Quoi de neuf ?

Bienvenue sur Psychonaut.fr !

En vous enregistrant, vous pourrez discuter de psychotropes, écrire vos meilleurs trip-reports et mieux connaitre la communauté

Je m'inscris!

psichedelici e "rottura" volontaria

sd&m

Holofractale de l'hypervérité
Inscrit
7 Mar 2010
Messages
1 378
certe droghe possono divenire un prezioso ingrediente all'interno di un itinerario più ampio e quanto mai complesso, riguardante un continuo e ripetuto lavoro di crescita e perfezionamento individuale, poichè esse possono facilitare -a certe condizioni- l'opera di svelamento, mostrando al cercatore -solitario- la natura inconsistente del velo...questo allontamento dai propri confini, ma anche dal recinto sociale, ha rappresentato in qualche modo per voi una forma di esclusione volontaria? una sottrazione agli imperativi dell'ordine costituito? una forma di proscrizione e ritiro volontario in luoghi selvaggi? cosa ha comportato ciò nella vostra vita sociale?
 

hulkpolliceverde

Glandeuse pinéale
Inscrit
8 Sept 2010
Messages
136
..Come il primo uomo. .che ,tracciando il solco sulla roccia ed evidenziandolo con il colore della terra, compie la prima rivoluzione culturale e proietta la consapevolezza di se sulla pietra: riconoscendosi in quella forma manifesta non solo la sintesi del simbolo ma compie la prima scissione con la natura, realizza la sua umanità. Questa capacità di sintesi esplode nella percezione della dualità, negli opposti le cui evidenze sottolineano complementarità e il paradosso dell'Uno.
..come per quell'uomo le visioni mi hanno suggerito non tanto una "rottura" ma una scissione da quella che ogni giorno ci descrivono come la nostra attuale "natura", è come se mi avessero permesso una nuova rivoluzione regalandomi una nuova umanità, "Homo sapiens consciens".
Una rivoluzione che ha della reazione nel senso che (come domandavi tu) mi invita al ritorno ad un altro ordine. Questo ordine ovviamente nel ritiro e nel selvaggio troverebbe forse il terreno più fertile per germinare.
Tuttavia l 'abbandono però lascia poco spazio alla condivisione, aspetto che in me gioca ancora un attrazione potente:
Credo sia questa la linfa che nutre la mia vita sociale e si fa forza di questa necessità per contrastare ciò che credo di aver maturato.
Gli psichedelici hanno accelerato e dilatato questo cammino,accrescendo in me non tanto le risposte ovviamente ma le domande. Va da sè che il seme del dubbio e una prospettiva di analisi "altra" mette sotto pesante critica il sistema e questa socialità (anche da un punto di vista ontologico) spostandami di conseguenza al mio pensiero, su un altro piano rispetto ad essa (società).

(Sono convinto che tutti siamo immersi nella luce. qualcuno non gli ha ancora aperto i suoi occhi, qualcun altro intravede ciò che essa evidenzia col suo fascio, altri ancora si accorgono dei suoi colori. Non mi sto definendo un illuminato sia chiaro :wink: :!: , però credo con convinzione nei passi che ho capito di aver mosso.)
 

mr_terrorman

Holofractale de l'hypervérité
Inscrit
8 Mar 2010
Messages
2 494
spero di avere inquadrato la domanda per come volevi porla...

io credo che gli psichedelici di per se non costituiscano necessariamente un evoluzione positiva di chi li utilizza rispetto alla società di contorno.. soprattutto nelle società attuali dove costituiscono un etichetta sociale per determinati gruppi di individui, in maniera simile a quello che rappresenta il modo di vestire o di porsi rispetto al contesto.

premesso questo credo che la rottura si possa verificare nel senso che l'utilizzo di psichedelici è comunque proibito dalla facciata evidente della morale comune e la nostra società contemporanea è organizzata su risposte e conseguenze legate allo stato di coscienza ordinario... quindi soluzioni e risposte elaborate da menti che lavorano o che hanno lavorato su piani di coscienza diversi possono non essere comprese, condivise o apprezzate dalla maggior parte delle altre persone.. non per questo non possono essere migliori di quelle apparentemente pù coerenti e condivisibili o, fatto ancor più rilevante, integrate nel contesto sociale ordinario per contribuire ad un suo miglioramento o evoluzione...

ma, visto l'imperare del proibizionismo, a quanto pare, il mondo non la pensa così.. o non è pronto per farlo.. o , peggio, non è pronto ad ammetterlo... così si crea inevitabilmente la detta rottura...
 

sd&m

Holofractale de l'hypervérité
Inscrit
7 Mar 2010
Messages
1 378
qualcuno di voi ha letto Cavalcare la Tigre di Julius Evola? il titolo fa riferimento al famoso detto cinese che ha una sua spiegazione nella concezione orientale sull'uomo: egli deve riuscire in ogni situazione ad avere il controllo totale delle proprie forze e di quelle della natura per non esserne sopraffatto...ovvero se non puoi affrontare la tigre non tentare la fuga, ma saltale in groppa e corri su di lei...è un libro per chi dissente dal proprio tempo e dal mondo in cui vive, ma, non potendolo modificare, preferisce ritirarsi in attiva solitudine e padroneggiarlo, cavalcarlo per non essere travolto...l'anomìa, il caos, la trasgressione, l'anarchia diventano per evola occasioni per temprarsi
 

Nullè

Holofractale de l'hypervérité
Inscrit
9 Sept 2011
Messages
3 028
al momento credo di essere ancora alla fase iniziale di Zarathustra quando va in giro in cerca di compagni e vede il funambolo, o forse sono proprio io il funambolo. Capisco forse quello che vuoi dire ma per ora credo (o forse mi illudo) di essere ancora in grado di trovare il mio posto tra gli uomini.

Credo che sono un essere umano, e che l'essere umano sia un animale sociale, per questo credo che la realizzazione completa si può trovare in questa vita e che un uomo "illuminato" puo stare in mezzo agli altri uomini, e inoltre credo che questo porti enormi benefici a tutta la società.

D'altra parte riconosco anche nella solitudine e nell'isolamento dagli altri uomini un validissimo mezzo, e posso comprendere chi decide di intraprendere questa strada.
 
Haut