JOLLY
Alpiniste Kundalini
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Quella che segue è l'esperienza di pre-morte dell'attore Curt Jungers, che ebbe un episodio di "morte clinica" durante un complesso intervento chirurgico per sostituire l'aorta difettosa con un tubo di plastica:
""La sensazione di benessere che provai poco dopo l'iniezione di Pentothal non durò a lungo. Ben presto, la sensazione che la vita stesse scorrendo via emerse dal subconscio. Adesso amo dire che questa sensazione arrivò quando il mio cuore smise di pulsare. Sentire che la vita stava defluendo suscitò possenti sensazioni di paura, volevo aggrapparmi alla vita piu di qualsiasi cosa, eppure mi era impossibile farlo. Ero stato a guardare la grande cupola di vetro della sala operatoria. Questa cupola ora cominciò a cambiare. Improvvisamente divenne di un rosso incandescente. Vidi facce contorte che mi facevano smorfie mentre mi fissavano. Sopraffatto dallo spavento, cercai di lottare per mettermi in piedi e per lottare contro quei pallidi fantasmi che si avvinavano a me.
Poi sembrò che la cupola di vetro si trasformasse in una volta che scendeva lentamente sopra di me. Una pioggia di fuoco stava ora cadendo, ma ben che le gocce fossero enormi, nessuna mi toccava. Si spiaccicarono intorno a me mentre minacciose lingue di fuoco che salivano da esse lambivano tutt'attorno. Non potevo più escludere la spaventosa verità: senza dubbio le facce che dominavano quel mondo infuocato erano le facce dei dannati. Provai una sensazione di disperazione, di essere irrimediabilmente solo e abbandonato. La sensazione di orrore era talmente grande che mi strozzava e avevo la sensazione di soffocare.
Era chiaro che mi trovavo nell'inferno e che le lingue incandescenti di fuoco avrebbero potuto raggiungermi in ogni momento. In questa situazione si materializzò la silhouette scura di una figura umana che iniziò ad avvicinarsi. Sul momento la vidi solo in modo confuso sopra le fiamme e alle nuvole di fumo rossastro, ma ben presto divenne piu chiara: era una donna avvolta in un velo nero, una donna esile dalla bocca senza labbra e aveva un espressione che mi mandò brividi di freddo lungo la schiena. Quando fu davanti a me faccia a faccia, tutto quello che potei vedere erano due buchi neri, vuoti, attraverso i quali la creatura mi stava fissando. La figura tese le braccia verso di me e io, attirato da una forza irresistibile, la seguii. Un respiro gelido mi toccò e arrivai in un mondo che risuonava di flebili lamenti, ben che non vi fosse nessuna persona in vista. Chiesi subito alla figura di dirmi chi fosse e una voce rispose: "Sono La Morte". Io raccolsi tutte le mie forze e pensai: "Non la seguirò piu, perchè io voglio vivere!". Tradii questo pensiero? Comunque, lei si fece piu vicina e appoggiò le mani sul mio petto nudo in modo che potessi tornare a essere sotto la malia della sua forza magnetica. Potevo sentire le sue mani glaciali sulla mia pelle e le orbite dei suoi occhi vuoti che mi fissavano immobili.
Di nuovo concentrai tutti i miei sforzi sul vivere, per poter sfuggire alla morte sotto quelle sembianze femminili. Prima di entrare in sala operatoria avevo abbracciato mia moglie, e ora il fantasma di mia moglie venne a salvarmi dall'inferno e mi riportò a un esistenza terrestre.
Quando Simone, mia moglie, apparve nella scena, la donna con il velo nero se ne andò senza rumore, con uno spaventoso sorriso sulla sua faccia senza labbra. La morte non poteva nulla contro Simone, raggiante di gioventù e di vita. Provai solo freschezza e tenerezza mentre lei mi conduceva per mano lungo il percorso che poco prima era stato sotto l'incantesimo della figura oscura. Piano piano lasciammo dietro di noi il regno spaventoso delle ombre e ci avvicinammo alla grande luce. questa luminosità ci guidò e infine divenne talmente intensa che stava per accecarmi. Dovetti chiudere gli occhi.
Poi improvvisamente un dolore sordo e violento si insinuò minacciando di lacerarmi la cassa toracica. Strinsi convulsamente la mano di Simone sempre piu forte dopo il mio improvviso ritorno alla coscienza. Trovai Simone che sedeva sul mio letto indossando un uniforme bianca da infermiera. Ebbi solo la forza di rivolgerle un debole sorriso. Fu tutto quello che riuscii a fare per pronunciare la parola "Grazie".
Con questa parola conclusi un viaggio pauroso, ma tuttavia affascinante nel mondo dell'aldilà. Non lo dimenticherò mai finchè campo.
""La sensazione di benessere che provai poco dopo l'iniezione di Pentothal non durò a lungo. Ben presto, la sensazione che la vita stesse scorrendo via emerse dal subconscio. Adesso amo dire che questa sensazione arrivò quando il mio cuore smise di pulsare. Sentire che la vita stava defluendo suscitò possenti sensazioni di paura, volevo aggrapparmi alla vita piu di qualsiasi cosa, eppure mi era impossibile farlo. Ero stato a guardare la grande cupola di vetro della sala operatoria. Questa cupola ora cominciò a cambiare. Improvvisamente divenne di un rosso incandescente. Vidi facce contorte che mi facevano smorfie mentre mi fissavano. Sopraffatto dallo spavento, cercai di lottare per mettermi in piedi e per lottare contro quei pallidi fantasmi che si avvinavano a me.
Poi sembrò che la cupola di vetro si trasformasse in una volta che scendeva lentamente sopra di me. Una pioggia di fuoco stava ora cadendo, ma ben che le gocce fossero enormi, nessuna mi toccava. Si spiaccicarono intorno a me mentre minacciose lingue di fuoco che salivano da esse lambivano tutt'attorno. Non potevo più escludere la spaventosa verità: senza dubbio le facce che dominavano quel mondo infuocato erano le facce dei dannati. Provai una sensazione di disperazione, di essere irrimediabilmente solo e abbandonato. La sensazione di orrore era talmente grande che mi strozzava e avevo la sensazione di soffocare.
Era chiaro che mi trovavo nell'inferno e che le lingue incandescenti di fuoco avrebbero potuto raggiungermi in ogni momento. In questa situazione si materializzò la silhouette scura di una figura umana che iniziò ad avvicinarsi. Sul momento la vidi solo in modo confuso sopra le fiamme e alle nuvole di fumo rossastro, ma ben presto divenne piu chiara: era una donna avvolta in un velo nero, una donna esile dalla bocca senza labbra e aveva un espressione che mi mandò brividi di freddo lungo la schiena. Quando fu davanti a me faccia a faccia, tutto quello che potei vedere erano due buchi neri, vuoti, attraverso i quali la creatura mi stava fissando. La figura tese le braccia verso di me e io, attirato da una forza irresistibile, la seguii. Un respiro gelido mi toccò e arrivai in un mondo che risuonava di flebili lamenti, ben che non vi fosse nessuna persona in vista. Chiesi subito alla figura di dirmi chi fosse e una voce rispose: "Sono La Morte". Io raccolsi tutte le mie forze e pensai: "Non la seguirò piu, perchè io voglio vivere!". Tradii questo pensiero? Comunque, lei si fece piu vicina e appoggiò le mani sul mio petto nudo in modo che potessi tornare a essere sotto la malia della sua forza magnetica. Potevo sentire le sue mani glaciali sulla mia pelle e le orbite dei suoi occhi vuoti che mi fissavano immobili.
Di nuovo concentrai tutti i miei sforzi sul vivere, per poter sfuggire alla morte sotto quelle sembianze femminili. Prima di entrare in sala operatoria avevo abbracciato mia moglie, e ora il fantasma di mia moglie venne a salvarmi dall'inferno e mi riportò a un esistenza terrestre.
Quando Simone, mia moglie, apparve nella scena, la donna con il velo nero se ne andò senza rumore, con uno spaventoso sorriso sulla sua faccia senza labbra. La morte non poteva nulla contro Simone, raggiante di gioventù e di vita. Provai solo freschezza e tenerezza mentre lei mi conduceva per mano lungo il percorso che poco prima era stato sotto l'incantesimo della figura oscura. Piano piano lasciammo dietro di noi il regno spaventoso delle ombre e ci avvicinammo alla grande luce. questa luminosità ci guidò e infine divenne talmente intensa che stava per accecarmi. Dovetti chiudere gli occhi.
Poi improvvisamente un dolore sordo e violento si insinuò minacciando di lacerarmi la cassa toracica. Strinsi convulsamente la mano di Simone sempre piu forte dopo il mio improvviso ritorno alla coscienza. Trovai Simone che sedeva sul mio letto indossando un uniforme bianca da infermiera. Ebbi solo la forza di rivolgerle un debole sorriso. Fu tutto quello che riuscii a fare per pronunciare la parola "Grazie".
Con questa parola conclusi un viaggio pauroso, ma tuttavia affascinante nel mondo dell'aldilà. Non lo dimenticherò mai finchè campo.