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Sale drogué·e
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Ciao, oggi ho sentito Django, che mi ha raccontato di un'esperienza avuta qualche settimana fa, con i tartufi. Che personaggio..........ve la racconto così:
Il Fanciullo e il Satiro
Abbiamo deciso di andare in un luogo che considero magico: una Roccia in mezzo alle colline, considerata luogo di energia, già utilizzata dai druidi per officiare riti di fertilità, e poi “acquisita” dal Cristianesimo come luogo di culto.
Siamo in due, io e il mio amico Satyr, con cui avrò per la prima volta un’esperienza con i tartufi
(psilocybe pajateros, 20 gr). Avevo provato per la prima volta gli atlantis, in terra olandese, con effetti trascurabili, mentre Satyr aveva già avuto diverse esperienze in passato.
Siamo arrivati alla base della montagna, dopo aver lasciato l’auto nei campi e camminato un pò in salita. Sono le 11.00. Dopo la cena della sera prima, non abbiamo toccato cibo.
La giornata è soleggiata, senza nubi e il paesaggio è bellissimo: colline di campi coltivati e boschi, e di fronte a noi la Roccia.
Entriamo nel bosco a fianco della strada, ci sediamo e prendiamo i nostri tartufi (20 gr freschi ciascuno). Io li mastico tutti, lentamente…. dopo 14 ore di digiuno il sapore non è così male come pensavo. Bevo abbondantemente, la giornata si prevede calda e lunga. Satyr invece commenta che il sapore fa abbastanza schifo, e ne prende ¾, tenendo l’ultima parte per dopo.
Ci alziamo e ci incamminiamo un po’ per andare ancora più vicino alla Roccia, e davanti a noi si presenta un campo incolto, con fiori, cavallette ed erba alta. Nessun umano nei paraggi.
E’ mezzogiorno e ci fermiamo nuovamente sotto alcuni alberi, siamo già un po’ stanchi per la salita, e restiamo all’ombra.
Si chiacchiera mentre entrambi pensiamo e diciamo: mah non sembra ci siano questi grandi effetti, è passata mezz’ora..…..e mentre lo diciamo pensiamo anche che si dice sempre così, e poi inizia tutto………………………...................…………………………………………………………………….
Ci alziamo, io improvvisamnete divento molto alto, e ho questa visione dall’alto e più stretta che avevo provato con l’LSD: la sensazione è di essere un’astronauta, che guarda il mondo da un casco.
Anche Satyr avverte gli effetti, e iniziamo a camminare nel prato
wow! Che bellissimi colori! Tutto tende un po’ al viola, e i fiori sembrano avere un alone sfumato intorno
Sono un astronauta, e sto camminando in una nuova valle, sconosciuta, siamo i primi a scoprila!
Ma il mio equilibrio mi abbandona: faccio fatica a camminare diritto, e questa mancanza di equilibrio durerà per tutto il viaggio. Mi giro e guardo Satyr, e lo vedo felice: saltella nell’erba.
Poi mi dice che gli effetti stanno scendendo (ipotesi sbagliata mi dirà poi) e prende l’ultima parte di tartufi a disposizone.
Ci avviciniamo alla Roccia: ora avverto l’effetto salire sempre più forte, come una pulsazione costante. Non c’è nessuno in giro, siamo soli e questo ci rende ancora più sereni e rilassati.
Alla base troviamo alcune piccole grotte, e Satyr vuole andare là: va bene andiamo, in questo momento farei di tutto per far felice il mio compagno di avventure, e anche lui prova questa sensazione.
Ma non c’è sentiero, quindi ci graffiamo un po’ in mezzo ai rovi per arrivare alle grotte. Iniziamo a ridere. Mi appoggio alla parete, chiudo gli occhi e vedo mille forme geometriche, la mia mente continua ad elaborare
Siamo felici
Siamo contenti
Ci sentiamo leggeri
Arriviamo in cima alla Roccia, che panorama incredibile! vallate, natura, nuvole. E’ pura felicità.
Satyr va in giro mentre io decido di stendermi all’ombra, voglio godermi questo momento. Bevo, mi sdraio sopra i gradini della piccola chiesa, eretta alla base della Roccia. Chiudo gli occhi.
Sto bene, mi godo le forme geometriche, i pensieri che corrono veloci, la sensazione di essere qui, nel posto giusto, nel mio corpo, su questa terra, nella natura, con gli altri essere viventi.
Cerco ora di trovare le parole, ma non riesco: è una sensazione che non posso descrivere.
Posso solo provare a riassumerla così:
E’ tutto giusto, è tutto perfetto, sono dove devo essere e tutto è insieme a me.
Guardo l’albero che ho di fronte, è bellissimo, guardo la corteccia e vedo un mondo animato
Guardo l’albero, provo un sentimento di grande amore e lo abbraccio
Che abbraccio meraviglioso! Dolce, accogliente, la pianta sembra quasi stringersi a me. E’ l’abbraccio di un uomo. Mi viene in mente quello dato qualche settimana prima al padre di un mio amico, persona che ormai considero di famiglia. Mi viene da piangere per quello che mi sta trasmettendo
Queste sensazioni contiunano a persistere, ma ora avviene un altro cambiamento:
sono tornato bambino!
Ho le stesse sensazioni di quando si è piccoli
Il corpo non esiste, non ne sento il peso, non sento la fatica
Apro la fontanella e bevo l’acqua che scende: mamma mia che goduria, è come quando, piccoli, finito di giocare nel prato con gli altri bambini, si va a bere e si è felici, non ci sono altri pensieri, non ci sono responsabiltià, non bisogna pensare al futuro, a se stessi, agli altri.
Sono in questa condizione perfetta
Capisco che la vità è anche gioco, no lo sapevo già, ho sempre coltivato il lato giocoso della vita, ma ora ho la conferma che è parte importante del nostro essere su questa Terra.
Mi sdraio di nuovo, e ad occhi chiusi afferro un paletto di ferro che mi sta di fianco, e che delimita gli scalini: la sensazione è che non sia ferro, ma burro, sento che posso piegarlo se davvero voglio, no non è ferro ma è qualcosa di deformabile, il pensiero che ho è che questo ferro si possa davvero deformare se lo voglio. Forse non in questo piano di realtà, ma dove sono ora questo è possibile (questa sensazione mi rimarrà nella testa per i giorni successivi).
Poi apro gli occhi: ma dov’è Satyr? Dove diavolo è finito? Non sarà precipitato da qualche parte?
Mi guardo intorno, ma non c’è. Lo chiamo un paio di volte e non risponde.
Sto per preoccuparmi ma un pensiero mi arriva e dice: Satyr sta bene, non ti preoccupare. Va bene, non lo faccio. Mi rilasso di nuovo, poi guardo a destra e lo vedo mentre scende dalla cima. Arriva verso di me, è felice, lo guardo bene: ha preso le sembianze di un satiro, ha le corna in testa!
I suoi occhi sono delle biglie gialle e nere, e la sua espressione è beata. Anche lui si sente pieno di forze. Volteggia sorridendo, io pure mi sento di muovermi, camminiare.
Sento che se prendessi il volo all’improvviso, trasformandomi in uccello, non ci sarebbe niente di strano.
Mi immagino anche come un uomo preistorico, in cima a questa Roccia, essere che domina la valle, con l’istinto di sopravvivenza, e con la mente che cerca di comprendere le forze sovrannaturali che si manifestano proprio lì, in alto.
Scendiamo di pochi metri in una piccolo bosco con area pic-nic, e mi butto sulla panchina.
Ora mi sento come parte di una carovana di artisti/musicisti/giocolieri del passato, che gira il mondo, ieri ci siamo esibiti, oggi è il giorno del riposo e della festa.
Continuiamo ad alzarci all’improvviso e a muoverci lì, e mentre mi appoggio ad un ramo, guardo la vallata, poi mi giro e vedo che un ragno mi sta camminando sul braccio. Lo guardo: non ho paura che mi punga, lui non ha paura di me, siamo parte del tutto e non avverrà niente. Sperimento quello che ho letto in altri racconti: gli animali sentono che stai avendo un’esperienza che ti avvicina alla Terra, e non si preoccupano di te.
Ora gli effetti iniziano a diminuire, ma molto lentamente, e ci stiamo godendo la dolce discesa che producono questi tartufi.
Mentre continuiamo a ridere, Satyr vorrebbe accendersi una sigaretta ma l’accendino è esaurito.
Io, che mi ritengo da sempre un bravo fuochista, non perdo tempo e recupero il materiale per accendere il fuoco: paglia e legnetti da sfregare. Mi sembra molto semplice….
Dopo alcune scenette da cabaret desistiamo, è impossibile
Nel mentre si palesa una coppia di escursionisti, diretti alla Roccia. E’ evidente che ci abbiano sentito ridere come due ubriachi, si avvicinano un po’ sospettosi.
Satyr chiede loro se hanno da accendere, e il tizio fa finta di non aver sentito……Satyr insiste, e finalmente riceve risposta: non fumano.
Decidiamo ora di rientrare alla macchina, attraversando di nuovo il campo di erba alta.
Anche ora sento la magia dei tartufi: mi sento come alla fine di una giornata passata a giocare a pallone al parco, con i compagni, parecchio stanco ma di quella stanchezza che ti fa essere felice. Nessun pensiero, nessuna paranoia, nessuna preoccupazione.
Arriviamo alla macchina e finalmente addentiamo i nostri panini. Sono quasi le 17.00.
Addento pane e prosciutto, guardo il prosciutto e la sensazione, pur essendo bellissima (mi gusto ogni boccone) è che ci sia qualcosa che non va nel mangiare carne. La stessa sensazione la prova Satyr (me lo dirà il giorno dopo).
Ora siamo sazi e stanchi, ma felicissimi di aver organizzato tutto questo.
Questa giorno rimarrà nei ricordi come una delle esperienze più belle della mia vita.
Il Fanciullo e il Satiro
Abbiamo deciso di andare in un luogo che considero magico: una Roccia in mezzo alle colline, considerata luogo di energia, già utilizzata dai druidi per officiare riti di fertilità, e poi “acquisita” dal Cristianesimo come luogo di culto.
Siamo in due, io e il mio amico Satyr, con cui avrò per la prima volta un’esperienza con i tartufi
(psilocybe pajateros, 20 gr). Avevo provato per la prima volta gli atlantis, in terra olandese, con effetti trascurabili, mentre Satyr aveva già avuto diverse esperienze in passato.
Siamo arrivati alla base della montagna, dopo aver lasciato l’auto nei campi e camminato un pò in salita. Sono le 11.00. Dopo la cena della sera prima, non abbiamo toccato cibo.
La giornata è soleggiata, senza nubi e il paesaggio è bellissimo: colline di campi coltivati e boschi, e di fronte a noi la Roccia.
Entriamo nel bosco a fianco della strada, ci sediamo e prendiamo i nostri tartufi (20 gr freschi ciascuno). Io li mastico tutti, lentamente…. dopo 14 ore di digiuno il sapore non è così male come pensavo. Bevo abbondantemente, la giornata si prevede calda e lunga. Satyr invece commenta che il sapore fa abbastanza schifo, e ne prende ¾, tenendo l’ultima parte per dopo.
Ci alziamo e ci incamminiamo un po’ per andare ancora più vicino alla Roccia, e davanti a noi si presenta un campo incolto, con fiori, cavallette ed erba alta. Nessun umano nei paraggi.
E’ mezzogiorno e ci fermiamo nuovamente sotto alcuni alberi, siamo già un po’ stanchi per la salita, e restiamo all’ombra.
Si chiacchiera mentre entrambi pensiamo e diciamo: mah non sembra ci siano questi grandi effetti, è passata mezz’ora..…..e mentre lo diciamo pensiamo anche che si dice sempre così, e poi inizia tutto………………………...................…………………………………………………………………….
Ci alziamo, io improvvisamnete divento molto alto, e ho questa visione dall’alto e più stretta che avevo provato con l’LSD: la sensazione è di essere un’astronauta, che guarda il mondo da un casco.
Anche Satyr avverte gli effetti, e iniziamo a camminare nel prato
wow! Che bellissimi colori! Tutto tende un po’ al viola, e i fiori sembrano avere un alone sfumato intorno
Sono un astronauta, e sto camminando in una nuova valle, sconosciuta, siamo i primi a scoprila!
Ma il mio equilibrio mi abbandona: faccio fatica a camminare diritto, e questa mancanza di equilibrio durerà per tutto il viaggio. Mi giro e guardo Satyr, e lo vedo felice: saltella nell’erba.
Poi mi dice che gli effetti stanno scendendo (ipotesi sbagliata mi dirà poi) e prende l’ultima parte di tartufi a disposizone.
Ci avviciniamo alla Roccia: ora avverto l’effetto salire sempre più forte, come una pulsazione costante. Non c’è nessuno in giro, siamo soli e questo ci rende ancora più sereni e rilassati.
Alla base troviamo alcune piccole grotte, e Satyr vuole andare là: va bene andiamo, in questo momento farei di tutto per far felice il mio compagno di avventure, e anche lui prova questa sensazione.
Ma non c’è sentiero, quindi ci graffiamo un po’ in mezzo ai rovi per arrivare alle grotte. Iniziamo a ridere. Mi appoggio alla parete, chiudo gli occhi e vedo mille forme geometriche, la mia mente continua ad elaborare
Siamo felici
Siamo contenti
Ci sentiamo leggeri
Arriviamo in cima alla Roccia, che panorama incredibile! vallate, natura, nuvole. E’ pura felicità.
Satyr va in giro mentre io decido di stendermi all’ombra, voglio godermi questo momento. Bevo, mi sdraio sopra i gradini della piccola chiesa, eretta alla base della Roccia. Chiudo gli occhi.
Sto bene, mi godo le forme geometriche, i pensieri che corrono veloci, la sensazione di essere qui, nel posto giusto, nel mio corpo, su questa terra, nella natura, con gli altri essere viventi.
Cerco ora di trovare le parole, ma non riesco: è una sensazione che non posso descrivere.
Posso solo provare a riassumerla così:
E’ tutto giusto, è tutto perfetto, sono dove devo essere e tutto è insieme a me.
Guardo l’albero che ho di fronte, è bellissimo, guardo la corteccia e vedo un mondo animato
Guardo l’albero, provo un sentimento di grande amore e lo abbraccio
Che abbraccio meraviglioso! Dolce, accogliente, la pianta sembra quasi stringersi a me. E’ l’abbraccio di un uomo. Mi viene in mente quello dato qualche settimana prima al padre di un mio amico, persona che ormai considero di famiglia. Mi viene da piangere per quello che mi sta trasmettendo
Queste sensazioni contiunano a persistere, ma ora avviene un altro cambiamento:
sono tornato bambino!
Ho le stesse sensazioni di quando si è piccoli
Il corpo non esiste, non ne sento il peso, non sento la fatica
Apro la fontanella e bevo l’acqua che scende: mamma mia che goduria, è come quando, piccoli, finito di giocare nel prato con gli altri bambini, si va a bere e si è felici, non ci sono altri pensieri, non ci sono responsabiltià, non bisogna pensare al futuro, a se stessi, agli altri.
Sono in questa condizione perfetta
Capisco che la vità è anche gioco, no lo sapevo già, ho sempre coltivato il lato giocoso della vita, ma ora ho la conferma che è parte importante del nostro essere su questa Terra.
Mi sdraio di nuovo, e ad occhi chiusi afferro un paletto di ferro che mi sta di fianco, e che delimita gli scalini: la sensazione è che non sia ferro, ma burro, sento che posso piegarlo se davvero voglio, no non è ferro ma è qualcosa di deformabile, il pensiero che ho è che questo ferro si possa davvero deformare se lo voglio. Forse non in questo piano di realtà, ma dove sono ora questo è possibile (questa sensazione mi rimarrà nella testa per i giorni successivi).
Poi apro gli occhi: ma dov’è Satyr? Dove diavolo è finito? Non sarà precipitato da qualche parte?
Mi guardo intorno, ma non c’è. Lo chiamo un paio di volte e non risponde.
Sto per preoccuparmi ma un pensiero mi arriva e dice: Satyr sta bene, non ti preoccupare. Va bene, non lo faccio. Mi rilasso di nuovo, poi guardo a destra e lo vedo mentre scende dalla cima. Arriva verso di me, è felice, lo guardo bene: ha preso le sembianze di un satiro, ha le corna in testa!
I suoi occhi sono delle biglie gialle e nere, e la sua espressione è beata. Anche lui si sente pieno di forze. Volteggia sorridendo, io pure mi sento di muovermi, camminiare.
Sento che se prendessi il volo all’improvviso, trasformandomi in uccello, non ci sarebbe niente di strano.
Mi immagino anche come un uomo preistorico, in cima a questa Roccia, essere che domina la valle, con l’istinto di sopravvivenza, e con la mente che cerca di comprendere le forze sovrannaturali che si manifestano proprio lì, in alto.
Scendiamo di pochi metri in una piccolo bosco con area pic-nic, e mi butto sulla panchina.
Ora mi sento come parte di una carovana di artisti/musicisti/giocolieri del passato, che gira il mondo, ieri ci siamo esibiti, oggi è il giorno del riposo e della festa.
Continuiamo ad alzarci all’improvviso e a muoverci lì, e mentre mi appoggio ad un ramo, guardo la vallata, poi mi giro e vedo che un ragno mi sta camminando sul braccio. Lo guardo: non ho paura che mi punga, lui non ha paura di me, siamo parte del tutto e non avverrà niente. Sperimento quello che ho letto in altri racconti: gli animali sentono che stai avendo un’esperienza che ti avvicina alla Terra, e non si preoccupano di te.
Ora gli effetti iniziano a diminuire, ma molto lentamente, e ci stiamo godendo la dolce discesa che producono questi tartufi.
Mentre continuiamo a ridere, Satyr vorrebbe accendersi una sigaretta ma l’accendino è esaurito.
Io, che mi ritengo da sempre un bravo fuochista, non perdo tempo e recupero il materiale per accendere il fuoco: paglia e legnetti da sfregare. Mi sembra molto semplice….
Dopo alcune scenette da cabaret desistiamo, è impossibile
Nel mentre si palesa una coppia di escursionisti, diretti alla Roccia. E’ evidente che ci abbiano sentito ridere come due ubriachi, si avvicinano un po’ sospettosi.
Satyr chiede loro se hanno da accendere, e il tizio fa finta di non aver sentito……Satyr insiste, e finalmente riceve risposta: non fumano.
Decidiamo ora di rientrare alla macchina, attraversando di nuovo il campo di erba alta.
Anche ora sento la magia dei tartufi: mi sento come alla fine di una giornata passata a giocare a pallone al parco, con i compagni, parecchio stanco ma di quella stanchezza che ti fa essere felice. Nessun pensiero, nessuna paranoia, nessuna preoccupazione.
Arriviamo alla macchina e finalmente addentiamo i nostri panini. Sono quasi le 17.00.
Addento pane e prosciutto, guardo il prosciutto e la sensazione, pur essendo bellissima (mi gusto ogni boccone) è che ci sia qualcosa che non va nel mangiare carne. La stessa sensazione la prova Satyr (me lo dirà il giorno dopo).
Ora siamo sazi e stanchi, ma felicissimi di aver organizzato tutto questo.
Questa giorno rimarrà nei ricordi come una delle esperienze più belle della mia vita.