Hamsadana
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Ciao a tutti tempo fa scrissi questo articolo all'interno di un forum che ora non trovo più... lo ricondivido qui!
Usualmente i rituali di ayahuasca hanno inizio verso le nove di sera, preferibilmente senza luna piena al fine di facilitare le visioni indotti dal preparato. I partecipanti prendono posto all'internodello spazio cerimoniale: in genere una malloca (capanna tradizionale di forma circolare) diproprietà dello sciamano, anche se talvolta può trattarsi semplicemente di una stanza spartanain terra battuta riservata all'occasione. A metà delle persone va a sedersi lo sciamano, ai cuilati, generalmente, si posizionano gli assistenti o gli apprendisti. Esso, poco prima dicominciare, dispone i propri oggetti rituali che impiegherà durante la cerimonia:-chacapa: un sonaglio ricavato dalle foglie di una graminacea che viene usato sia per la limpia(pulizia) iniziale dei partecipanti, sia per accompagnare il canto;-sigari di mapacho (Nicotiana rustica);-agua florìda: un'acqua di colonia usata tra i curanderos per i rituali di pulizia;-bottiglia di ayahuasca con bicchiere cerimoniale.Quando tutte le persone nella sala hanno finito di allestire il proprio spazio con coperte e cuscini (nel migliore dei casi), lo sciamano, “prepara se stesso” fumando un sigaro di mapacho per poisoffiare il fumo sul proprio corpo, sui propri oggetti rituali, sugli strumenti musicali ed infine,dentro la bottiglia con l'infuso per tre volte, dopodichè, chiuso il tappo, la capovolgeripetutamente affinchè il fumo possa ben amalgamarsi con il liquido. L'uso del tabacco ha la funzione sia di purificazione, sia di offerta agli Spiriti del mondo invisibile, realtà extra-ordinaria,in cui di lì a poco, lo sciamano ne entrerà in contatto.
A questo punto, il curandero, pronuncia lasua orazione agli Spiriti e all'Ayahuasca stessa perchè la cerimonia si svolga senza problemi eperchè le richieste dei presenti possano essere soddisfatte.Nel silenzio, dopo aver pronunciato le sue richieste, versa un primo bicchiere di infuso cheberrà per primo; dopo ciò ciascuno dei partecipanti, a turno, si reca davanti allo sciamano perbere dal bicchiere la quantità desiderata. A questo punto la candela viene spenta ed i presenti rimangono nel buio e nel silenzio piùassoluto, in attesa che i primi effetti dell'ayahuasca si manifestino. Dopodichè, il curandero,intona un canto al fine sia di accrescere e potenziare le visioni dei presenti, sia per chiederenuovamente sostegno agli Spiriti del Mondo Invisibile, primo fra questi quello dell'Ayahuasca. Inquesto frangente, uno degli aspetti più importanti che riguarda i pazienti è che questiraggiungano il cosiddetto stato di mareaciòn: termine che, più che riferirsi agli effetti dati dallabevanda, indica un ondeggiare tra la propria immagine e la percezione del proprio corpo fisico.La parola "mareación" evoca infatti la sensazione di vertigine simile a quella che si provaquando ci si avvicina allo stato di ubriachezza, spesso percepita come a continue ondatecrescenti, fino a raggiungere un picco, che poi diminuisce ritmicamente come un reflussomarino.Altro aspetto rilevante è la funzione del vomito – o in taluni casi della diarrea. L'ayahuasca, sisa, ha forti proprietà emetico-purgative, tant'è che in alcuni luoghi viene chiamata proprio“purga”.In tali contesti, come quello cerimoniale, appunto, è importante non fermarsi aconsiderare quest'aspetto come un semplice “effetto collaterale” dell'infuso. L'azione del vomito,dell'espulsione e del rigetto viene considerato quasi come un'azione “catartica”, liberatoria, dove la materia espulsa rappresenta l'insieme delle negatività accumulate dal paziente, sia dal puntodi vista psicologico, che fisico. Attraverso il rigetto si attua un processo di pulizia: la persona“vomita” emozioni o blocchi negativi, traumi o “inquinamenti” fisiologici. Di conseguenza,quest'aspetto è una tappa importante, se non fondamentale, dell'esperienza curativa:un'esperienza potente, dato che l'espulsione fisica è accompagnata da un riconoscimentocosciente dei contenuti emotivi, come esperienze dolorose, emozioni o attitudini.
Nell'immaginario interiore del partecipante questo atto può giungere a prendere una formasimbolica, come ad esempio, la sensazione di vomitare oggetti, animali o insetti. Il vomito quindi, viene associato ad un aspetto energetico che implica l'espulsione di ciò che è ineccesso, di ciò che fa male, come traumi, episodi emotivi da risolvere o ricordi dolorosi.In genere, infatti, una delle preoccupazioni dei curanderos è che i pazienti riescano araggiungere il vomito, anche se la forte nausea può portare ad una condizione iniziale di rifiutoverso l'esperienza da parte dei partecipanti, o più semplicemente, in uno stato emotivoangoscioso e di timore.Gli “stati negativi”, individuali o collettivi, però, non vengono soppressi, in quanto fanno parteintegrante dell'esperienza e del necessario confronto col proprio Io. Ciò che fa lo sciamano, inquesti casi, è guidare/direzionare i pazienti verso il vomito attraverso particolari canti, con l'aiutodella chacapa. In ogni caso, ogni paziente è libero di chiedere aiuto in momenti di particolaremalessere e il curandero potrà intervenire anche mettendo in atto le “limpias”: azioni rituali dipulizia in cui lo scopo è proprio quello di estrarre il negativo dal paziente, o comunque facilitarneil processo di cura. Per far ciò lo sciamano può ricorrere:-alla chupada → lo sciamano “succhia” via il male attraverso un'aspirazione boccale sul corpodel paziente;-alla soplada → lo sciamano soffia del fumo di tabacco su corpo del soggetto, o al vertice delcranio: può effettuarsi anche spruzzando dell'acqua di colonia (Agua Florida, in genere) dallabocca o nebulizzando il corpo sia dei partecipanti che di se stesso, al fine di pulire, purificare escacciare eventuali negatività e proteggere dal disordine e dal disequilibrio;-all'uso della chacapa: oltre che come strumento musicale, tale oggetto, viene usato per farearia attraverso un movimento ritmico adeguato all'accompagnamento dei canti per canalizzare ipartecipanti all'esperienza e, inoltre, come strumento d'azione sull'Invisibile per scacciare Spiritio negatività dal corpo di soggetti malati;-all'imposizione delle mani sul vertice del cranio o su le parti del corpo del paziente dolorose oda guarire;-a canti particolari (icaros).Gli effetti fisiologici principali dell'assunzione della bevanda (nausea, tachicardia, vertigini,etc)possono presentarsi in maniera prepotente, ma sono propedeutici all'esperienza centrale, in cuipossono o meno presentarsi visioni sfocianti in una crisi di vomito risolutiva.E' diffusa l'idea che le visioni costituiscano l'aspetto più interessante ed importante in cerimoniecon ayahuasca: in realtà siamo noi occidentali a dar loro più importanza di quanto poi, sciamanio nativi gliene attribuiscano.
Secondo molti nativi ( e qui posso allargarmi riferendomi a moltiluoghi del Sud America), infatti, la produzione visionaria, non è che un fenomeno accessorio.Non è raro, infatti, imbattersi in sciamani o curanderos che manifestino un palese disinteresseverso le visioni: per essi ciò che più conta è arrivare allo stato di mareaciòn ed al vomito. Sottoquesta luce, le visioni vengono considerate importanti, solo se facilitatori (visivi) di tale processo, quindi come ausilio, di canalizzazione visiva dello stato percettivo di mareaciòn.Questa non attiene solo al dominio visuale e spesso può palesarsi anche attraverso gli altrisensi. Le percezioni uditive (voci, musica, etc), la percezione del proprio corpo, quelle olfattive(odori molto intensi, nauseabondi o, invece, molto gradevoli), gustative, etc, possonomescolarsi in percezioni incrociate (sinestetiche): un suono visto in colori, un odore visto comeforma, un sapore sentito col tatto,etc.Uno degli “strumenti” primari usati dai curanderos in cerimonie di ayahuasca sono i canti(icaros): lo sciamano non smette quasi mai di cantare durante tutta la notte. Il canto è infatti ilprimo strumento di cura, sapere e veicolo di conoscenza dello sciamano, il simbolo del suopotere. Non solo rappresenta e racchiude l'energia del guaritore, ma secondo la tradizione, èanche veicolo dell'Ayahuasca stessa: il modo in cui lo Spirito della pianta si manifestaall'esterno e si diffonde nello spazio esterno del Rito. Il canto ha la facoltà di guidarel'esperienza di ogni partecipante, in modo chiaramente differente da individuo a individuo, manon raramente regala a ciascuno qualcosa di prezioso, che sia un cambio di prospettiva (negativo → positivo), emozioni particolarmente piacevoli e toccanti, l'emergere di ricordisepolti,etc, etc.Con l'ausilio del canto, inoltre, lo sciamano, può invocare Spiriti o entità perchè queste lo aiutinoad operare o a proteggerlo dalle avversità durante il suo lavoro di cura.Durante la notte, generalmente, i partecipanti possono decidere se ribere o meno ayahuasca:questo dipende da come ognuno si sente. La cerimonia può andare avanti fino alle prime lucidel mattino, oppure chiudersi prima verso le 3.00- 4.00 del mattino: ciò dipende da volta a volta,a seconda delle “energie” dei pazienti.Spesso, quando ormai l'atmosfera si è fatta calma e i partecipanti giungono al sonno, losciamano recita un canto o un orazione per chiudere il rituale, ringraziando gli Spiriti e la madreAyahuasca per il loro aiuto e la loro benevolenza.Alcuni sciamani, a cerimonia terminata, si rendono disponibili per eventuali confronti con ipazienti, qualora essi abbiano la necessità di raccontare la propria esperienza o di chiedere unparere su quanto vissuto nella nottata, ma questo dipende da sciamano a sciamano.E' importante che nei giorni appena dopo il rituale, i partecipanti mantengano ancora una dietaleggera, preservandosi da eventuali contatti e scambi “negativi” che potrebbero incrinarel'equilibrio o la sensibilità che proprio in quel periodo si fa molto più acuta.Partecipare ad una cerimonia di ayahuasca, non è ovviamente una passeggiata...ed èfondamentale che colui che la guida sia non solo competente ed esperto, ma anche moltodisponibile con i pazienti nel fornir loro aiuto ed assistenza. Inoltre, come ho accennato sopra, èimportante tener presente che nei giorni seguenti il rituale si è più sensibili e vulnerabili alleenergie esterne. Di conseguenza, buona prassi è preservarsi da presenze o contatti pocograditi, ritagliarsi un po' di tempo per se stessi al fine di riflettere sull'esperienza,metabolizzando così anche gli aspetti più duri e più forti per trarne insegnamenti e riflessioni utilial proprio quotidiano ed al proprio stato di benessere.
Usualmente i rituali di ayahuasca hanno inizio verso le nove di sera, preferibilmente senza luna piena al fine di facilitare le visioni indotti dal preparato. I partecipanti prendono posto all'internodello spazio cerimoniale: in genere una malloca (capanna tradizionale di forma circolare) diproprietà dello sciamano, anche se talvolta può trattarsi semplicemente di una stanza spartanain terra battuta riservata all'occasione. A metà delle persone va a sedersi lo sciamano, ai cuilati, generalmente, si posizionano gli assistenti o gli apprendisti. Esso, poco prima dicominciare, dispone i propri oggetti rituali che impiegherà durante la cerimonia:-chacapa: un sonaglio ricavato dalle foglie di una graminacea che viene usato sia per la limpia(pulizia) iniziale dei partecipanti, sia per accompagnare il canto;-sigari di mapacho (Nicotiana rustica);-agua florìda: un'acqua di colonia usata tra i curanderos per i rituali di pulizia;-bottiglia di ayahuasca con bicchiere cerimoniale.Quando tutte le persone nella sala hanno finito di allestire il proprio spazio con coperte e cuscini (nel migliore dei casi), lo sciamano, “prepara se stesso” fumando un sigaro di mapacho per poisoffiare il fumo sul proprio corpo, sui propri oggetti rituali, sugli strumenti musicali ed infine,dentro la bottiglia con l'infuso per tre volte, dopodichè, chiuso il tappo, la capovolgeripetutamente affinchè il fumo possa ben amalgamarsi con il liquido. L'uso del tabacco ha la funzione sia di purificazione, sia di offerta agli Spiriti del mondo invisibile, realtà extra-ordinaria,in cui di lì a poco, lo sciamano ne entrerà in contatto.
A questo punto, il curandero, pronuncia lasua orazione agli Spiriti e all'Ayahuasca stessa perchè la cerimonia si svolga senza problemi eperchè le richieste dei presenti possano essere soddisfatte.Nel silenzio, dopo aver pronunciato le sue richieste, versa un primo bicchiere di infuso cheberrà per primo; dopo ciò ciascuno dei partecipanti, a turno, si reca davanti allo sciamano perbere dal bicchiere la quantità desiderata. A questo punto la candela viene spenta ed i presenti rimangono nel buio e nel silenzio piùassoluto, in attesa che i primi effetti dell'ayahuasca si manifestino. Dopodichè, il curandero,intona un canto al fine sia di accrescere e potenziare le visioni dei presenti, sia per chiederenuovamente sostegno agli Spiriti del Mondo Invisibile, primo fra questi quello dell'Ayahuasca. Inquesto frangente, uno degli aspetti più importanti che riguarda i pazienti è che questiraggiungano il cosiddetto stato di mareaciòn: termine che, più che riferirsi agli effetti dati dallabevanda, indica un ondeggiare tra la propria immagine e la percezione del proprio corpo fisico.La parola "mareación" evoca infatti la sensazione di vertigine simile a quella che si provaquando ci si avvicina allo stato di ubriachezza, spesso percepita come a continue ondatecrescenti, fino a raggiungere un picco, che poi diminuisce ritmicamente come un reflussomarino.Altro aspetto rilevante è la funzione del vomito – o in taluni casi della diarrea. L'ayahuasca, sisa, ha forti proprietà emetico-purgative, tant'è che in alcuni luoghi viene chiamata proprio“purga”.In tali contesti, come quello cerimoniale, appunto, è importante non fermarsi aconsiderare quest'aspetto come un semplice “effetto collaterale” dell'infuso. L'azione del vomito,dell'espulsione e del rigetto viene considerato quasi come un'azione “catartica”, liberatoria, dove la materia espulsa rappresenta l'insieme delle negatività accumulate dal paziente, sia dal puntodi vista psicologico, che fisico. Attraverso il rigetto si attua un processo di pulizia: la persona“vomita” emozioni o blocchi negativi, traumi o “inquinamenti” fisiologici. Di conseguenza,quest'aspetto è una tappa importante, se non fondamentale, dell'esperienza curativa:un'esperienza potente, dato che l'espulsione fisica è accompagnata da un riconoscimentocosciente dei contenuti emotivi, come esperienze dolorose, emozioni o attitudini.
Nell'immaginario interiore del partecipante questo atto può giungere a prendere una formasimbolica, come ad esempio, la sensazione di vomitare oggetti, animali o insetti. Il vomito quindi, viene associato ad un aspetto energetico che implica l'espulsione di ciò che è ineccesso, di ciò che fa male, come traumi, episodi emotivi da risolvere o ricordi dolorosi.In genere, infatti, una delle preoccupazioni dei curanderos è che i pazienti riescano araggiungere il vomito, anche se la forte nausea può portare ad una condizione iniziale di rifiutoverso l'esperienza da parte dei partecipanti, o più semplicemente, in uno stato emotivoangoscioso e di timore.Gli “stati negativi”, individuali o collettivi, però, non vengono soppressi, in quanto fanno parteintegrante dell'esperienza e del necessario confronto col proprio Io. Ciò che fa lo sciamano, inquesti casi, è guidare/direzionare i pazienti verso il vomito attraverso particolari canti, con l'aiutodella chacapa. In ogni caso, ogni paziente è libero di chiedere aiuto in momenti di particolaremalessere e il curandero potrà intervenire anche mettendo in atto le “limpias”: azioni rituali dipulizia in cui lo scopo è proprio quello di estrarre il negativo dal paziente, o comunque facilitarneil processo di cura. Per far ciò lo sciamano può ricorrere:-alla chupada → lo sciamano “succhia” via il male attraverso un'aspirazione boccale sul corpodel paziente;-alla soplada → lo sciamano soffia del fumo di tabacco su corpo del soggetto, o al vertice delcranio: può effettuarsi anche spruzzando dell'acqua di colonia (Agua Florida, in genere) dallabocca o nebulizzando il corpo sia dei partecipanti che di se stesso, al fine di pulire, purificare escacciare eventuali negatività e proteggere dal disordine e dal disequilibrio;-all'uso della chacapa: oltre che come strumento musicale, tale oggetto, viene usato per farearia attraverso un movimento ritmico adeguato all'accompagnamento dei canti per canalizzare ipartecipanti all'esperienza e, inoltre, come strumento d'azione sull'Invisibile per scacciare Spiritio negatività dal corpo di soggetti malati;-all'imposizione delle mani sul vertice del cranio o su le parti del corpo del paziente dolorose oda guarire;-a canti particolari (icaros).Gli effetti fisiologici principali dell'assunzione della bevanda (nausea, tachicardia, vertigini,etc)possono presentarsi in maniera prepotente, ma sono propedeutici all'esperienza centrale, in cuipossono o meno presentarsi visioni sfocianti in una crisi di vomito risolutiva.E' diffusa l'idea che le visioni costituiscano l'aspetto più interessante ed importante in cerimoniecon ayahuasca: in realtà siamo noi occidentali a dar loro più importanza di quanto poi, sciamanio nativi gliene attribuiscano.
Secondo molti nativi ( e qui posso allargarmi riferendomi a moltiluoghi del Sud America), infatti, la produzione visionaria, non è che un fenomeno accessorio.Non è raro, infatti, imbattersi in sciamani o curanderos che manifestino un palese disinteresseverso le visioni: per essi ciò che più conta è arrivare allo stato di mareaciòn ed al vomito. Sottoquesta luce, le visioni vengono considerate importanti, solo se facilitatori (visivi) di tale processo, quindi come ausilio, di canalizzazione visiva dello stato percettivo di mareaciòn.Questa non attiene solo al dominio visuale e spesso può palesarsi anche attraverso gli altrisensi. Le percezioni uditive (voci, musica, etc), la percezione del proprio corpo, quelle olfattive(odori molto intensi, nauseabondi o, invece, molto gradevoli), gustative, etc, possonomescolarsi in percezioni incrociate (sinestetiche): un suono visto in colori, un odore visto comeforma, un sapore sentito col tatto,etc.Uno degli “strumenti” primari usati dai curanderos in cerimonie di ayahuasca sono i canti(icaros): lo sciamano non smette quasi mai di cantare durante tutta la notte. Il canto è infatti ilprimo strumento di cura, sapere e veicolo di conoscenza dello sciamano, il simbolo del suopotere. Non solo rappresenta e racchiude l'energia del guaritore, ma secondo la tradizione, èanche veicolo dell'Ayahuasca stessa: il modo in cui lo Spirito della pianta si manifestaall'esterno e si diffonde nello spazio esterno del Rito. Il canto ha la facoltà di guidarel'esperienza di ogni partecipante, in modo chiaramente differente da individuo a individuo, manon raramente regala a ciascuno qualcosa di prezioso, che sia un cambio di prospettiva (negativo → positivo), emozioni particolarmente piacevoli e toccanti, l'emergere di ricordisepolti,etc, etc.Con l'ausilio del canto, inoltre, lo sciamano, può invocare Spiriti o entità perchè queste lo aiutinoad operare o a proteggerlo dalle avversità durante il suo lavoro di cura.Durante la notte, generalmente, i partecipanti possono decidere se ribere o meno ayahuasca:questo dipende da come ognuno si sente. La cerimonia può andare avanti fino alle prime lucidel mattino, oppure chiudersi prima verso le 3.00- 4.00 del mattino: ciò dipende da volta a volta,a seconda delle “energie” dei pazienti.Spesso, quando ormai l'atmosfera si è fatta calma e i partecipanti giungono al sonno, losciamano recita un canto o un orazione per chiudere il rituale, ringraziando gli Spiriti e la madreAyahuasca per il loro aiuto e la loro benevolenza.Alcuni sciamani, a cerimonia terminata, si rendono disponibili per eventuali confronti con ipazienti, qualora essi abbiano la necessità di raccontare la propria esperienza o di chiedere unparere su quanto vissuto nella nottata, ma questo dipende da sciamano a sciamano.E' importante che nei giorni appena dopo il rituale, i partecipanti mantengano ancora una dietaleggera, preservandosi da eventuali contatti e scambi “negativi” che potrebbero incrinarel'equilibrio o la sensibilità che proprio in quel periodo si fa molto più acuta.Partecipare ad una cerimonia di ayahuasca, non è ovviamente una passeggiata...ed èfondamentale che colui che la guida sia non solo competente ed esperto, ma anche moltodisponibile con i pazienti nel fornir loro aiuto ed assistenza. Inoltre, come ho accennato sopra, èimportante tener presente che nei giorni seguenti il rituale si è più sensibili e vulnerabili alleenergie esterne. Di conseguenza, buona prassi è preservarsi da presenze o contatti pocograditi, ritagliarsi un po' di tempo per se stessi al fine di riflettere sull'esperienza,metabolizzando così anche gli aspetti più duri e più forti per trarne insegnamenti e riflessioni utilial proprio quotidiano ed al proprio stato di benessere.