..Come il primo uomo. .che ,tracciando il solco sulla roccia ed evidenziandolo con il colore della terra, compie la prima rivoluzione culturale e proietta la consapevolezza di se sulla pietra: riconoscendosi in quella forma manifesta non solo la sintesi del simbolo ma compie la prima scissione con la natura, realizza la sua umanità. Questa capacità di sintesi esplode nella percezione della dualità, negli opposti le cui evidenze sottolineano complementarità e il paradosso dell'Uno.
..come per quell'uomo le visioni mi hanno suggerito non tanto una "rottura" ma una scissione da quella che ogni giorno ci descrivono come la nostra attuale "natura", è come se mi avessero permesso una nuova rivoluzione regalandomi una nuova umanità, "Homo sapiens consciens".
Una rivoluzione che ha della reazione nel senso che (come domandavi tu) mi invita al ritorno ad un altro ordine. Questo ordine ovviamente nel ritiro e nel selvaggio troverebbe forse il terreno più fertile per germinare.
Tuttavia l 'abbandono però lascia poco spazio alla condivisione, aspetto che in me gioca ancora un attrazione potente:
Credo sia questa la linfa che nutre la mia vita sociale e si fa forza di questa necessità per contrastare ciò che credo di aver maturato.
Gli psichedelici hanno accelerato e dilatato questo cammino,accrescendo in me non tanto le risposte ovviamente ma le domande. Va da sè che il seme del dubbio e una prospettiva di analisi "altra" mette sotto pesante critica il sistema e questa socialità (anche da un punto di vista ontologico) spostandami di conseguenza al mio pensiero, su un altro piano rispetto ad essa (società).
(Sono convinto che tutti siamo immersi nella luce. qualcuno non gli ha ancora aperto i suoi occhi, qualcun altro intravede ciò che essa evidenzia col suo fascio, altri ancora si accorgono dei suoi colori. Non mi sto definendo un illuminato sia chiaro :wink: :!: , però credo con convinzione nei passi che ho capito di aver mosso.)