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Qaundo il vino venne a mancare

Molto Lontano

Elfe Mécanique
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[h=4]QUANDO IL VINO VENNE A MANCARE
di Giorgio Samorini[/h]La sua sostituzione con l'Amanita muscaria
Durante gli anni 1860-1890 la maggior parte dei vigneti europei fu seriamente minacciata da un insetto parassita, la fillossera, che proveniva dagli Stati Uniti. Numerosi vini, frutto della lunga viticoltura europea, scomparvero, e non si trovò infine miglior soluzione di quella di innestare le viti europee su portainnesti di vite americana poiché quest’ultima era invulnerabile al parassita. A quei tempi si pensò a un’invasione casuale del parassita dei vigneti europei, ma oggigiorno si sta intuendo che quell’arrivo di fillossera dagli Stati Uniti fu molto probabilmente un atto intenzionale, un atto sporco di guerra commerciale, in definitiva un atto terroristico, alla pari delle coperte sporche di vaiolo distribuite a Comanche, Apache e altre tribù di nativi americani e delle due bombe atomiche di Hiroshima e Nagashaki.
Fatto sta che per alcuni anni in vaste regioni d’Europa, Italia compresa, il vino diventò un prodotto raro e costoso e ai contadini e ai poveri venne a mancare la droga quotidiana. Vi fu chi cercò di risolvere il problema ottenendo fermentati alcolici da pere, pesche e altra frutta, chi sostituendo il vino con la papagna (papavero da oppio); da queste medesime ricerche di sostituzione furono elaborati i liquori di assenzio ed ebbe origine il fenomeno dell’absintismo. Ma il tentativo più sorprendente fu la sostituzione del vino con l’Amanita muscaria!
Nel 1879 un medico della provincia di Milano, Batista Grassi, viene chiamato d’urgenza presso una famiglia di contadini, poiché un uomo, poco dopo aver terminato il pranzo di mezzodì, dava segni di squilibrio mentale. In realtà all’osservazione del medico l’uomo sembrava gioire del suo stato mentale, cantava ed era sorridente, in contrasto con la preoccupazione degli altri membri della famiglia. L’uomo informò il dottore che durante il pranzo aveva mangiato un cappello di Amanita muscaria, "dato che era da molto tempo che non riusciva a bere un bicchiere di vino". Aggiunse che i contadini della zona sapevano che questo fungo "fa cantare" e che si raccontavano una vecchia storia di due sposi che, mangiato il fungo durante la notte nuziale, cantarono fino all’alba.
Già di per se questo documento riveste un’importanza eccezionale per l’etnomicologia italiana ed europea, in quanto testimonia la conoscenza tradizionale delle proprietà dell’Amanita muscaria conservatasi sino almeno alla fine del XIX secolo. Ma ancor più eccezionale è ciò che seguì dall’incontro fra il dottor Grassi e l’uomo che si era inebriato con l’Amanita. Al medico viene l’idea che questo fungo, così comune nei boschi della sua regione, potrebbe essere effettivamente un economico sostituto del vino. Si cimenta in un paio di autosperimentazioni con il fungo e in un’altra decina di prove lo somministra ad alcuni volontari. In questi esperimenti Grassi assume e fa assumere quantità di agarico secco in diversi momenti della giornata, e non in un’unica dose. Verificata su di se l’innocuità e l’adatto dosaggio del fungo, il medico si reca di volta in volta nelle fattorie vicine presso sue giovani amiche, offrendo loro pallottoline di fungo secco. Tutte le ragazze hanno reazioni positive e affermano di "sentirsi brille come con il vino, ma più felici". Una ragazza di 20 anni sotto effetto del fungo si avvicina al medico e si lascia andare in effusioni amorose, che Grassi sembra gradire; un’altra canta, sorride e non smette di ringraziare il medico per averle dato "così tanta gioia".
Grassi non sembra porsi scrupoli e far fare l’esperienza con il fungo anche a una ragazzina di 16 anni, che passa tutto il tempo a correre per la casa, esigendo un bacio da chiunque incontra. A un certo punto scappa di casa per recarsi dai vicini e richiedere anche lì un bacio da tutti, e quando vede un suo compagno di scuola, gli si avvinghia al collo e lo bacia con passione. Quando il viaggio fungino termina, la ragazzina afferma di aver passato il più bel giorno della sua vita e che "la vita è un immenso bacio". Dopo aver sperimentato il fungo su nove ragazze, Grassi si reca da un muratore di 40 anni che da tempo era afflitto da una crisi depressiva. Gli propina tre pallottoline di fungo, da ingerire una ogni 4 ore. L’uomo diventa di buon umore e gli passano via dalla mente i cattivi pensieri che lo perseguitavano da tempo. Il giorno dopo afferma di sentirsi un altro uomo e lo stato depressivo si allontana definitivamente. Nel corso dei suoi esperimenti nelle varie fattorie Grassi propina pallottoline di fungo secco anche a cani, maiali e galline, osservando con soddisfazione che anche gli animali "sembravano più vivaci e più felici sotto effetto del fungo".
Terminati gli esperimenti, Grassi giunse alla conclusione che l’Amanita muscaria produce un’ebbrezza non tossica e che era utilizzabile come sostituto del vino. Fece preparare pallottoline di fungo secco, che furono messe in vendita a basso costo nelle farmacie e consigliò alla popolazione di sopperire alla mancanza di vino ingerendo 2 o 3 pallottoline di fungo durante la giornata. Secondo i calcoli eseguiti da Grassi, un fungo di Amanita muscaria di dimensioni medie pesa 150 grammi e 1 grammo di fungo secco equivale a circa 22 grammi di fungo fresco. Purtroppo il medico non specifica se i suoi calcoli si riferiscono al solo cappello del fungo o al fungo intero. Gli studi biochimici moderni hanno dimostrato che il cappello è da 3 a 5 volte più potente del gambo. Le pallottoline di fungo secco confezionate e sperimentate dal medico pesavano 1, 2 o 3 grammi, a seconda che si desiderassero effetti bassi, medi e forti e la "ricetta" di Grassi prevedeva due o tre assunzioni durante la giornata, distanziate 3-4 ore l’una dall’altra.
Grassi pubblicò un resoconto dei suoi esperimenti nel 1880 nella rivista medica Gazzetta degli Ospitali di Milano, dove concludeva esortando i colleghi medici a "insegnare al popolo il grande valore di questo alimento nervoso". In questa frase risiede l’aspetto più importante del pensiero e della mentalità non-farmacratica dei medici dell’Ottocento. Grassi era allievo di Paolo Mantegazza, uno dei padri fondatori della "Scienza degli alimenti nervosi", cioè della Scienza delle droghe. Per questi medici l’utilizzo delle droghe era un normale comportamento umano e non è un caso che Mantegazza, definendole "alimenti nervosi", le classifichi fra i generi di alimenti, e la preoccupazione per una conservazione – e non per una negazione – di questo comportamento doveva rientrare nell’etica e nella sfera d’azione della professione medica. Grassi si preoccupava della carenza del vino perché era consapevole dell’importanza dell’ebbrezza nella società, e come medico-sciamano (in questo caso il paragone parrebbe appropriato), si preoccupava di trovare come sostituto un altro inebriante; e che inebriante! L’Amanita muscaria! Proprio uno di quei millenari enteogeni di cui i culti proibizionisti imposero la sostituzione con placebo e vino.
fonte: Dolce Vita n°3 :yawinkle: Grazie Samorini
 

Headache

Banni
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Sarei curioso di provarli un giorno, poi in internet ho letto che la nausea sarebbe presente solo se è cresciuto in terreni contaminati da altro! Tempo fa avevo visto un video in cui veniva consigliato al posto della marijuana e addirittura in combo :)

L'effetto non è dissociativo ad alte dosi? il ciò spiegherebbe quell'effetto di scoordinazione e rallentamento dei riflessi, se qualcuno ha esperienze ne sarei curioso!
 

MENE

Holofractale de l'hypervérité
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Cavolo, pensavo fosse abbastanza tossico come riportato in tante guide....

Ne crescono a bizzeffe sui monti delle mie zone...
 

Molto Lontano

Elfe Mécanique
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È tossica solo se non viene seccata ! Bisognerebbe capire come fare le famose palline ! Ah e si usa solo il cappello
 

MENE

Holofractale de l'hypervérité
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capito capito..
beh il testo parla di palline di fungo secco da 1, 2 o 3 gr quindi dovrebbe essere più che fattibile
 

Molto Lontano

Elfe Mécanique
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Si certo , dovrebbe essere come fare palline di mescalina (?)

il il periodo migliore di raccolta dovrebbe essere fine agosto inizio settembre
 

MENE

Holofractale de l'hypervérité
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ma per "palline" di cosa stiamo parlando?

si intende prendere un grammo secco di cappella del fungo e compattarlo in una pallina? o sbaglio?
 

LaFouinefarc-ep

Holofractale de l'hypervérité
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io penso che tutte le piante europee definite tossiche siano magiche
 

GattoNero

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Bisognerebbe provarci. Aspettiamo agosto!
 

Fractal Cloud

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LaFouinefarc-ep a dit:
io penso che tutte le piante europee definite tossiche siano magiche

Prova una bella insalata di aconito, tipicamente alpino, poi se ne riparla! ;)

Ragazzi, non è che qualsiasi cosa venga classificata come velenosa per complotto eh...il racconto del medico milanese è interessante, ma di gente che s'è fatta male coi funghi alpini ce n'è, compresa una bella quantità di decessi. Come si dice da noi, ocio!
 

GattoNero

Elfe Mécanique
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lessi tempo fa che la dose mortale di amanita era sui 400-500 g,non so se freschi o secchi, ma credo freschi. A dosaggi più bassi può dare nausea, diarrea e simili, ma non dovrebbe essere letale.

Poi in questo caso si tratta di mangiarne in un intera giornata max 9 grammi (supponendo 3 palline da 3g).
 

Molto Lontano

Elfe Mécanique
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Allora; vale il rapporto 1 secco : 10 fresco come al solito.

Abbiamo tre principi attivi, acido ibotenico, muscimolo e muscazone.

L'acido ibotenico è responsabile della nausea, perchè un pò come la psilocibina dei funghi non è direttamente biodisponibile, prima dev'essere decarbossilizzato in muscimolo.

La maggior parte dei principi attivi si trovano nel cappello (nella pelle rossa che lo riveste in particolare ) , asciugare il fungo fresco serve a trasformare l'acido ibotenico in muscimolo.

Il muscimolo è un agonista del recettore GABA A (EFFETTO PRINCIPALE, tipo alcover/GHB), l'acido ibotenico rimasto agisce invece come agonista dei recettori NMDA A, e infine sul glutammato (recettori del glutammato, mGluRs).

Il muscazone è un prodotto del decadimento del muscimolo, meno potente..

Infine A. M. presenta alti livelli di un elemento parecchio interessante, il vanadio.

Io non lo userei come psichedelico, visti i recettori sui quali agisce è molto più sensato come inebriante (stimolante+sedativo).

A MENO CHE non lo mangi fresco (acido ibotenico rec. NMDA), allora li qualche visione potresti pure averla, ma non mi piace avere la nausea.

Qualcuno ne sa di più sul neurotrasmettitore GABA ? Potrebbe aiutarci a capire l'effetto delle palline secche, io credo che una gita per i boschi a cercare il fungo delle fiabe la farò.

Ah un altra cosa, se non volete sballarvi potete farlo bollire, buttare l'acqua (ahia) e mangiarlo tranquillamente, perchè i principi attivi sono idrosolubili..
 

Psycore

Holofractale de l'hypervérité
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Molto Lontano a dit:
Allora; vale il rapporto 1 secco : 10 fresco come al solito.

Però nell'articolo Samorini dice:

1 grammo di fungo secco equivale a circa 22 grammi di fungo fresco.

Comunque l'aspetto secondo me più importante del testo, oltre alla già conosciuta attività psichedelica dell'amanita muscaria, è questo:

Grassi si preoccupava della carenza del vino perché era consapevole dell’importanza dell’ebbrezza nella società

qui sul forum parliamo spesso di usi sacri, di introspezione, spiritualità eccetera tutte cose vere e profonde, e rappresentano l'aspetto più nobile delle sostanze. Però anche la voglia di andare oltre e lo sballarsi fine a stesso derivano da un bisogno profondo che fa parte dell'essere umano. Ognuno avrà il proprio bisogno, ma non credo sia per forza necessario vietarsi esperienze puramente ricreazionali e usare sostanze solamente in contesti sacri.

Considerare l'uso spirituale e l'uso ricreazionale come opposti l'uno all'altro credo sia sbagliato e sia una visione tipica occidentale, questo giusto/questo sbagliato.
 

man from Armenia

Holofractale de l'hypervérité
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Sarà bravo come medico, dal punto di vista sociale e storico dice delle cazzate veramente potenti che mettono in dubbio la validità di tutto lo scritto, se uno le spara grosse in storia facile che le spari anche da medico
 

Ming

Sale drogué·e
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OT:
sia una visione tipica occidentale, questo giusto/questo sbagliato.
Secondo me lo stigmatizzare come "tipicamente occidentale" è una cosa tipicamente occidentale. :)
 

LaFouinefarc-ep

Holofractale de l'hypervérité
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io due anni fa sule dolomiti ne ho mangiato un bel boccone da fresco, risultato zero :( proprio nulla se non il sapore in bocca
 

MENE

Holofractale de l'hypervérité
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LaFouinefarc-ep a dit:
io due anni fa sule dolomiti ne ho mangiato un bel boccone da fresco, risultato zero :( proprio nulla se non il sapore in bocca
Probabilmente perchè seccandosi fanno reazione i principi attivi e rilascia di più le proprietà psicotrope. Non ricordo se era scritto sopra o su un altro thread.
 
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