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Sedicenne morto a Riccione

rango

Sale drogué·e
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Sedicenne morto a riccionedire.it

[h=1]Sedicenne morto a Riccione, il medico: “Serve riduzione del danno. Invece si fa solo repressione”- VIDEO RAGAZZI RACCONTANO[/h]BOLOGNA – “Perché nessuno prende in considerazione che il ragazzo sia morto per ipertermia maligna? Perché tutti si limitano a dare la colpa all’ecstasy? Io credo sia morto per il modo in cui ha assunto la sostanza”. Salvatore Giancane, medico tossicologo, professore a contratto della Scuola di specializzazione in psichiatria, non ci sta: con una lunghissima esperienza alle spalle nella cura e nell’assistenza a tossicodipendenti, non ammette semplificazioni sulla morte del sedicenne di Città di Castello (Perugia), sentitosi male al Cocoricò di Riccione lo scorso sabato dopo avere assunto una dose di ecstasy liquida.“I ragazzi, oggi, assumono ecstasy per ballare tutta la notte. Ballando, producono calore: la temperatura corporea aumenta fino a causare insufficienza renale. Intanto, l’ecstasy agisce direttamente sul sistema termoregolatore, che arriva a impazzire: la temperatura sale fino a 42, 43 gradi. A quel punto, non è più compatibile con la vita: si può solo provare a immergere la persona in una vasca di acqua e ghiaccio”. Se si assume droga, quindi, “è indispensabile bere molta acqua, fare qualche pausa dal ballo, per controllare la temperatura corporea.Immagino che il ragazzo non ci abbia pensato, che nessuno gliel’abbia detto, cosa ben più grave. Il caldo di questi giorni ha fatto il resto”.A uccidere il ragazzo, dunque, potrebbe non essere stata l’ecstasy in sé, ma la sostanza assunta in quelle condizioni: “Non intendo assolvere l’ecstasy, ma serve dare un’informazione completa. E nessuno, sin qui, l’ha fatto: serve indagare sulle concause. Ecco perché la domanda corretta da porsi non è ‘chi è il pusher’, ma se ‘c’era acqua in discoteca’, se ‘c’erano degli operatori per informare su questi rischi’, se ‘c’era qualcuno che tenesse d’occhio la pista e portasse acqua a chi ballava da troppo tempo’.Per Giancane, queste non sono domande surreali, perché qualche anno fa gli operatori erano in discoteca, distribuivano acqua: “Si chiama riduzione del danno. Oggi non si fa più nulla”. Il docente, autore di “Eroina. La malattia da oppiodi nell’era digitale”, registra, negli ultimi anni, un cambiamento di politica: “Siamo usciti dal solco tracciato dell’Unione Europea, da quasi 10 anni il Dipartimento delle politiche antidroga non parla più di riduzione del danno. Si punta solo sulla prevenzione primaria”. Il paradigma in base a cui si ragiona, spiega, è: “È vietato, quindi non deve succedere”. E se succede si arresta il pusher e si fa chiudere per qualche mese la discoteca. “Ma i ragazzi vanno avanti a drogarsi: troveranno un altro pusher, e un altro luogo dove farlo. Magari un baraccone abbandonato, ancora peggio”, prosegue Giancane.La prevenzione primaria ha come obiettivo il prevenire il primo contatto con la droga: “Ma io la trovo irrealistica e non misurabile. Non ha mai funzionato. Quello su cui credo sia necessario investire è la prevenzione terziaria, vale a dire prevenire che un consumatore occasionale ne riceva un danno e sviluppi una dipendenza. Se fosse questa la strada del nostro Paese, il ragazzo sarebbe ancora vivo“.Per questo, Giancane ritiene assurda la richiesta di chiudere la discoteca: “Avrebbe senso solo se venisse dimostrata una connivenza. Non si può pretendere che il personale del locale controlli tutti i clienti, è un lavoro da operatori ma purtroppo i fondi per questo scopo sono stati tagliati”. Chi lavora più sul mondo della notte? “La politica ha smontato l’80 per cento di quello che c’era, e funzionava, anni fa. Quanti passi indietro sono stati fatti. Accusavano gli operatori di dare suggerimenti su come assumere stupefacenti, li chiamavano ‘distributori di metadone’. Noi cercavamo solo di salvare delle vite. Ma chi avrà più la forza di ricostruire questa cultura distrutta?”, chiede ancora il docente.Oggi, dice il medico, si sovvenziona solo la repressione, senza che nessuno alzi la voce per opporsi: “Da quanti anni la politica non chiede il parere degli operatori? Da 10 anni. Perché? Perché la risposta implicherebbe nuove e buona volontà. Sulla droga non si può partire da questioni morali: non esiste il giusto e lo sbagliato, non c’è il bianco e il nero, ma un’infinita serie di grigi. Chiedo che si prenda atto del rischio, che non lo si neghi. Il metodo repressivo di oggi è il più presuntuoso e deresponsabilizzante: il commento è sempre ‘Se l’è cercata’. Se invece si parlasse di prevenzione, riduzione del danno, se operatori nelle piste italiane facessero prevenzione, consegnassero acqua, suggerissero di prendere fiato ogni tanto, sarebbe una bella responsabilità, da garantire. Piaccia o no, è quella la strada: perché una tragedia come quella di Riccione avrebbe potuto essere prevenuta, e quindi evitata”.(Dires – Redattore Sociale)
 

man from Armenia

Holofractale de l'hypervérité
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8 Juil 2013
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Questo articolo è già stato pubblicato


Questo è un professionista dei servizi che usa la morte di una persona per caldeggiare il finanziamento di servizi come quelli in cui lavora contro servizi alternativi, facendo affermazioni di parte e dicendo cose non vere


"Io credo" "Immagino che""io la trovo irrealistica e non misurabile. Non ha mai funzionato." su punti di vista personali va a fare delle affermazioni che sono delle vere e proprie menzogne


La prevenzione primaria non ha l'obiettivo di prevenire il primo contatto con la droga. le cose sono due o questa persona mente o non conosce l'ABC del suo lavoro

<"Il paradigma in base a cui si ragiona, spiega, è: &#8220;È vietato, quindi non deve succedere&#8221;.> Questo lo dice lui, nessuno ragiona così nella prevenzione, ma quando mai! E lo dico dopo aver parlato con professionisti assertori del proibizionismo


Ognuno è libero di dire tutte le bugie che vuole, e se ci sono i fessi che ci credono... così è il mondo, ma quando uno lo fa per il portafogli penso che sia uno sciacallo, una creatura vile che si nutre di cadaveri

è tanto più vergognoso perché si parla di soldi pubblici, di salute pubblica

che schifo
 

amnesiahaze

Glandeuse pinéale
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12 Août 2013
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Man from Armenia dici solo ciò che è sbagliato ma non dici cosa è giusto. Io ho letto l'articolo e lo trovo pienamente reale, nessuno mi ha mai detto come si usano le sostanze se non fosse stato per il fatto che l'ho cercato direttamente io. Se girassero per le scuole con dei semplici fogli illustrativi sulla riduzione del danno e sul safe use morti come queste non esisterebbero proprio. E si, sarei contento se i soldi pubblici andassero maggiormente a individui che la pensano così che ai vari serpelloni, giovanardi (fratello) comunità di san patrignano ecc!
 

BlueFire

Holofractale de l'hypervérité
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28 Oct 2013
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Haze ha colto il punto: di base i messaggi sono 2, ossia
-dateci più soldi
-informate i ragazzetti

E quando sono chiesti dei soldi ed è posta un'alternativa di solito la gente si sposta verso di essa. Vabbè, comunque in breve l'avrà detto nel peggiore o nel migliore dei modi ma non si può negare che il messaggio sia giusto!


P.S.
Capa lo disse (e io aspettavo un pezzo con questo tema da quando lo ascolto)
 

man from Armenia

Holofractale de l'hypervérité
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8 Juil 2013
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amnesiahaze a dit:
xxx Se girassero per le scuole con dei semplici fogli illustrativi sulla riduzione del danno e sul safe use morti come queste non esisterebbero proprio. xxx

questa è una tua opinione personale

la mia opinione suffragata per quel che vale dalla mia esperienza professionale è che le persone vogliono un confronto sui temi che gli interessano e tu operatore che ci sei andato non sai cos'è fino a che non te lo chiedono IL fogliettino da solo non serve a nulla. Hanno cento domande che spaziano su mille argomenti

L'idea di Giancane che la prevenzione per le morti sia la bottiglietta d'acqua (e che questa sia la prevenzione terziaria!) sono stronzate da sciacallo interessato agli $$$

Il Giancane è un medico di sert. Il suo pane lo guadagna dando fialette di metadone e siringhe pulite e facendo conferenze e formazione dicendo cazzate sulla riduzione del danno

Si parla di "riduzione del danno" all'italiana, perché solo in Italia c'è una contrapposizione faziosa, assurda, da stronzi, tra rdd e prevenzione primaria

sulle politiche antidroga ha detto una serie di balle - nel Lazio (la regione dove vivo) si fa da tre anni solo riduzione del danno, la regione fa assegnazione diretta di fondi solo ai servizi residenziali: prevenzione primaria (la secondaria non ne parliamo) uguale a zero. Giancane mente, tutti mentono su questo punto, perché vale milioni di euro

Per tornare alle parole di questo stronzo: la prevenzione in discoteca non è la bottiglietta d'acqua e dire alla gente di prendere fiato. Con quanti operatori la fai? Per quanti contatti? Quante persone ci sono in una discoteca? Quante discoteche per zona? Basta farsi i conti per capire che non può essere un servizio diffuso e efficace. Se mandi dei professionisti in tutte le discoteche per un numero adeguato di contatti il servizio costa un botto, se non hai soldi allora mandi operatori alle prime armi che puoi pagare un tozzo di pane e che non sono formati in modo adeguato oppure mandi una o due equipe e basta, poi ti fai le foto, ti fai il sito, la conferenza di chiusura del servizio, la foto con l'assessore, la notizia sul giornale e bona le

"Quello su cui credo sia necessario investire è la prevenzione terziaria, vale a dire prevenire che un consumatore occasionale ne riceva un danno e sviluppi una dipendenza. Se fosse questa la strada del nostro Paese, il ragazzo sarebbe ancora vivo&#8220;"

Questa è una cazzata, lo sciacallo chiede a chiare parole soldi dicendo una cazzata. E' morto un ragazzo, un ragazzo di sedici anni! Aveva comprato la droga al suo paese sua per consumarla in discoteca, aveva già deciso, gliela ha data un suo amico, erano convinti che fosse un comportamento sicuro. Era già tutto deciso, per parare una cosa del genere serve altro, la bottiglietta d'acqua te al puoi mettere dove dice un amico mio Che Giancane dica che non sarebbe morto se in discoteca c'erano gli operatori con la bottiglietta d'acqua è una sua ipotesi - infondata - per chiedere soldi

Dio che schifo

più lo leggo e più mi incazzo.

I loro ufficetti nei Sert di cui loro stessi parlano male (ma poi guai a toccargli il loro stipendio da impiegato pubblico, i loro turni, il posto macchina), la loro spocchia, le loro conferenze in cui si pavoneggiano e sparano giudizi dal microfono e del nome sulla scaletta. Le loro parole infami sui ragazzini cretini e i tossiconi : sono quelli della rdd i più razzisti con gli utenti, i primi a essere convinti che se sei dipendente sono cazzi tuoi, sei tu il coglione, che ti drogherai comunque e che se devi morire - bhé, loro te l'avevano detto, il fogliettino e la siringa pulita l'hanno data - quindi "era destino". Il massimo del disprezzo contro gli utenti l'ho sentito esprimere sempre da medici (c'è un motivo preciso per questa cosa, opinione personale e OT)
In questo caso il destino di un ragazzino può essere molto utile al dott Giancane per chiedere soldi alla Regione dove lui lavora, con la rdd, per la sua rdd.
Mi viene da vomitare

VABBè BASta per me ho editato troppo questo emssaggio

ciao
 

rango

Sale drogué·e
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2 Fev 2012
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immaginavo sarebbe stato un post "caldo", visto il tema e quello che è successo. Ho pubblicato questo articolo perchè mi sembrava interessante la prima parte, cioè la disidratazione, più che le politiche di riduzione del danno.

Man, ti va di scrivere qualcosa partendo da questa evento - non rivolto agli addetti ai lavori - che dei ragazzi potrebbero trovare utili? lo sai che questo forum è molto seguito
 
Haut