Vorrei condividere con voi un pensiero che mi accompagna da molto sulla psichedelia e il suo rapporto con la spiritualità, e in linea di massima si potrebbe fare questo discorso con tutti i "mezzi spirituali", come tecniche meditative, filosofie di tutti i tipi, religioni e via dicendo...
Provo a spiegarmi nel modo piu semplice che posso:
La verità è autoevidente, bisogna solo osservare per vederla.
Osservare significa essere presenti senza il giudizio preliminare dell'esperienza, anzi è in questo modo che si crea la vera esperienza, infatti la maggior parte delle esperienze che formano la nostra persona sono quelle dell'infanzia, quando OSSERVAVAMO veramente, con stupore, curiosità e PUREZZA.
La vera esperienza è leggera come un soffio, ed è il cammino che abbiamo fatto, ma proprio come il cammino ci porta da qualche parte, non posso portarmi con me tutto il cammino che ho fatto, non mi appartiene, sta la, ed è reale, ma non mi appartiene.
Se mentre sto proseguendo nella mia vita mi fermo e mi limito solo e unicamente al sentiero che ho percorso fino a quel momento mi posso pure illudere, pericolosamente, di aver trovato qualcosa nel sentiero che sto percorrendo, con la mia mente lo ingrandisco, ci costruisco una comoda casa, e mi illudo di essere giunto alla mia meta. Oppure comincio ad aggirarmi continuamente sullo stesso tratto di sentiero, perchè c'è un panorama, un albero, una cascata, qualcosa che attira enormemente la mia attenzione, e io sto la per ore e ore, e intanto viene la sera, e io rimango bloccato sul sentiero, nella foresta....
Se si è arrivati a fare esperienze psichedeliche, e per qualche motivo si è toccati da un'esperienza spirituale, a volte si può compiere l'errore di pensare che il sentiero corrisponda con la meta.
Si può pensare che nella psichedelia ci sia, di per se, una componente spirituale, e si cade nel tragico errore di confondere il sentiero con la meta...
Parlo in questo modo perchè penso che forse solo di recente mi sto rendendo conto di questo fatto, e vorrei che magari anche una sola persona leggendo queste righe possa porsi qualche domanda...
Penso anche che come esseri umani siamo portati a fare questo continuamente con ogni singola cosa che entra nella nostra vita, dal gioco del calcio alle piu complicate tecniche tantriche...
Non c'è assolutamente nessun elemento, concetto, oggetto o pensiero a cui non cerchiamo di aggrapparci costantemente. Ogni pietra, ogni sasso, ogni albero ombroso che troviamo lungo il cammino speriamo che quello sia il punto di arrivo, finalmente, dopo tutta questa strada...
Ma allora cosa significa andare avanti? Andare avanti sul sentiero significa continuare a OSSERVARE il mondo. Sentirlo, viverlo, per quello che è, vedere le cose come nuove, ogni volta, come quando eravamo bambini, questa è una direzione, significa che non abbiamo assolutamente nessuna informazione su cosa vedremo, cosa troveremo, c'è l'ignoto davanti a noi, e per questo possiamo andare...
Insomma, quando pensavo di aver trovato Dio nei Funghi mi sono fermato, era un delirio di onnipotenza, di aver trovato la Verità, e anche se ero stato cosi fortunato da aver visto la verità per quello che era, il mio ego pauroso subito ci aveva messo un'etichetta, e sperava di essere finalmente arrivato alla meta, o almeno di esserci vicinissimo. Ma in realtà cosi facendo avevo smesso di ascoltare, di ossrvare, di guardare con occhio veramente innocente....
E' nel silenzio profondom, interno, che possiamo ascoltare. Abbandonando ogni preconcetto e ogni esperienza preliminare...
Concludo con un estratto bellissimo e anche divertente tratto da "la montagna sacra".
Provo a spiegarmi nel modo piu semplice che posso:
La verità è autoevidente, bisogna solo osservare per vederla.
Osservare significa essere presenti senza il giudizio preliminare dell'esperienza, anzi è in questo modo che si crea la vera esperienza, infatti la maggior parte delle esperienze che formano la nostra persona sono quelle dell'infanzia, quando OSSERVAVAMO veramente, con stupore, curiosità e PUREZZA.
La vera esperienza è leggera come un soffio, ed è il cammino che abbiamo fatto, ma proprio come il cammino ci porta da qualche parte, non posso portarmi con me tutto il cammino che ho fatto, non mi appartiene, sta la, ed è reale, ma non mi appartiene.
Se mentre sto proseguendo nella mia vita mi fermo e mi limito solo e unicamente al sentiero che ho percorso fino a quel momento mi posso pure illudere, pericolosamente, di aver trovato qualcosa nel sentiero che sto percorrendo, con la mia mente lo ingrandisco, ci costruisco una comoda casa, e mi illudo di essere giunto alla mia meta. Oppure comincio ad aggirarmi continuamente sullo stesso tratto di sentiero, perchè c'è un panorama, un albero, una cascata, qualcosa che attira enormemente la mia attenzione, e io sto la per ore e ore, e intanto viene la sera, e io rimango bloccato sul sentiero, nella foresta....
Se si è arrivati a fare esperienze psichedeliche, e per qualche motivo si è toccati da un'esperienza spirituale, a volte si può compiere l'errore di pensare che il sentiero corrisponda con la meta.
Si può pensare che nella psichedelia ci sia, di per se, una componente spirituale, e si cade nel tragico errore di confondere il sentiero con la meta...
Parlo in questo modo perchè penso che forse solo di recente mi sto rendendo conto di questo fatto, e vorrei che magari anche una sola persona leggendo queste righe possa porsi qualche domanda...
Penso anche che come esseri umani siamo portati a fare questo continuamente con ogni singola cosa che entra nella nostra vita, dal gioco del calcio alle piu complicate tecniche tantriche...
Non c'è assolutamente nessun elemento, concetto, oggetto o pensiero a cui non cerchiamo di aggrapparci costantemente. Ogni pietra, ogni sasso, ogni albero ombroso che troviamo lungo il cammino speriamo che quello sia il punto di arrivo, finalmente, dopo tutta questa strada...
Ma allora cosa significa andare avanti? Andare avanti sul sentiero significa continuare a OSSERVARE il mondo. Sentirlo, viverlo, per quello che è, vedere le cose come nuove, ogni volta, come quando eravamo bambini, questa è una direzione, significa che non abbiamo assolutamente nessuna informazione su cosa vedremo, cosa troveremo, c'è l'ignoto davanti a noi, e per questo possiamo andare...
Insomma, quando pensavo di aver trovato Dio nei Funghi mi sono fermato, era un delirio di onnipotenza, di aver trovato la Verità, e anche se ero stato cosi fortunato da aver visto la verità per quello che era, il mio ego pauroso subito ci aveva messo un'etichetta, e sperava di essere finalmente arrivato alla meta, o almeno di esserci vicinissimo. Ma in realtà cosi facendo avevo smesso di ascoltare, di ossrvare, di guardare con occhio veramente innocente....
E' nel silenzio profondom, interno, che possiamo ascoltare. Abbandonando ogni preconcetto e ogni esperienza preliminare...
Concludo con un estratto bellissimo e anche divertente tratto da "la montagna sacra".