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MADRE AYAHUASCA. Noi, i suoi bambini difficili

MENE

Holofractale de l'hypervérité
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Tratto da quì: MADRE AYAHUASCA. Noi, i suoi bambini difficili - Etnopharmakon


MADRE AYAHUASCA. Noi, i suoi bambini difficili
Posted by​
etnopharmakon
on dic 24, 2014 in​
Ecologia e Culture
,​
Etnobotanica

Il riferimento al libro di A.Hoffmann “Lsd, il mio bambino difficile” é chiaro e vuole evidenziare le preoccupazioni mosse da questo articolo sull’espansione che sta avendo il consumo d’ayahuasca nel mondo.

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Era il 1979 e Hoffmann, dopo quasi 40 anni dalla scoperta del suo “bambino difficile” analizzava quello che era successo. Il suo promettente farmaco era ormai esploso trasversalmente in tutti i livelli della società, bandito dalla ricerca, vietato come sostanza dannosa, relegato al mercato nero. Gli incoraggianti risultati che aveva ottenuto nei suoi primissimi anni dalla scoperta in ambito medico, scientifico e terapeutico erano ormai solo un ricordo. L’ lsd, per anni al centro di una lotta tra i suoi detrattori che lo vedevano come un alluginogeno pericolosissimo, e i suoi estimatori, che lo vedevano come la chiave per una rivoluzione spirituale, aveva, al momento della stesura di “Lsd, il mio bambino difficile”, decisamente perso, impregnandosi di un’ettichettatura maligna che solamente negli ultimi anni si sta cercando di ripulire attraverso l’avvio di nuovi studi sientifici in ambito medico.L’epopea negativa che portò l’lsd ad essere bandito e malvisto non va ricercata però solo nei suoi detrattori, ma forse di più nei suoi, fin troppo superficiali, esaltatori. I vari T. Leary e gli altri “apostoli” dell’lsd giocarono un ruolo cruciale nel gettare discredito su questa portentosa sostanza. Gli anni 60 rappresentavano un periodo dove la gente soffriva per il troppo “materialismo, per l’alienazione dalla natura provocata dall’industrializzazione e dall’urbanizazione crescente, dalla mancanza di gratificazioni in ambienti di lavoro meccanizzati e inanimati, da noia e sensazioni di vacuità in una società ricca e opulenta, dalla carenza di un significativo fondamento filosofico e religioso della vita”. In questo contesto sociologico, l’lsd ebbe chiaramente un terreno fertile d’espansione all’interno di quel movimento di massa che proclamava essere giunta l’era di una “rivoluzione dell’amore”. L’lsd diventò l’icona di quel movimento, la chiave per quella rivoltà spirituale e sociale che si andava formando in quegli anni. Ma perché successe? L’lsd era già stato scoperto da una ventina d’anni e già utilizzato in ambito medico sperimentale da altrettanti. Quello che accadde fu un progressivo allontanamento da quell’ambito verso altri circoli formati per lo più da artisti e medici alternativi, dapprima circoli ristretti e poi, man mano che gli anni passavano, sempre più allargati. Più tardi l’lsd fu provato da attori, cantanti e altre persone che avevano un potere mediatico di massa, e l’lsd iniziò ad apparire su quotidiani e riviste. I giornalisti stessi provavano la sostanza e ne pubblicavano articoli sensazionalistici. L’lsd uscì progressivamente dalle riviste specializzate per entrare come “una sostanza miracolosa” nelle riviste a largo consumo e, successivamente alla sua esplosione, essere demonizzato sulle stesse. L’eccessiva esaltazione che accompagnò l’uscita dell’lsd dai contesti medici e di ricerca, la sua mercificazione come la chiave per vivere appieno la propria interiorità, libertà e spiritualità fu portata avanti da persone che non pensarono minimamente ai rischi che una sua diffusione così rapida e numericamente gigantesca poteva provocare in persone non “pronte” o in contesti non adeguati per vivere un’esperienza tanto particolare. Iniziarono a verificarsi incidenti, iniziò ad affacciarsi il mercato nero e i detrattori di questa sostanza ebbero gioco facile nel proibirla.In circa 30 anni l’lsd era passato dall’essere ritenuto una promettente sostanza terapeutica all’essere stigmatizzato come una sostanza demoniaca. Lsd fu divorato dalla cultura del tutto e subito occidentale. le potenzialità promesse rimasero un ricordo.A differenza dell’lsd, l’ayahuasca si usa con continuità da millenni nel bacino amazzonico, anche se la sua “scoperta” occidentale risale agli anni 80. Negli utimi anni però l’interesse per questa bevanda sta lasciando progressivamente l’ambiente scientifico e di ricerca, espandendosi in tutto il mondo. Un nome fino a qualche tempo fa quasi sconosciuto sta iniziando a diffondersi sempre più nei media di massa. Attori e musicisti ne parlano, giornalisti la provano e ne descrivono l’esperienza. Come negli anni 60 il quadro sociologico occidentale soffre per la presenza di un forte materialismo, di un individualismo sempre più marcato, di un’alienazione ancora maggiore nei confronti della natura, della carenza di un fondamento filosofico e religioso più profondo, dopo che anche l’esperienza delle filosofie orientali sembra aver fallito. Tutto questo é unito al nascere di un movimento new age di massa che proclama giunta l’era per una “rivoluzione delle coscienze”. L’ayahuasca sta sempre di più entrando in alcuni di questi circuiti come l’icona, come la chiave per una rivoluzione dello spirito e delle coscienze; sempre di più aumentano i “maestri”, le “guide”, i “facilitatori”, le “scuole” che offrono questa bevanda, “vendendola” come la chiave di volta di una rivoluzione spirituale imminente. A differenza del lsd, l’ayahuasca é una bevanda completamente naturale, per di più usata in pratiche “sciamaniche” millenarie, tutte caratteristiche che possono venir utilizzate dal marketing odierno per far maggior presa sulle persone che fanno parte di questi gruppi, più sensibili a tematiche riguardanti la natura e le pratiche mistico/religiose altre, rispetto al passato.Il rischio che l’ayahuasca venga divorata dalla cultura occidentale e subisca la stessa demonizzazione del lsd è reale e forse non così lontana.A differenza del lsd però l’ayahuasca ha una storia millenaria alle spalle, un ampio bacino culturale d’appartenenza e popolazioni indigene che ne mantengano viva la tradizione e il contesto di riferimento; fattori non trascurabili e che potrebbero rivelarsi la sua salvezza nei confronti dell’appropriazione indebita che l’occidente sta svolgendo nei suoi confronti.Con questo articolo non si vuole passare il concetto che l’ayahuasca non dovrebbe essere consumata dagli occidentali, soprattutto in un mondo interconnesso come é quello attuale, ma si vuole evitare che un uso indiscriminato ed irrispettoso, possa demonizzare un ricorso ampiamente utilizzato in numerosi sistemi medici sud americani e dalle innumerevoli proprietà terapeutiche anche verso patologie più prettamente occidentali. Si vuole qui ricordare che, prima di essere una chiave per aprire la coscienza, prima di essere una risposta ad una ricerca spirituale che sembra ossessionarci, l’ayahuasca é prima di tutto una medicina, una medicina sacra, il cui utilizzo é stato tramandato per millenni di generazione in generazione, evolvendosi e cambiando insieme alla storia…e forse, per una volta, noi occidentali dovremmo stare a guardare il suo evolversi all’interno delle culture che hanno custodito i suoi misteri e il mondo della medicina amazzonica che le sta intorno, collaborando con loro come fratelli, senza quell’etnocentrismo che sempre ci ha caratterizzato e che ha divorato culture e pratiche “altre” fermandosi alla sola superficie di queste conoscenze. Se abbiamo fatto esperienza almeno una volta con questa medicina, allora dovremmo sapere benissimo che il nostro compito non deve essere quello di pubblicizzarla come una panacea universale offrendola a chiunque, perché l’ayahuasca arriva nella vita di una persona esattamente quando deve arrivare, e il nostro compito é solamente quello di indirizzare le persone che ci avvicinano, consigliarle in base alla nostra esperienza, continuare a fare una ricerca sana e obbiettiva. Collaborare con rispetto con la tradizione amazzonica, senza volerne essere i protagonisti.

 
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