In generale leggendo osho (in particolare "cogli l'attimo") ho capito che, soprattutto noi occidentali, tendiamo a cercare di "fare qualcosa per meditare" mentre l'unica cosa da fare è essere coscienti, esserci, vivere nel momento, e così tutto diventa meditazione, e queste più o meno sono le sue parole, in effetti se riflettete un attimo quando pensiamo lo facciamo o al passato o al futuro, se l'obbiettivo di meditare è allontanare i pensieri (che fanno da "spazzatura" e non ci fanno vivere bene) il modo migliore è vivere il momento rimanendo pienamente coscienti. Questo per chi non ha mai tempo di fermarsi, con lavoro, scuola o quant'altro, al contrario se si ha del tempo libero (non abbastanza da seguire corsi da dieci giorni) il miglior modo è mettersi comodi a occhi chiusi e seguire il respiro, in particolare lo si può seguire nella pancia (con i gonfiarsi e lo sgonfiarsi) oppure sulle narici, nel punto in cui entra e esce, così facendo, senza concentrarsi (la concentrazione è nemica della meditazione),si raggiunge un buon livello di rilassamento interiore. Ovviamente non basterà a diventare un buddah, ma tutti in noi abbiamo il seme di buddah, cioè lo siamo tutti potenzialmente, e con questi due metodi è facile avvicinarsi alla dimensione della meditazione.