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Cos'è il tempo?

  • Auteur de la discussion Auteur de la discussion iava
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iava

Matrice Périnatale
Inscrit
26/7/15
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8
Salve a tutti, vi lascio in allegato un mio lavoro sul tempo che ho realizzato per l'esame di maturità. Giorni chiuso in caso a fare ricerche e cercare di semplificare al massimo per rendere il tutto più attraente, scegliendo un mio percorso (perché sul tempo si potrebbe scrivere all'infinito) originale per ottenere semplicemente sbadigli e totale disinteresse dei prof, che volevano sbrigarsi perché era quasi ora di pranzo. speriamo l'università sia un ambiente migliore.
Spero che un tema del genere a voi psiconauti possa appassionare. Ora io capisco bene che tutto ciò che ho scritto non vi può interessare (anche perché è un argomento che, nelle materie che lo richiedono, ne parlo anche in termini tecnici). Però il percorso storico - filosofico è veramente ricco di spunti. Parlo anche del cristianesimo e del messaggio biblico, molto distorto dal pensiero originale che è veramente positivo (ne sono rimasto colpito). E poi della nostra idea di tempo, e una proposta che possa riassumere una quantità di esperienze così disparate.
E poi ho una mappa, realizzata con photoshop e riprodotta su un A0 in copisteria. il problema è ci sono scritti dati sensibili che preferisco non divulgare eheh... Chi è davvero interessato magari mi può scrivere un messaggio !

Il lavoro in allegato è appunto la parte storico-filosofica della mia tesina. Anche teologica, perché storia, tempo e religione sono intrinsecamente connessi.... Anzi, è proprio il tempo la matrice della religione.
 
Come disse un mio amico una volta "Il tempo siamo noi", ma per capire l'implicazione di questa affermazione bisogna aver fatto un percorso e capire cosa hanno detto "davvero" gli Hinduisti, Parmenide, Watts (e moltissimi altri a dire il vero) e un po', se vuoi, che in quella che noi chiamiamo "natura" non esistono nomi, siamo noi umani a dividerla catalogandola (come dice Watts, pensiamo di essere venuti AL mondo, invece di essere venuti DAL mondo ;).

Leggerò la tua tesina, sembra interessante!

Grazie per aver investito il tuo tempo in un modo così interessante!
Gianluca
 
Ciao giangio... Bella, la frase di Watts. E io ti chiedo: ma venire dal mondo può farci paura?
Se venissimo dal mondo, la nostra esperienza di vita si esaurirebbe con la morte, una costante sempre presente nella conduzione della nostra esistenza. D'altronde, diceva Heidegger, noi nasciamo con la consapevolezza di morire. Perciò bisogna importantizzare questo tempo e cogliere le occasioni che abbiamo, realizzare il "progetto" di noi stessi.
Ma siamo capaci di accettare che dopo la morte non ci sia nulla? Ciò implicherebbe che la realtà è caotica e dominata dall'insignificanza, e non c'è un senso altro oltre noi stessi. Sin dagli albori, l'uomo primitivo ha cercato di sfuggire a tale insignificanza cercando di bloccare il tempo, trasferendo l'origine della realtà nel sacro ed elaborando diverse concezioni della storia e dell'io: i greci sostenevando che la storia è u "eterno ritorno", tutto torna uguale e identico, e il nostro spirito migra di corpo in corpo espiando un'antica colpa. Di vita in vita... Fino a diventare di nuovo Dio. Poi Platone ha allacciato la conduzione della vita e del tempo alla moralità, svilendo il proprio aldiquà in funzione di un aldilà intangibile, e Sant'Agostino ha riportato tale concezione nel cristianesimo, tradendo il messaggio biblico, che in realtà invita a realizzare il progetto di Dio in Terra e a cogliere l'attimo perché ogni decisione influisce sul futuro, nella vittoria del Bene sul Male (concezione non biblica, ma manichea, me ne servo giusto per esemplificare...). Tant'è che Gesù annuncia che il Regno di Dio è arrivato, è qui, è fra noi, è "adesso".
E tuttavia, come vedi, tutto sottende alla ricerca di senso, al donare un significato al presente che non ci angosci della fine del Tutto... Perché non siamo capaci di accettarlo. E allora preferiamo dire di essere venuti "al" mondo che "dal" mondo.
 
Nessuno ha ancora capito "cosa è il tempo".
Ma sono abbastanza d'accordo sul fatto che sia "un'illusione umana".
Non è male riguardarselo diverse volte questo video.


[video=youtube;T11oXSPgYec]

Adamantine,ego
 
Azz... l'unica volta che uso la funzione "allega video" e non metto il link non funziona! :mrgreen:

Questo è ciò che sappiamo a livello scientifico sul tempo.
(in pratica non ci abbiamo capito ancora nulla... ma vabboh..)
e carino come documentario...


E per rispondere ad Armageddon come rispondeva un mio amico per raggelare che tirava fuori la parola "compagno"...

<Prego camerata> :mrgreen:

Scena realmente successa su una spiaggia con un tipo che è arrivato a "scroccare canne". mi son piegato da ridere.

Adamantine.ego
 
Video molto bello e interessante, più che altro analizza le conoscenze matematiche sul tempo... Un percorso che avevo considerato nella mia tesina, molto interessante, soprattutto il discorso del passato, presente e futuro, che matematicamente sarebbe lo Spazio-Tempo di Minkowski... Non è difficile da capire. Il bello della relatività è che utilizza solamente l'algebra, quindi anche chi è a digiuno se ha voglia di capire potrebbe rispolverare le sue conoscenze sull'Analisi infinitesimale. Se può suscitare interesse posso anche allegarla, per chi ne mastica di matematica... E' anche vero che in fisica il tempo non esiste, poiché ogni processo può essere reversibile. Ma questo vale nel microcosmo! (principio di Heisenberg)
Lascio un link sul tempo, molto interessante: approfondimento culturale della Rai... Il portale di RAI Cultura dedicato alla filosofia L'intervista a Rovelli è quella relativa all'inesistenza del tempo.
Eppure, io potrei replicarti che un qualche metro temporale insito dentro di noi deve pur esserci... Copio e allego quello che scrissi io

L’intera vita di ogni organismo vivente, semplice o complesso che sia, si svolge in funzione del tempo. Gli esseri viventi sono la sede di un’incessante attività di eventi, allo scopo di conservare la propria identità. Ogni funzione biologica deve essere compiuto entro un certo limite di tempo: la concatenazione delle reazioni fra le cellule non può ammettere ritardi. L’osservazione della materia vivente in funzione del tempo ha evidenziato come tutte le funzioni biologiche presentino un andamento ritmico: cicli di pochi secondi, come la respirazione o il battito del cuore; di alcune ore (il senso della fame); di giorni, mesi, anni. Ogni forma di vita presenta un orologio interno, che organizza le diverse occupazioni dell’organismo nel corso di un preciso arco di tempo. E quali saranno le scale temporali di riferimento dell’uomo? E’ il ciclo circadiano a definirle: la nostra quotidianità si articola in giornate proprio perché le nostre attività si ripetono ogni 24 ore.
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Solitamente, quando si parla di ritmi circadiani si pensa all’alternanza della luce e del buio. In realtà il ritmo sonno/veglia non definisce il ciclo circadiano, ma è una variabile ambientale che lo influenza (una delle più importanti, assieme al cibo). I ritmi biologici sono endogeni e geneticamente determinati. Se noi rimuovessimo qualsiasi input ambientale, ad esempio isolandoci dentro una caverna, noteremmo come il periodo dei ritmi circadiani continuerebbe a persistere, seppure in forme diverse.Chi determina l’organizzazione delle nostre attività è un gruppo di cellule a livello dell’ipotalamo, importantissimo centro di regolazione di diverse funzioni della vita vegetativa e del comportamento legato alla soddisfazione dei bisogni alimentari, degli istinti sessuali e l’espressione delle emozioni.Non è quindi un caso che proprio qui risieda questo gruppo di cellule detto nucleo soprachiasmatico, generatore autonomo dei ritmi circadiani, costituito di neuroni che funzionano da oscillatori, cioè capaci di generare spontaneamente scariche elettriche ogni 24 ore.Abbiamo chiarito come l’alternanza luce/buio non sia causa dei ritmi circadiani: è tuttavia un’informazione esterna importantissima che viene captata da particolari cellule fotosensibili presenti nella retina, che viene poi inviata al nucleo soprachiasmatico, che a sua volta adatta i ritmi biologici del corpo a quelli del susseguirsi giorno/notte. Tali dati hanno ricadute “a cascata” sugli orologi interni degli altri organi, come quelli che governano il cuore e il fegato.



Ti evito il discorso del cortisolo e della melatonina.... Ho estrapolato il pezzo solo per dirti che a livello biologico c'è comunque una scansione ritmica degli eventi. Non nel microcosmo, quindi a livello dell'atomo, dove tutto può essere revertibile, con la conseguenza che non si può accettare la teoria della relatività generale di Einstein.
Oltre che sul piano biologico, anche sul piano esperienziale umano ritroviamo l'idea di freccia del tempo, ovverosia collochiamo tutti i nostri momenti in un ipotetico passato, presente e futuro... Tu sostieni sia "un'allucinazione". Anche Sant'Agostino concorderebbe con te, e tuttavia egli stesso ammette una consistenza soggettiva. Riporto...

Cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so, se voglio spiegare a chi chiede, non lo so.

Sant’ Agostino si domanda se il passato o il futuro esistano davvero. Osservando la fugacità del tempo, egli nega l’esistenza oggettiva dei tre tempi: il presente è un attimo:
se fosse sempre presente, senza tradursi in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità.
E del resto, sono inconsistenti anche il futuro, che non è ancora, e il passato, che non è più. Eppure noi abbiamo percezione del tempo, altrimenti non avvertiremmo il trascorrere del presente, né conserveremmo il ricordo del passato, né immagineremmo il futuro. Il tempo è in sostanza una distentio animae, una “distensione dell’anima”: esso si concreta soltanto nella dimensione soggettiva e interiore umana.
La negazione di un orizzonte temporale entro il quale siamo collocati è difficile da accettare. Quante speranze noi riponiamo in un ipotetico futuro? Accettare di vivere in un presente atemporale comporta una "monotonia", un'eterno ritorno dell'uguale. E Nietzsche direbbe “Se in tutto quel che vuoi fare, cominci con il chiederti: ‘E’ certo che voglio farlo un numero infinito di volte?’, questo sarà il più solido dei centri di gravità.” (da La volontà di potenza)
 
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