo di aver ascoltato diverse canzoni, dalle quali deduco di essere rimasto per circa 40 minuti
fermo immobile, e assorto nella bellezza delle note.
Ricordo che ogni percezione sensoriale aveva uno "scompartimento" a se, e che se volevo esaminarne uno,
gli altri erano inesistenti. In poche parole, riuscivo solo a concentrarmi su un senso per volta:
l' udito mi tenne impegnato per diverso tempo, e poi fu l' olfatto.
Continuavo a sentire la musica, ma non l' ascoltavo, perché ero stranamente preso dall' odore che emanavo.
Inizio a capire, con difficoltà, che il mio stato è alterato.
Il cuore accelera, e continuano le paranoie...
Sento di aver bisogno di acqua, di bere qualcosa; ma non oso percorrere ancora il corridoio al buio:
ho troppa paura degli scherzi che potrei fare a me stesso.
Intanto continuo a guardarmi attorno... Sono al centro di tutto: vedo gli oggetti che si flettono verso di me,
i libri sugli scaffali, il lampadari, gli ogetti sulle mensole.
Sembra che tutto si sporga verso di me, e tutto sembra che stia per crollare da un momento all' altro.
Il senso della prospettiva è abbastanza strano, e devo cercare di fissare bene l' immagine che ho davanti,
perché anche gli angoli sembrano "sballati": noto che soprattutto le cose più spigolose e aguzze come le
penne si flettono di più.
Non riesco più a stare fermo nel letto, vorrei sparire senza lasciare traccia, senza fare nemmeno sapere della
mia sparizione.
Non ho idea del perché di questo senso brutale di intrusione.
Volevo andare a chiudere le finestre ma guardando il pavimento vedo le mattonelle muoversi e scambiarsi di posto...
Rimango a fissare quella scena incredulo... il senso dell' equilibrio è scarso.
In compenso la nausea mi mangia, e penso che la cena tra poco torni per fare due chiacchiere.
rimango bloccato in piedi e non so che fare: non so se andare a bere qualcosa in cucina o tornare a sedermi.
decido di andare ad aprire la porta e sento i respiri che provengono dalla stanza di mio fratello...
Non so perché ma invece che tornare indietro preferii avventurarmi comunque fino alla cucina...
La poca luce che c'era era riflessa dalle superfici degli oggetti più lucidi, come copertine di libri
e ogetti di vetro, ma niente in quel momento era come doveva essere: stavo camminando e quei riflessi erano
come degli occhi tutt' intorno che mi osservavano.
Inizio letteralmente a tremare, ed il malditesta si fa forte. Decido che voglio combattere queste paranoie e
mi fermo in mezzo al buio a fissare questi occhi.
E fu una sensazione terribile. Capisco che tutto non è reale, ma anche se ne ero consapevole era come essere
in un film in cui dovevo fare necessariamente la mia parte.
Quellla sensazione era orrivile, chisi gli occhi...
Cercai di raggiungere la cucina continuando a sbattere durante il tragitto.
ricordo chiaramente lo stupore che provavo nell' urtare le cose, perché la percezione dello spazio era parecchio
alterata e non mi aspettavo di toccare gli oggetti nel momento in cui accadeva realmente...
Arrivato in cucina mi misi seduto, e accesi la tv...
Rimasi imbambolato per non so quanto tempo davanti dmax senza capire molto di ciò che osservavo.
All' improvviso vedo la maniglia della porta abbassarsi, e muoversi:
terrore puro.
Sento la morte nell' aria.
In realtà era solo mio fratello venuto per bere anche lui.
Riesco a trattenermi per miracolo, ero già con le mani su un coltello.
Rimango da solo, e ho pochi minuti di lucidità mentale, forse dovuti al forte stress dello spavento:
via via questa lucidità va di nuovo scemando, e mi ritrovo dinuovo nel limbo di un sogno al quale risco solo
ad assistere; quasi del tutto impotente.
Il giorno seguente: non ricordo come, ma come è già successo in passato altre volte, mi sono addormentato senza
rendermene conto.
I sogni sono molto vividi. Sogni lucidi, ancora più vivi di quelli che induco normalmente.
La cosa strana è di aver sognato una mia amica, e dei paesaggi giapponesi.
Poco più tardi la chiamo e scopro che il giorno precedente aveva visto un film in cui erano presenti paesaggi simili.
L' esperienza è stata bella.
Pesante, ma bella.