Quoi de neuf ?

Bienvenue sur Psychonaut.fr !

En vous enregistrant, vous pourrez discuter de psychotropes, écrire vos meilleurs trip-reports et mieux connaitre la communauté

Je m'inscris!

Viscum Album (Vischio)

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
Inscrit
20 Fev 2013
Messages
6 541
Famiglia: Lorantacee


Voir la pièce jointe 15741


Descrizione: è una pianta semiparassitaria, originaria dell’Europa e dell’Asia, che cresce su quasi tutte le latifoglie (esclusi i faggi). Ha foglie sempreverdi rigide, di forma lanceolata. I fiori sono poco appariscenti, di color verde-giallo posti all’ascella delle foglie; danno origine a delle bacche bianche attaccaticce (velenose).


Parti usate: foglie raccolte prima che la pianta fruttiferi, essiccate in luogo temperato.

Proprietà: possiede proprietà ipotensive, calmanti, antispastiche.
Tutte le parti di questa pianta sono tossiche e soltanto in infusione il vischio si può assumere senza pericolo.
Indicazioni: Ipotensivo, vasodilatatore, diuretico, depurativo, lenitivo e antinfiammatorio .
Preparazioni: Infuso anti ipertensivo: frantumare 30 g di foglie di vischio, mettetele a riposare in infusione in 7,5 dl d'acqua fredda per 7-8 ore; al termine riscaldate leggermente e filtrate. Consumare tre tazzine al giorno, lontano dai pasti principali.
Vino di Vischio diuretico: macerare 30 gr di vischio (foglie) per una settimana dentro un vaso di vetro ermeticamente chiuso , con un litro di vino bianco secco, agitando di tanto in tanto. Trascorso questo periodo filtrare e conservate in bottiglia. Consumare due bicchierini al giorno, distanziati tra un pasto e l'altro.
Cataplasma contro i dolori reumatici: far bollire per un quarto d’ora una manciata di foglie giovani in un litro di acqua. Utile ancge contro lciatiche, e nevriti.
Bagno di vischio contro le abrasioni: mescolare quattro cucchiai di timo (pianta) e sei cucchiai di vischio (rametti),.Prendere due cucchiai del composto e versarvi sopra mezzo litro d’acqua bollente: far riposare per trenta minuti e poi filtrare. Lavare con cura e frequentemente la pelle.

Controindicazioni: le lectine sono dei composti che possono provocare l’agglutinazione dei globuli rossi determinando seri danni all’organismo.

Anche alle dosi consigliate possono comparire brividi, febbre alta, cefalee, disturbi circolatori ed allergici.
Precauzioni: non consumare mai le bacche del vischio, in quanto tossiche per l'uomo.

Le foglie non devono mai essere bollite o anche solo sbollentate. Le foglie si utilizzano a scopo officinale solo per infusione e mai per decotto.


pare un allucinogeno, e con 20 bacche c'è il rischio di schiattare insomma!


Voir la pièce jointe 15739 Voir la pièce jointe 15740



I Druidi lo esaltavano come “la pianta che guarisce tutto”.

Il Vischio (Viscum Album – fam. Lorantacee), era, insieme alla Quercia, una delle piante più sacre per le popolazioni celtiche e veniva chiamata Oloaiacet o Tinne. Per i druidi simboleggia la resurrezione e la sopravvivenza della vita alla morte (in quanto rimane verde, e quindi visibilmente vivo, anche in inverno).

Questa pianta sacra ai Druidi era usata specialmente nelle cerimonie volte a celebrare la sopravvivenza dello spirito alla morte fisica, poiché il fatto che il Vischio fosse un parassita vegetale che cresce sugli alberi, anziché a terra, suscitava nei Celti un fascino e un’adorazione del tutto particolari.

Da attenti osservatori della natura alla quale si rifacevano completamente per la loro spiritualità, notarono che il ciclo vitale di questa pianta non tocca mai il terreno perché gli uccelli si cibano delle sue bacche e solo successivamente le trasportano da un albero all’altro; inoltre germogliano solo i semi dei frutti che cadono sui rami mentre, ciò non accade per quelli che cadono a terra.

Questa vita completamente aerea veniva associata ad una delle più spettacolari, misteriose e potenti espressioni divine nel mondo terreno .

Contesto cerimoniale del vischio nei Druidi.

Si credeva nascesse là dove era caduta una folgore; il Vischio quercino era quindi considerato il più sacro in assoluto in quanto, oltre ad essere molto raro, la Quercia era considerata l’albero dedicato al Dio dei cieli e su di essa cadono spesso i fulmini. Veniva raccolto con una complessa cerimonia che si teneva intorno al solstizio d’inverno, e che cadeva sempre il sesto giorno di luna crescente. La descrizione maggiormente attendibile di questo rito ci viene fornita da Plinio il Vecchio nel suo famoso “Naturalis Historia”.

Ai piedi dell’albero venivano allestite una serie di offerte, poi un druido saliva poi sui rami più alti, e con un falcetto d’oro tagliava i ramoscelli di Vischio, che venivano raccolti “al volo” in un telo bianco retto da un altro sacerdote, a terra. Quindi, due tori bianchi con le corna legate per la prima volta venivano sacrificati agli Dei, con la preghiera di rendere il dono propizio a coloro cui l’avevano accordato. Il Vischio così raccolto veniva principalmente impiegato nella preparazione di rimedi fitoterapici volti a stimolare la fecondità (probabilmente perché le bacche secernono un liquido biancastro simile al fluido seminale) e di antidoti contro i veleni. ( L’importanza presso i Celti dell’uso medicinale di questo vegetale si può ben comprendere studiando le leggende sulle mitiche pozioni di Airmed, grandissima erborista figlia del dio della medicina Dian Cecht.)

Con le bacche di questa pianta si preparavano inoltre pozioni volte a favorire l’ alterazione dello stato di coscienza dei sacerdoti prima della trance profetica o prima di viaggi sciamanici, spesso in associazione con Giusquiamo o Amanita Muscaria.

Le perlacee drupe del Vischio contengono infatti viscumina, un alcaloide in grado di provocare allucinazioni, alterazioni psichiche e della percezione di spazio e tempo, oltre che convulsioni, dilatazione pupillare, diminuzione dei battiti cardiaci anche fino al collasso. Quest’azione psicoattiva veniva spiegata dai Druidi attraverso la credenza che il Vischio fosse in grado si estrarre la linfa della pianta ospitante, assorbendone la positività e il sapere; quindi, concentrando il succo delle bacche, si poteva ottenere una bevanda in grado di donare la conoscenza.


Fiaba del Trentino
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era l'unica cosa che gli importava. Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca. Per avere sempre più soldi, a volte si comportava in modo disonesto e approfittava della ingenuità di alcune persone. Tanto a lui non importava perché non andava mai oltre le apparenze. Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi, per questo motivo nessuno gli voleva bene. Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata. Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti. Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì dato che non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini. A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì. Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù. Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo cominciò a piangere. Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato e le lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle. Era nato il vischio.



Le divinità vegetali tra sciamanesimo e magia
http://www.farmaciahumanitas.it/public/area_salute2/viscum_album.pdf
Farmaci salute e società
 
Haut