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Ma il consumo di caffè negli anni fa bene o fa male?

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Caffè e pericoli per la salute

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Danni del caffè
A cura di Marino Macchio

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tratto da Danni del caffè

Tutti sappiamo (o quasi) che gran parte degli alimenti presenti abitualmente sulle nostre tavole, quindi di uso comune e ingeriti tutti i giorni, possono nascondere insidie (purtroppo) per la nostra salute. Alcuni esempi: polli alla diossina, pesce con alto contenuto di mercurio, ortaggi contenenti per varie ragioni (colture vicino ad autostrade o strade molto trafficate) metalli pesanti come il piombo, sostanze cancerogene come il benzopirene ed altre sostanze nocive per la salute come anticrittogamici e vari tipi di diserbanti, e non ultimi gli alimenti geneticamente modificati ecc. ecc.
E' indubbio che per la nostra sopravvivenza dobbiamo nutrirci, quindi l'alimentazione è fondamentale. Siamo fatti di quello che mangiamo, non possiamo alla fine fare a meno di carne di pollo, tacchino, manzo, pesce, ecc. ma neanche di frutta, verdura e legumi, anche se talvolta come abbiamo già detto nascondono delle insidie.
Premesso questo, non me ne vogliono i consumatori di caffè, quello che mi appresto a dire non è frutto della mia fantasia ma di quello che risulta documentato e scientificamente provato; mi riferisco ai danni che il caffè, nel tempo, può causare alla salute di chi ne fa uso quotidianamente. Questa aromatica e calda bevanda oggi è molto usata più che altro come abitudine di vita a cui molti non riescono proprio a rinunciare, ignari dei danni che, potenzialmente a lungo andare, il consumo di questo "non alimento" può provocare all'organismo.
N.b: nel Mondo, siamo rimasti noi Italiani e i Brasiliani a consumare caffè "ristretto".
I suoi sostenitori affermano che il principio attivo contenuto in questo infuso, la caffeina, produce uno stato di veglia, allontana la necessità di riposo, provoca una certa stimolazione mentale; stimola anche il miocardio nella sua funzione contrattile e conseguentemente aumenta la gittata cardiaca; inoltre ha un'azione diuretica, stimola la secrezione gastrica ed ancora esercita un'azione stimolante sul sistema nervoso centrale, sul cuore, sui muscoli striati e sul rene.
Comunque anche se "potrebbe" offrire dei vantaggi positivi tramite l'effetto psicoeccitabile - aumentando le capacità di prestazioni in campo sportivo ed in particolare in esercizi a bassa intensità prolungati nel tempo, ritardando quindi l'insorgenza della fatica muscolare (risparmiando glicogeno) - l'ingestione di questa sostanza provoca molti rari effetti che faranno riflettere un attimo.
Quando si parla di questa "bevanda" tutti associano il caffè alla caffeina, pochi approfondiscono, e nessuno ci spiega che non c'è solo caffeina ma tantissime altre tossine... tutti ignoriamo, come mai?... Mi riferisco alle altre centinaia di tossine che il caffè contiene. E' anche doveroso precisare che il caffè non ha niente di alimentare, non è altro che il risultato finale di lavorazioni industriali che ne fanno tutt'altro che un prodotto sano e nutriente. In sostanza la bevanda che si ottiene è poco più che un concentrato di elementi aromatici estratti da grani pressoché carbonizzati. Il caffè è un vero e proprio anti-alimento, contiene 2 Kcal a tazzina, al cui interno vi si trovano anche più di duecento (200) sostanze tossiche, elenchiamone alcune e i loro effetti:
teofillina e teobromina (metilxantine, come la caffeina o sostanze nervine), betamina e tannino: danneggiano il sistema nervoso, altre il sistema vascolare e gli organi digestivi, altre ancora sono all'origine di sintomi quali le palpitazioni, le vampate di calore, le angosce, le oppressioni cardiache, aumentano il ritmo cardiaco, gli scompensi della pressione sanguigna, causano tremori e persino le nevrastenie.
Entriamo ora un po' nel dettaglio delle due più conosciute sostanze tossiche del caffè: Caffeina e Tannini.
La caffeina

Anche piccole dosi di caffeina sono dannose ai cardiopatici con segni di insufficienza aortica, ai nevrotici, agli artritici, ai dispeptici, alle persone che soffrono di affaticamento fisico, agli affetti di aritmia extrasistolica, ai portatori di alterazioni degenerative dei vasi, agli arteriosclerotici per le eventuali brusche modificazioni cardiovascolari ed inoltre agli affetti di malattie renali ipertensive, a chi ha problemi alla prostata o/e infiammazioni croniche della vescica.
Controindicazioni quindi anche per tutte le forme di gastriti e duodeniti, ulcera gastroduodenale, enterite, colite e stitichezza, controindicato anche alle donne in stato di gravidanza; infatti da esperimenti effettuati è stato accertato il passaggio della caffeina dalla madre al feto. La caffeina si deposita per un certo periodo di tempo nel cervello del feto, intervenendo negativamente sull'attività di enzimi con gravi conseguenze tutt'ora oggetto di studio.
In poche parole la caffeina LOGORA l'organismo; infatti anziché aumentare le forze, dà una sensazione di falsa energia che richiede uno sforzo maggiore; inoltre, come è stato dimostrato in numerosi esperimenti su piante ed animali, ad alte dosi crea pericolosi mutamenti cellulari.
I Tannini

Il caffè torrefatto residua una notevole quantità di tannino, la cui presenza nell'organismo può provocare danno alla salute quale: diminuzione dell'accrescimento corporeo e dell'utilizzazione dell'azoto proteico (i tannini formano un legame specifico con le proteine). Ii tannini inattivano gli enzimi proteasi, lipasi ed amilasi, che svolgono nell'organismo una funzione insostituibile; la loro inibizione comporta interferenze negative nell'utilizzazione metabolica di molte sostanze nutritive. Un esempio di tale interferenza è dato dall'associazione del caffè (contenente anche tannino), con il latte (contenente proteine grassi e zuccheri); la spiegazione è che la caffeina, aumenta la secrezione gastrica (aumento della produzione di acido cloridico), mentre l'azione del tannino ostacola la digestione e l'assimilazione in particolare delle proteine ma anche degli altri componenti del latte. Inoltre i tannini sembrano influire negativamente sull'assorbimento di ioni metallici (oligoelementi).
Per concludere

Vi siete mai chiesti come mai quando andiamo dal medico e gli esponiamo i nostri problemi di salute una delle prime domande che il medico ci fa è: quanti caffè bevi in un giorno? E secondo di come gli risponderemo lui ci dirà:

  • hai problemi di stomaco? Non bere caffè
  • hai problemi alla vescica? E' meglio se rinunci al caffè
  • hai problemi alla prostata? Fai a meno del caffè
  • hai problemi al cuore? Non bere caffè
  • ecc. ecc.
Ma perché il "nostro" medico di famiglia non ci dice chiaramente che solo un organismo perfettamente sano tollera, e ripeto tollera, uno o due caffè al giorno? E che comunque sarebbe meglio farne a meno?
In verità quando beviamo un caffè, introduciamo nel nostro corpo una quantità di tossine per varietà e quantità molte volte superiore a quelle che introdurremmo mangiando un fungo tossico, anche se non letale.
Allora mi chiedo, mangereste tutti i giorni un fungo sapendo prima che il fungo è TOSSICO (ma con un buon sapore) o ne fareste a meno?...




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Caffè, antiossidanti e benessere: nuove prospettive
tratto da NFI Monografie - Caff, antiossidanti e benessere: nuove prospettive

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Elevato potere Antiossidante grazie al contenuto degli acidi clorogenici, azione protettiva nei confronti dello sviluppo del Diabete di tipo 2 e del Morbo di Parkinson, rallentamento del naturale declino cerebrale nelle persone anziane, nessun effetto sfavorevole sul rischio cardiovascolare: sono queste le principali novità legate al consumo di caffè che emergono dai più recenti studi scientifici internazionali.

NFI, Nutrition Foundation of Italy – il Centro Studi dell’Alimentazione – ha fatto il punto della situazione insieme ad esperti internazionali: il professor Augustin Scalbert, Direttore del laboratorio di “Micronutrients, Metabolism and Biological Signatures” presso l’INRA Clermont-Ferrand e il professor Francesco Visioli della Nutrition Foundation of Italy e Direttore del laboratorio di “Micronutrienti e malattie cardiovascolari” presso l’Università di Parigi “Pierre et Marie Curie” evidenziano in particolar modo i numerosi benefici derivanti dal consumo di caffè, sottolineati dalla più recente letteratura scientifica, grazie al suo contenuto naturale di antiossidanti.
Il caffè rappresenta una delle bevande più bevute al mondo, con un consumo che, seppur molto variabile da paese a paese in quantità e modalità, oscilla tra i 12 kg pro capite annui della Finlandia ai circa 2 kg del Regno Unito e la Repubblica Ceca. L’Italia registra mediamente un consumo di caffè di 6 kg/annui a persona (fonte: International Coffee Organization). Nonostante questi dati però, c’è ancora oggi scarsa conoscenza sulle proprietà nutrizionali del caffè, e spesso l’attenzione del pubblico resta focalizzata esclusivamente sulla Caffeina ed i suoi effetti sull’organismo. Dati di un’indagine condotta a livello europeo, infatti, mostrano che più dell’80% del campione non è a conoscenza degli elementi nutrizionali contenuti nella bevanda (fonte: GKF, gennaio 2007).
Il caffè è in realtà una delle fonti dietetiche più abbondanti in antiossidanti naturali, quelle molecole che rallentano o prevengono i danni da radicali liberi. Gli acidi clorogenici sono i principali composti ad azione Antiossidante contenuti nel caffè e senz’altro i più potenti. Analizzati prima della torrefazione del chicco, risultano essere molto numerosi e di struttura diversa; i diversi processi di lavorazione, la temperatura, la macinazione ne riducono la presenza anche fino al 90% ma in ogni caso è possibile affermare che 100 ml contengono circa 250 mg di acidi clorogenici, una quantità rilevante.


Alcuni studi epidemiologici condotti in Olanda e Finlandia hanno evidenziato come il consumo di caffè, probabilmente grazie al contenuto in acidi clorogenici, si associ ad effetti preventivi nei riguardi di patologie oggi molto diffuse, come il Diabete di tipo 2 ed il Morbo di Parkinson.

Nel 2002 la rivista Lancet ha pubblicato uno studio condotto su un campione molto vasto di 17.000 uomini e donne olandesi dal quale è emerso che la probabilità di sviluppare Diabete di tipo 2 fosse inferiore del 50% nei soggetti che consumavano quotidianamente un minimo di sette caffè al giorno rispetto a chi ne consumava solo due. Risultati confermati anche da uno studio clinico successivo, pubblicato due anni più tardi e realizzato in Finlandia su 14.000 soggetti osservati per un periodo di ben 12 anni: tra i consumatori di quantità molto elevate di caffè (10 tazze al dì) è stata riscontrata una riduzione del rischio di sviluppare Diabete di tipo 2 del 55% tra gli uomini, e del 79% tra le donne. Tali risultati sembrano dovuti ad un’azione protettiva che l’acido clorogenico e gli altri antiossidanti polifenolici attivano nei confronti dell’organismo: viene così inibito l’assorbimento del glucosio a livello intestinale ed aumentato il consumo energetico. Questi effetti sembrerebbero addirittura maggiori con il consumo di caffè decaffeinato.

Uno studio pubblicato nel 2006 su Archives of Internal Medicine, infatti, che ha testato un campione di 29.000 donne in post-menopausa ha evidenziato che il consumo di 6 tazze di caffè decaffeinato al giorno può ridurre il rischio di Diabete di tipo 2 del 33% contro il 21% del caffè normale.

L’azione Antiossidante dei polifenoli contenuti nel caffè sembra avere inoltre un effetto positivo anche sull’Incidenza di malattie neurogenerative, con particolare riferimento al Morbo di Parkinson. Un effetto favorevole in tal senso potrebbe tuttavia essere attribuito anche alla Caffeina. Le evidenze più significative a questo proposito emergono da uno studio condotto dal dottor Alberto Ascherio dell’Università di Boston su un campione di 300.000 soggetti: i dati riscontrati a livello molecolare mostrano come la Caffeina riesca ad intervenire sulla tossicità dopaminergica, responsabile dei danni subiti dai neuroni della substantia nigra che regola gli impulsi all’attività motoria.


La letteratura scientifica riporta, inoltre, un numero sempre maggiore di studi che evidenziano la capacità del caffè di contribuire al mantenimento della funzionalità cognitiva. Da un recentissimo studio pubblicato nel 2007 sull’European Journal of Clinical Nutrition realizzato su un campione di 676 uomini sani nati tra il 1900 e il 1920 seguiti per un periodo di 10 anni è emerso che il declino cognitivo era circa dimezzato nei soggetti che avevano l’abitudine di consumare regolarmente tre tazze di caffè al giorno. Ad avvalorare la tesi del caffè che “fa bene al cervello” esiste anche uno studio presentato al meeting annuale della Psysiological Society nel 2006 secondo cui la Caffeina sarebbe in grado di aumentare la frequenza di alcune onde cerebrali migliorando quindi memoria e apprendimento.


Ma i benefici di questa domanda sembrano avere effetti positivi anche sull’insorgenza di patologie epatiche degenerative. Uno studio apparso nel 2006 su Archives of Internal Medicine ha analizzato 125.000 soggetti e ha evidenziato che ogni tazza di caffè bevuta al giorno era associata ad una diminuzione del 22% del rischio di sviluppare cirrosi epatica. Una meta-analisi successiva ha anche esteso questi risultati ad altre gravi patologie come il carcinoma epatico.


“Consumato in dosi moderate e con costanza quotidiana, il caffè ha dimostrato di essere un aiuto importante nella prevenzione di patologie metaboliche e neurodegenerative. La sua presenza, quindi, all’interno della dieta di ogni giorno non solo influenza positivamente la sfera emotiva della persona ma può contribuire al benessere dell’organismo” ha affermato il dottor Andrea Poli, Direttore Scientifico di NFI. “Grazie soprattutto al contenuto naturale in acidi clorogenici, il caffè, anche decaffeinato, è tra le fonti dietetiche più abbondanti di antiossidanti. Il suo consumo permette di assumerne quantità significative, con favorevoli implicazioni sulla nostra salute” ha concluso Andrea Poli.
 

oldbrand7

Holofractale de l'hypervérité
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ne vorrei parlare della caffeina..

non lo prendo mai, ma le rare volte mi inizia a battere il cuore.. non più velocemente (credo..) ma più forte. quasi lo sento con le orecchie. ma al livello di una striscia di coca!

immagino che chi lo prende tutti i giorni non abbia questo effetto, per me è una bomba, peggio di tante sostanze illegali. e parlo di quella porcheria in capsula nespresso (dio maledica la promoter in minigonna che me l'ha rifilata..) forse al bar è anche più forte.

una sera ne presi uno al ristorante, tornato a casa sia io che la mia ex, ma io di più, sentivamo questo fastidio cardiaco, io avevo i palmi sudati, fumavo una sigaretta e mi sembrava aria... l'effetto che ho sotto mdma !

non so prima o poi proverò a prenderne 2-3 insieme.. vediamo se sto più fatto che con la meth :)

collegato al caffè c'è il problema dell'alluminio.. è ipotizzato che l'accumulo di alluminio nell'organismo sia causa dell'alzheimer, e una vecchia caffettiera magari tramandata da generazioni perchè quelle usate e strausate fanno il caffè più buono di quelle nuove di fabbrica.. potrebbe rilasciare, giorno dopo giorno, mese dopo mese, quantità di alluminio (ma poi è di alluminio?) significative.

idem le teglie padelle pentolame vario, specie con sostanze acide come gli innocui pomodori.. quindi caffè e spaghetti al sugo tutti i giorni... alzheimer precoce.

vista la quantità di casi (purtroppo la mia famiglia ne è la dimostrazione, anche non consanguinei..) io addirittura sospettavo che fosse nelle tubazioni dell'acqua (a roma si beve quasi solo quella di rubinetto), ma questa sembra più logica.

avevo fatto un topic su sta cosa ma non ha riscosso successo..

http://www.psychonaut.com/notizie-articoli-e-studi/48779-allumimio-e-alzheimer.html
 

rango

Sale drogué·e
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oldbrand riprendiamo il discorso allora
 

Monad

Holofractale de l'hypervérité
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