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Pogonomyrmex Californicus (che in realtà è una formica ma facciamo finta di niente)

ProtoZoon

Glandeuse pinéale
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4 Jan 2014
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Ciao a tutti :D Come specificato nel titolo questa non è una pianta, ma di certo men che meno un fungo o un prodotto sintetico, e purtroppo non ci sono neanche particolari esperienze da riportare, per cui ho piazzato il thread qua che mi pareva il posto meno fuori luogo (e dove un nome scientifico fa sempre figo).
Come ho scritto, si tratta di una specie di formiche, l'unico esempio conosciuto di insetto allucinogeno che abbia avuto un utilizzo diffuso, più precisamente tra alcune tribù californiane appartenenti al popolo degli Shoshoni e tra i Luiseño-Papeño, se riterrete che sia meglio spostare il post da un'altra parte lorsignori faccino, ho visto che non ce n'era cenno sul forum e ho voluto dare quelle poche informazioni di cui dispongo :)
In tutte queste tribù il rito di ingestione delle formiche prevedeva che l'individuo interessato all'esperienza visionaria si recasse da un'anziana saggia che lo seguisse per tutto il corso della cerimonia. Questa avveniva nel bosco, in una zona riparata, dove l'assuntore per alcuni giorni digiunava e vomitava per purificare il corpo e lo spirito e prepararlo all'ingresso delle formiche sacre, dopodiché gli insetti venivano inghiottiti vivi (rigorosamente: se una sola formica fosse morta, essendo animali sacri, sarebbe morto anche l'assuntore) sopra a delle palle di peluria d'aquila, fino a un massimo di circa 400 formiche. Quindi la donna iniziava a scuotere e percuotere l'addome del poveraccio che intanto soffriva il dolore sempre crescente dovuto ai morsi velenosi delle formiche lungo l'esofago e dentro lo stomaco, stimolate dai movimenti indotti dall'anziana. Arrivato a una sufficiente dose di veleno il soggetto perdeva conoscenza e si inoltrava nel mondo degli spiriti, dove incontrava uno o più spiriti tutelari, o "guide del sogno" che lo avrebbero poi accompagnato per tutta la vita, come dei veri e propri aiutanti che rappresentavano abilità particolari e forze della natura. Ripresa conoscenza dopo alcune ore, l'assuntore si provocava il vomito e rilasciava così le formiche vive. Il rito veniva ripetuto più volte al giorno anche per più volte al giorno, finché le formiche non riuscivano a risalire da sole l'esofago senza bisogno del vomito, segno che lo spirito guida aveva accettato completamente l'uomo.
Un fatto interessante è che l'utilizzo delle formiche era spesso un ripiego invernale all'assenza, per via della stagione, del toloache, nome indiano per la Datura Wrightii, simile alla Stramonium, che costituiva la più importante pianta maestra e principale agente visionario e spirituale di quelle popolazioni.
Niente, mi pare di aver scritto tutto, purtroppo il principio attivo del veleno delle Pogonomyrmex non è conosciuto anche se pare che ne sia conservata una colonia ad Harvard portata lì nel '96 proprio per una ricerca farmacologica.
Bella a tutti :)
 

Monad

Holofractale de l'hypervérité
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15 Sept 2012
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Se non sbaglio ne parlava Samorini in una delle sue conferenze. Grazie.

P.S. L'ho spostato in Psichedelia e Altro dove c'e' anche un thread sul Bufo alvarius.
 

Ming

Sale drogué·e
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5 Sept 2014
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776
Mi sembra un po' strano che le formiche riescano a sopravvivere, ad un certo puno si dovranno pur fare una doccia di succhi gastrici. A parte questo, mi sembra importante notare come la sofferenza sia parte fondamentale del rito. E noi che facciamo la lemon tek perchè ci da fastidio un po' di nausea.
 

ProtoZoon

Glandeuse pinéale
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4 Jan 2014
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Penso che i digiuni e il vomito dei giorni prima, oltre a essere comuni un po' a tutte le tradizioni e tutte le cerimonie, possano avere anche l'utilità di inibire le funzioni gastriche :\

Ming a dit:
A parte questo, mi sembra importante notare come la sofferenza sia parte fondamentale del rito. E noi che facciamo la lemon tek perchè ci da fastidio un po' di nausea.
Beh, il dolore è una costante fondamentale in quasi tutte le culture, non solo quelle shamaniche, come una soglia da superare per la propria crescita e conoscenza di se stessi, per dirla alla buona. Il malessere rimane "mal" finché noi ci ostiniamo a rifiutarlo, dicendola proprio ignorante siamo delle fighette micidiali, quello che per noi è disagio e che cerchiamo di fuggire disperatamente il più delle volte è solo un recupero di una condizione più... naturale? Non mi piace troppo come termine, ma può rendere. Diciamo più reale :)
 

~Møgõrøs•

Elfe Mécanique
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20 Juin 2014
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446
ProtoZoon a dit:
Penso che i digiuni e il vomito dei giorni prima, oltre a essere comuni un po' a tutte le tradizioni e tutte le cerimonie, possano avere anche l'utilità di inibire le funzioni gastriche :\


Beh, il dolore è una costante fondamentale in quasi tutte le culture, non solo quelle shamaniche, come una soglia da superare per la propria crescita e conoscenza di se stessi, per dirla alla buona. Il malessere rimane "mal" finché noi ci ostiniamo a rifiutarlo, dicendola proprio ignorante siamo delle fighette micidiali, quello che per noi è disagio e che cerchiamo di fuggire disperatamente il più delle volte è solo un recupero di una condizione più... naturale? Non mi piace troppo come termine, ma può rendere. Diciamo più reale :)

Infatti quando ho mangiato il San Pedro crudo è stato diverso dal bere la sua polvere finemente tritata ed infusa nell'acqua (non che quella era buona...)!
 

man from Armenia

Holofractale de l'hypervérité
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8 Juil 2013
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1 228
le formiche che ti pungono l'esofago te 'e magni tu too dico sincero
 

marhorn

Neurotransmetteur
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10 Avr 2015
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84
Ming a dit:
Mi sembra un po' strano che le formiche riescano a sopravvivere, ad un certo puno si dovranno pur fare una doccia di succhi gastrici. A parte questo, mi sembra importante notare come la sofferenza sia parte fondamentale del rito. E noi che facciamo la lemon tek perchè ci da fastidio un po' di nausea.
Nella conferenza samorini spiegava che le formiche a un certo punto formano una vera e propria pallina nello stomaco, grazie alla quale, quelle più esterne muoiono sciolte dai succhi gastrici, ma gli strati inferiori sopravvivono, infatti quando poi le vomitavano, vomitavano la pallina di formiche
 
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