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Visite da tutto il mondo - Hofmann "LSD il mio bambino difficile"

rango

Sale drogué·e
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2 Fev 2012
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eh si, lo sto rileggendo in questi giorni, mi sarebbe piaciuto passare a trovare Hofmann...


Visite da tutto il mondo

Gli aspetti multiformi e i molteplici influssi dell'LsD hanno contribuito a formare la rete di contatti che ho avuto con personaggi e circoli culturali tra i più eterogenei. In essa sono stati coinvolti vari colleghi delle più disparate discipline scientifiche - chimici, farmacologi, medici, micologi - che ho incontrato alle università, ai congressi, alle conferenze, o con cui sono venuto in contatto attraverso pubblicazioni. Ho avuto anche rapporti con scrittori di materie letterario-filosofiche. Nei capitoli precedenti ho riferito di alcuni contatti, per me particolarmente significativi, con personalità provenienti da quest'ultima area.

L'LsD mi ha procurato inoltre una serie di conoscenze personali con individui interessati alle sostanze psichedeliche e con circoli hippy, di cui voglio ora occuparmi brevemente.
La maggior parte di questi visitatori proveniva dagli Stati Uniti, perlopiù giovani di passaggio che si recavano in Estremo Oriente alla ricerca della saggezza orientale o di un guru; oppure nella speranza di trovare là una maggiore disponibilità di droghe. Un'altra meta era Praga, perché all'epoca era facile comprarvi LSD di buona qualità. Una volta arrivati in Europa, molti di loro coglievano l'opportunità per far visita al «padre dell'LsD», «l'uomo che aveva fatto il famoso viaggio in bicicletta». Talvolta però alla base della visita erano motivi più seri: il desiderio di riferire esperienze personali con 1'LsD e di discuterne il significato alla sorgente, per così dire. Solo raramente la visita era motivata dal desiderio di ottenere LSD in forma assolutamente pura, per sperimentarne gli effetti almeno una volta. Ho ricevuto visite di ogni tipo e con le motivazioni più diverse anche dalla Svizzera e da altri paesi europei. Negli ultimi anni questi incontri sono diventati meno frequenti a causa della minore importanza che l'LSD è andato assumendo all'interno del panorama degli stupefacenti. Ogniqualvolta mi è stato possibile, ho ricevuto questi visitatori o concordato un luogo d'incontro altrove. Ho considerato questo un dovere conseguente al mio ruolo nella storia dell'LsD, che ho perseguito offrendo chiarimenti e consigli.

Talvolta non c'era una vera conversazione, come nel caso del timido giovane che un giorno arrivò con il suo motorino. Non mi era chiaro lo scopo di quella visita. Rimase fisso a guardarmi, come se si stesse domandando: è possibile che l'uomo che ha scoperto una cosa così strana come l'LSD abbia un aspetto del tutto ordinario? Avevo la sensazione che questa persona, come altre a lui simili, sperasse, in mia presenza, di veder risolto in qualche modo l'enigma dell'LsD.

Di tutt'altro tipo fu l'incontro che ebbi con un giovane di Toronto. Costui mi invitò a pranzo in un ristorante esclusivo. Era alto, snello, dall'aspetto molto serio e la mente brillante; possedeva un'importante azienda industriale in Canada. Espresse la sua gratitudine per la mia scoperta dell'LsD, che aveva impresso alla sua vita un'altra direzione. Era stato un «businessman» al cento per cento, con una visione del mondo totalmente materialistica; l'LSD gli aveva aperto gli occhi verso la dimensione spirituale della vita e gli aveva risvegliato il senso artistico, letterario e filosofico; in più, si sentiva adesso intensamente coinvolto nella sfera religiosa e metafisica. Il suo desiderio era ora quello di rendere accessibile l'esperienza con l'LSD, entro un contesto opportuno, alla sua giovane compagna, nella speranza che anche lei potesse ricavarne i suoi stessi benefici.

Non ugualmente profondi, benché sempre liberatori ed entusiasmanti, furono i risultati di esperimenti con l'LSD che mi descrisse con grande senso dell'humour e fantasia un giovane danese. Veniva dalla California, dove aveva lavorato presso l'abitazione di Henry Miller a Big Sur. Si era poi trasferito in Francia con l'intenzione di comprarvi un podere diroccato, che poi lui, essendo un bravo carpentiere, avrebbe ristrutturato. Lo pregai di farsi consegnare uno scritto autografo dal suo ex datore di lavoro per poterlo includere nella mia raccolta; in effetti, dopo un po' di tempo, ricevetti un breve documento scritto di pugno dallo stesso Henry Miller - originale in tutti i sensi.

Una giovane donna venne a farmi visita per parlarmi delle sue esperienze con 1'LsD, che si erano rivelate di grande importanza per la sua crescita interiore. Da adolescente superficiale, alla ricerca di ogni genere di passatempo, e con genitori che la trascuravano abbastanza, aveva cominciato a prendere 1'LsD per curiosità e amore dell'avventura. Per tre anni lo usò di frequente. Ne era risultata una straordinaria intensificazione della sua vita interiore. Si mise quindi alla ricerca del senso più profondo della sua esistenza, che le si sarebbe poi alla fine rivelato, come lei stessa mi raccontò. In seguito, ormai consapevole che 1'LsD non poteva più aiutarla, riuscì ad abbandonare il mezzo chimico senza difficoltà e sforzi di volontà. Adesso era nella posizione di continuare a lavorare su se stessa al di là di qualsiasi intervento artificiale. Aveva raggiunto ormai un grado soddisfacente di felicità e sicurezza interiori, - e così terminò il suo racconto. Questa giovane donna mi aveva parlato della sua storia perché sospettava che fossi spesso attaccato da persone dalla mentalità ristretta, che scorgevano solo i danni talvolta procurati dall'LsD ai giovani. Il motivo diretto della sua visita era stata una conversazione udita casualmente durante un viaggio in treno. Un uomo imprecava nei miei confronti, trovando vergognoso che io avessi preso posizione sul problema dell'LsD in un'intervista rilasciata a un quotidiano. Secondo la sua opinione, avrei dovuto denunciare 1'LsD in ultima istanza quale opera demoniaca, e pubblicamente ammettere la mia colpa in questa faccenda.

Non ho mai avuto modo di vedere persone colte da delirio allucinatorio a causa dell'LsD, le cui condizioni avrebbero potuto provocare una condanna indignata di quel genere. Simili casi, attribuibili a un consumo di LSD in circostanze negative, a dosaggi eccessivi oppure a predisposizioni psicotiche, finivano sempre negli ospedali o in qualche stazione di polizia. Ed erano sempre accompagnati da una grande pubblicità.
L'incontro avuto con una giovane americana è sempre rimasto impresso nei miei ricordi, quale esempio dei tragici effetti dell'LsD. Accadde durante l'ora di pranzo, che ero solito trascorrere barricato nel mio ufficio - niente visite, l'ufficio della segreteria chiuso. Qualcuno venne a bussare alla porta, in modo discreto ma continuo, fin quando mi decisi di andarla ad aprire. A fatica credevo ai miei occhi: davanti a me stava una bellissima ragazza, bionda, con grandi occhi blu; portava una lunga veste hippy, una fascia intorno alla fronte e calzava un paio di sandali. «Mi chiamo Joan, vengo da New York - lei è il dottor Hofmann?» Prima di chiederle il motivo della sua visita, le domandai come era riuscita a passare attraverso i due controlli, quello all'ingresso principale dell'azienda e quello alla porta dell'edificio dei laboratori, poiché i visitatori erano ammessi solo su richiesta telefonica, e in più questa figlia dei fiori dava particolarmente nell'occhio. «Io sono un angelo, posso passare dappertutto», fu la sua risposta. Quindi spiegò di esser venuta in missione speciale. Doveva salvare il suo paese, gli Stati Uniti; in special modo, doveva condurre sulla retta via il presidente (all'epoca L.B. Johnson). Questo scopo poteva essere raggiunto soltanto se lo si fosse spinto a prendere 1'LsD. Solo allora egli avrebbe avuto le idee giuste per portare il paese fuori dalla guerra e dalle difficoltà interne. Joan era venuta da me con la speranza che l'avrei aiutata a compiere la sua missione - dare 1'LsD al presidente. Joan, per via del nome, si considerava la Giovanna d'Arco degli Stati Uniti. Non so se i miei argomenti, formulati con tutti i riguardi per il suo sacro ardore, furono in grado di convincerla che il suo piano non ave va possibilità di successo su nessuna base, psicologica, tecnica, w interna ed esterna. Delusa e triste, se ne andò via. Il giorno dopo mi telefonò. Di nuovo mi chiese di aiutarla, perché aveva esaurito le sue risorse finanziarie. L'accompagnai da un amico a Zurigo che le trovò un lavoro, e presso cui poteva abitare. Di professione Joan faceva l'insegnante ed era anche pianista e cantante di night club. Per un periodo di tempo suonò il piano accompagnandosi con la voce in un raffinato ristorante zurighese. I ricchi clienti borghesi non avevano ovviamente la più pallida idea di che tipo di angelo sedesse al pianoforte a coda vestito in abito nero da sera, che con voce dolce e sensuale e suoni altrettanto delicati accompagnava le loro serate mondane. Pochi prestavano attenzione alle parole delle sue canzoni; per la maggior parte erano testi hippy, alcuni dei quali contenevano lodi velate delle droghe. Le apparizioni zurighesi non durarono a lungo; nel giro di poche settimane venni a sapere dal mio amico che Joan era improvvisamente scomparsa. Tre mesi dopo egli ricevette una sua cartolina da Israele, dove era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico.

Per concludere, vorrei riferire di un'altra visita in cui l'LSD figura solo indirettamente. La signorina H.S., prima segretaria in un ospedale, mi scrisse chiedendomi un incontro. Venne all'ora del tè. Mi spiegò che la sua visita era stata motivata dalla lettura di un rapporto su un esperimento con 1'LsD, la cui descrizione le ricordava un'esperienza da lei vissuta quand'era ragazzina, e che tuttora la inquietava; sperava che io potessi aiutarla a capire quell'episodio.
Aveva partecipato, come apprendista di commercio, a un viaggio aziendale. Il gruppo aveva trascorso la notte in un hotel di montagna. H.S. si svegliò molto presto e da sola lasciò l'albergo per andare a vedere l'alba.
Non appena le montagne cominciarono a illuminarsi in un mare di raggi, H.S. venne inondata da una sensazione di gioia senza precedenti, che continuò anche dopo essersi unita agli altri partecipanti al viaggio per la messa mattutina nella cappella. Durante la funzione religiosa ogni cosa le apparve come rivestita di splendore sovrannaturale, e il senso di felicità raggiunse un livello d'intensità tale da farla piangere a dirotto. Venne riportata all'albergo e trattata come una persona sofferente di nervi.
Questo episodio influì ampiamente sul corso della sua vita. H.S. temeva di non essere del tutto normale. Da un lato, aveva paura di questa esperienza, che le era stata descritta come un esaurimento nervoso; dall'altro, ne desiderava la ripetizione. Internamente divisa, aveva condotto un'esistenza precaria. Attraverso frequenti cambiamenti di lavoro e di relazioni personali, essa era di nuovo alla ricerca, consapevolmente o non, di questo tipo di visione estatica che già le aveva procurato una gioia così intensa.Riuscii a tranquillizzare la mia visitatrice. Quello che aveva vissuto non era un episodio psicopatologico, né un esaurimento nervoso. Ciò che molte persone cercano di raggiungere con l'aiuto dell'LSD - la visione di una dimensione più profonda delle cose - era venuto a lei come grazia spontanea. Le consigliai la lettura del libro di Aldous Huxley, The perennial philosophy (Harper, New York-London, 1945), in cui sono raccolte alcune testimonianze di illuminazione spontanea provenienti da culture e epoche diverse. Huxley scriveva che le visioni beatifiche non sono prerogativa esclusiva dei mistici e dei santi, ma anche di molte persone comuni, più di quello che si supponga, benché la maggior parte non ne riconosca l'importanza, e, invece di considerarle quali promettenti raggi di luce, le reprima, non conformandosi esse alla realtà quotidiana.
 

Monad

Holofractale de l'hypervérité
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15 Sept 2012
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Grazie :)
 

psyco39

Holofractale de l'hypervérité
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16 Mai 2013
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:')
Poter parlare direttamente con lo scopritore dell'LSD, raccontagli le varie esperienze, chiedergli consigli, ottenere un prodotto di purezza assoluta... come mi sarebbe piaciuto vivere in quei tempi. Ritengo davvero che chi ha avuto la fortuna di vivere un viaggio lisergico, possa sentirsi un pochino come quei visitatori, da tutto il mondo, che si recavano nello studio del dottor Hoffman a raccontagli ciò che hanno provato con la sua molecola.
Spero che un giorno possa capitare anche a me di aver questa fortuna. Tanta malinconia e voglia di cambiare me stesso...
 
Haut