Video molto bello e interessante, più che altro analizza le conoscenze matematiche sul tempo... Un percorso che avevo considerato nella mia tesina, molto interessante, soprattutto il discorso del passato, presente e futuro, che matematicamente sarebbe lo Spazio-Tempo di Minkowski... Non è difficile da capire. Il bello della relatività è che utilizza solamente l'algebra, quindi anche chi è a digiuno se ha voglia di capire potrebbe rispolverare le sue conoscenze sull'Analisi infinitesimale. Se può suscitare interesse posso anche allegarla, per chi ne mastica di matematica... E' anche vero che in fisica il tempo non esiste, poiché ogni processo può essere reversibile. Ma questo vale nel microcosmo! (principio di Heisenberg)
Lascio un link sul tempo, molto interessante: approfondimento culturale della Rai...
Il portale di RAI Cultura dedicato alla filosofia L'intervista a Rovelli è quella relativa all'inesistenza del tempo.
Eppure, io potrei replicarti che un qualche metro temporale insito dentro di noi deve pur esserci... Copio e allego quello che scrissi io
L’intera vita di ogni organismo vivente, semplice o complesso che sia, si svolge in funzione del tempo. Gli esseri viventi sono la sede di un’incessante attività di eventi, allo scopo di conservare la propria identità. Ogni funzione biologica deve essere compiuto entro un certo limite di tempo: la concatenazione delle reazioni fra le cellule non può ammettere ritardi. L’osservazione della materia vivente in funzione del tempo ha evidenziato come tutte le funzioni biologiche presentino un andamento ritmico: cicli di pochi secondi, come la respirazione o il battito del cuore; di alcune ore (il senso della fame); di giorni, mesi, anni. Ogni forma di vita presenta un orologio interno, che organizza le diverse occupazioni dell’organismo nel corso di un preciso arco di tempo. E quali saranno le scale temporali di riferimento dell’uomo? E’ il ciclo circadiano a definirle: la nostra quotidianità si articola in giornate proprio perché le nostre attività si ripetono ogni 24 ore.
Solitamente, quando si parla di ritmi circadiani si pensa all’alternanza della luce e del buio. In realtà il ritmo sonno/veglia non definisce il ciclo circadiano, ma è una variabile ambientale che lo influenza (una delle più importanti, assieme al cibo). I ritmi biologici sono endogeni e geneticamente determinati. Se noi rimuovessimo qualsiasi input ambientale, ad esempio isolandoci dentro una caverna, noteremmo come il periodo dei ritmi circadiani continuerebbe a persistere, seppure in forme diverse.Chi determina l’organizzazione delle nostre attività è un gruppo di cellule a livello dell’ipotalamo, importantissimo centro di regolazione di diverse funzioni della vita vegetativa e del comportamento legato alla soddisfazione dei bisogni alimentari, degli istinti sessuali e l’espressione delle emozioni.Non è quindi un caso che proprio qui risieda questo gruppo di cellule detto nucleo soprachiasmatico, generatore autonomo dei ritmi circadiani, costituito di neuroni che funzionano da oscillatori, cioè capaci di generare spontaneamente scariche elettriche ogni 24 ore.Abbiamo chiarito come l’alternanza luce/buio non sia causa dei ritmi circadiani: è tuttavia un’informazione esterna importantissima che viene captata da particolari cellule fotosensibili presenti nella retina, che viene poi inviata al nucleo soprachiasmatico, che a sua volta adatta i ritmi biologici del corpo a quelli del susseguirsi giorno/notte. Tali dati hanno ricadute “a cascata” sugli orologi interni degli altri organi, come quelli che governano il cuore e il fegato.
Ti evito il discorso del cortisolo e della melatonina.... Ho estrapolato il pezzo solo per dirti che a livello biologico c'è comunque una scansione ritmica degli eventi. Non nel microcosmo, quindi a livello dell'atomo, dove tutto può essere revertibile, con la conseguenza che non si può accettare la teoria della relatività generale di Einstein.
Oltre che sul piano biologico, anche sul piano esperienziale umano ritroviamo l'idea di freccia del tempo, ovverosia collochiamo tutti i nostri momenti in un ipotetico passato, presente e futuro... Tu sostieni sia "un'allucinazione". Anche Sant'Agostino concorderebbe con te, e tuttavia egli stesso ammette una consistenza soggettiva. Riporto...
Cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so, se voglio spiegare a chi chiede, non lo so.
Sant’ Agostino si domanda se il passato o il futuro esistano davvero. Osservando la fugacità del tempo, egli nega l’esistenza oggettiva dei tre tempi: il presente è un attimo:
se fosse sempre presente, senza tradursi in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità.
E del resto, sono inconsistenti anche il futuro, che non è ancora, e il passato, che non è più. Eppure noi abbiamo percezione del tempo, altrimenti non avvertiremmo il trascorrere del presente, né conserveremmo il ricordo del passato, né immagineremmo il futuro. Il tempo è in sostanza una distentio animae, una “distensione dell’anima”: esso si concreta soltanto nella dimensione soggettiva e interiore umana.
La negazione di un orizzonte temporale entro il quale siamo collocati è difficile da accettare. Quante speranze noi riponiamo in un ipotetico futuro? Accettare di vivere in un presente atemporale comporta una "monotonia", un'eterno ritorno dell'uguale. E Nietzsche direbbe “Se in tutto quel che vuoi fare, cominci con il chiederti: ‘E’ certo che voglio farlo un numero infinito di volte?’, questo sarà il più solido dei centri di gravità.” (da La volontà di potenza)