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Il fungo sacro e la croce di John Marco allegro

rango

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Mi sembra che non se ne sia parlato nel forum, se non nella sezione inglese, qualcuno ha letto il libro? cosa ne pensate?
Riporto un articolo sul libro Pubblicato da MICHELE P.
ARCANGELI & DEMONI - ESOTERISMO, TEOLOGIA, MISTICISMO, UFOLOGIA & TEORIE DI COSPIRAZIONE.: IL FUNGO SACRO E LA CROCE di JOHN MARCO ALLEGRO



LO SAPEVATE CHE LA FIGURA DI CRISTO E' STATA ANCHE PARAGONATA AD UN EFFETTO ALLUCINOGENO DERIVANTE DALLA AMANITA MUSCARIA (Fungo allucinogeno/Magic Mushroom)?


John Marco Allegro (Londra, 17 febbraio 1923 – 17 febbraio 1988) è stato un saggista e docente britannico, sfidò le interpretazioni ortodosse dei manoscritti del Mar Morto, della Bibbia e della storia della religione, con libri che attrassero fortemente l'attenzione popolare.
La chiesa cattolica condannò fortemente IL FUNGO SACRO & LA CROCE.
Nonostante ciò grazie ai suoi studi si misero nuovi tasselli a definizione dei legami tra i culti sciamanici e la nascita delle religioni.
Questo suo libro fece molto scalpore.


IL FUNGO SACRO & LA CROCE

Nel 1970 lo scrittore britannico John M. Allegro, ex membro dell' équipe internazionale che analizzò i manoscritti di Qumran (unico agnostico dell'èquipe, gli altri membri erano di religione cattolica) scrisse un libro intitolato Il fungo sacro e la croce, un 'opera che suscitò sdegno e indignazione (specialmente nel mondo cristiano) al punto che la stessa casa editrice che l'aveva pubblicato lo ritirò dal commercio scusandosi pubblicamente per aver diffuso un libro del genere.

Inutile dire che quest' opera stroncò del tutto la carriera di Allegro, che non solo fu tacciato di blasfemia ma addirittura di pazzia.






Attraverso decifrazione di simboli, analisi etimologiche, studi linguistici e indagini filologiche, Allegro giunse alla conclusione che le origini del Cristianesimo (e anche dello stesso Giudaismo) siano da ricercare nei culti preistorici della fecondità del vicino Oriente antico, strettamente legati alla sessualità e all'utilizzo di sostanze psicotrope.




Secondo Allegro, Gesù in realtà non fu un uomo realmente esistito ma un semplice simbolo creato per celare ai non iniziati la verità esoterica primordiale dei culti della fecondità che erano alla base di tutto.


In realtà "il figlio di Dio" era un fungo allucinogeno (Amanita Muscaria) che gli antichi veneravano per le sue proprietà contenenti il potere divino e per la sua miracolosa facoltà di nascere senza semi (nato da una vergine).

L'Amanita Muscaria rappresentava il Divino manifestatosi sulla terra (Dio fatto carne) e per il mistico era il mezzo per entrare in contatto con il regno di Dio, il Dio della fertilità che garantiva la vita dell'uomo e delle messi.


"Il fungo sacro era la "chiave" o il "chiavistello" che dava accesso al paradiso o all'inferno, duplice riferimento alla sua forma di sbarra terminante in un pomo per aprire le porte, e alla sua facoltà di aprire la strada a nuove ed eccitantie sperienze mistiche.

Chiamare "Satana" l'apostolo è in linea con l'altro titolo di "Cefa"(PIETRO).

Ambedue i nomi essendo di fatto dei giochi di parole sulle denominazioni del fungo, altrove usati per un'altra pianta "bulbo", cipolla.


Il greco e il latino danno il nome "setanion", "setania" alla cipolla e il latino ha anche "caepa", "cepa" per quel vegetale che ha il corrispondente francese in "cèpe" "ceps", fungo.


Il notissimo gioco di parole in matteo 16:18:

"tu sei Pietro (Petros) e sopra questa pietra (petra) edifichierò la mia chiesa..." può assumere oggi una ben maggiore rilevanza per il culto di un semplice gioco sul titolo di Pietro-Cefa e la parola aramaica cheindica pietra, Kepha.




Il vero interesse di tutto il brano sta nel gioco di parole sul nome del fungo sacro che "Pietro" rappresenta.

Il conferimento di autorità:

"io ti darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto e tutto ciò che sarà sciolto sulla terra sarà sciolto dei cieli" (Matteo, 16:19) ha le sue basi verbali in un importante nome che i Sumeri davano al fungo:


MASh-BA(LA)G-ANTA-TAB-BA-RI, letto come "Tu sei l'arbitro (quello che permette, autorizza) del regno".


Grazie ad un gioco su tre o quattro parole aramaiche estratte dal titolo sumerico. Si tratta probabilmente, come per quasi tutte le direttive e omelie, della storia apparente, di una cosa che non ha nessun significato reale.

Meno che mai si può pensare che i membri del culto interpretassero quel brano nel senso che uno di loro avrebbe assunto su di sé l'autorità spirituale indicata dall'interpretazione superficiale del testo.




Soltanto Dio ha la facoltà di "legare" e "sciogliere", per gli adoratori del sacro fungo, la deità si trova in questo ed offriva ai suoi servi la "chiave" per una nuova e meravigliosa esperienza mistica.

Era questa "rinascita", come veniva chimata, che rimeteva i debiti del passato e offriva la premessa di un futuro libero dal "peccato" culturale che impediva la comunicazione direta dell'iniziato con Dio."

("Il fungo sacro e la croce" di John Allegro, pag. 69)




LA FOTO - Affresco del XII secolo che rappresenta l'Amanita Muscaria come albero del bene e del male, nella chiesa (ora diroccata) di Plaincourault in Francia.


CITAZIONE DA IL FUNGO MAGICO di TOM ROBBINS



L’Amanita muscaria aveva anche un ruolo importante nello sciamanismo nordico.

La nostra parola berserk deriva dai guerrieri norvegesi che venivano assaliti da frenesie violente e distruttive dopo aver ingerito il picchio marziano.


I vichinghi lo mangiavano prima di andare in battaglia (se ne fa cenno anche nei fumetti del Principe Valiant): era questo, ragazzi, che li faceva così feroci.

Si sospetta che anche le streghe medievali usassero questo fungo, perché è risaputo che la stregoneria (bianca) era un’attività psichedelica e che la caccia alle streghe del Medio Evo non era altro che una campagna antidroga seconda soltanto a quella dei nostri giorni per isteria e trappole legali.




Il balsamo di belladonna era l’agente preferito dalle streghe: se lo spalmavano sul corpo nudo così che, quando cavalcavano la scopa, esso veniva spinto nella vulva dove entrava immediatamente in circolo nel sangue.


Alcune streghe andavano così fuori che credevano realmente di volare.

Il mito popolare della scopa volante è un’accurata allegoria del viaggio psichedelico.


Non si sa ancora se la muscaria fosse una delle pietanze base del menù di Halloween, ma moderne congreghe inglesi affermano di sì, e tra loro è d’uso sgranocchiare il fungo durante i riti d’iniziazione.


In termini di impatto storico, i più importanti consumatori del misterioso fungo rosso furono gli antichi seguaci dei culti della fertilità del Medio Oriente e gli ariani di lingua sanscrita che migrarono in India tra il 2000 e il 1500 a.C.

Se queste popolazioni non fossero state così entusiaste del fungo, il Vaticano non sarebbe mai stato costruito, il Gange sarebbe sacro quanto l’East River e Billy Graham sarebbe ancora in North Carolina a vendere macchinette da golf.


Un’altra indicazione della durevole influenza del fungo:

la parola greca kannabis – la nostra cannabis – deriva dall’antica parola gan, che stava a indicare la testa del pene, a cui la giovane amanita assomiglia così tanto.



Quindi la marijuana stessa deve il suo nome al fungo, dato che i blandi effetti
dell’erba ricordavano alla lontana le proprietà ben più potenti della muscaria.


Non è una storia affascinante?

John M. Allegro è un filologo. Vale a dire un tipo che studia e mette in relazione i linguaggi scritti.

Specializzato in lingue antiche, teneva lezioni sul Vecchio Testamento all’Università di Manchester.

È stato il primo britannico selezionato per far parte del team internazionale di studiosi incaricati di analizzare i rotoli del Mar Morto.

Educato per diventare un pastore metodista dedito ai sermoni contro i fumatori di roba, Allegro non è un tipo che si possa sospettare di simpatie ateistiche o psichedeliche.

Ciò nonostante, quattro anni fa ha dato uno scossone alla teologia e alla filologia con l’annuncio che l’origine della religione giudaico-cristiana era da ricercarsi nei culti misterici orgiastici eseguiti da seguaci in preda alle droghe.

Questi culti veneravano un certo fungo sacro, e Allegro è arrivato ad
affermare che Gesù Cristo non era un uomo ma il nome in codice di questo fungo.

Inutile dire che la sua teoria ha avuto un effetto devastante tra gli studiosi tradizionalisti e i preti.


Tutti in un primo momento gli si sono scagliati contro con rabbia, poi hanno finito per ignorarlo con ostinazione.


Così va il mondo.


Ma Allegro, che era arrivato alle sue conclusioni dopo quattordici anni di attente ricerche, non ha mollato e ha dato alle stampe la sua teoria.


La chiave del suo studio è stata l’intuizione del fatto che il sumero, il più antico linguaggio scritto conosciuto, sia direttamente collegato con le lingue semitiche del Vecchio Testamento, l’aramaico e l’ebraico, così come con quelle di origine indoeuropea del Nuovo Testamento, latino e greco.


Il sumero è un ponte linguistico. Nella lingua sumera (che data dal 4000 a.C.) ci sono moltissime terminologie micologiche, impregnate di riferimenti sessuali.


Quando Allegro trovò le stesse parole riferite ai funghi, appena alterate e a volte celate da metafore e giochi di parole, nei testi biblici del Mar Morto, mise insieme due più due ed ebbe lo scandalo.



La parola stessa “cristiano” (dal greco kristionos) dai suoi studi risultò essere derivata da un’espressione erotica sumera, riferita al fungo, “macchiato di seme”.

Se qualcuno avesse una minima conoscenza dei culti legati alla vegetazione, la teoria di Allegro suonerebbe meno sballata di quel che sembra.


Cercate di vederla in questo modo.


Nell’antichità l’umanità era virtualmente nelle mani della natura.

La sua dipendenza dalle forze esterne era particolarmente pesante nelle regioni della Terra soggette a scarse precipitazioni, come ad esempio il Medio Oriente: niente pioggia, niente cibo.


Le popolazioni primitive videro il problema in termini di fertilità, o sessualità; bisogna tener presente che allora il sesso era completamente libero da ogni contaminazione morale.


Una tribù non poteva avere futuro se non aveva progenie, così come non ci sarebbe stata caccia se gli animali non continuavano a procreare.

La fertilità era per quella gente un fattore primario e la maggior parte dei loro riti e della loro magia era indirizzata a provocare lussuria per promuovere la fecondità negli uomini, nelle bestie e nelle piante.

Influenzare i vegetali era la parte più dura.


Voglio dire, come si può fare per far arrapare un fagiolo?

Bene, i primi uomini videro le piante come i bambini della Terra.

La Terra era una specie di grembo, a volte dava frutti, altre volte era completamente sterile.

Lo zampillare della pioggia faceva generare la Terra, così come lo schizzo del seme faceva generare uomini e animali.

Dio si sporgeva dal cielo, dove la punta del suo pene era chiaramente visibile – noi moderni lo chiamiamo Sole.

Quando Dio si univa alla Terra, irrorava i colli e i campi col suo vitale seme-pioggia.


Così, attraverso l’arte, la danza, il canto ed elaborate scopate all’aperto, cercavano di sedurre Dio e Madre Terra affinché ci dessero dentro.


Sforzandosi di guadagnare maggior influenza sulle passioni divine, gli antichi provarono a trovare tracce di Dio sulla Terra.


Essi considerarono sacri i luoghi dove c’era acqua, non solo per il loro ruolo vitale ma perché in essi vedevano i segni dell’eiaculazione celeste.


Ora, tra tutti i bambini di Dio, nessuno come i funghi rispondeva al suo orgasmo così prontamente e drammaticamente.

Saltavano fuori dal terreno nel giro di poche ore dall’irrorazione.

E, a differenza delle altre piante, comparivano direttamente – mistero dei misteri – senza l’ausilio di semi.



Inoltre, il fungo era carico di allusioni sessuali.


Si allungava dal terreno come un fallo eccitato.

Più tardi, la sua cappella, appiattendosi, assomigliava a una vagina nell’atto di accogliere un pene eretto.


Il fungo era insieme cazzo e figa.


Spesso era ricoperto da un muco appiccicoso. Diamine! Aveva anche un odore sexy! (Il letto in cui Billy Pilgrim ebbe una polluzione notturna viene descritto da Kurt Vonnegut jr. odoroso come una cantina piena di funghi).


C’era un fungo con una brillante cappella rossa che in particolar modo rassomigliava al sole-cazzo.

E quando qualcuno mangiava quel fungo:

wow! Forza! Estasi!


Colori e suoni assumevano dimensioni extra, gli oggetti parevano allungarsi e restringersi davanti ai suoi occhi.

«Vai a domandarlo ad Alice / io penso che lo sappia.»

Quel fungo riempiva l’essere con lo spirito divino.

Senza seme – questo è straordinario, di nascita vergine – misterioso, santo e potente, l’Amanita muscaria era il figlio di Dio.



Preso da solo, quello che sin qui avete letto farebbe fatica ad andare oltre la pura speculazione.

Allegro però, scavando oltre il significato e il contesto di superficie delle parole bibliche, connettendole con le loro radici sumere, dà vita a una dotta e noppugnabile teoria (di cui non era a conoscenza prima di imparare il sumero): l’Amanita muscaria come entità centrale di un culto ampiamente diffuso.


Allegro sostiene che i riti collegati al culto del fungo fossero strettamente tenuti segreti, principalmente a causa del carattere elitario dei sacerdoti guaritori che li amministravano, poi per l’avversione nutrita nei suoi confronti dai nemici.


A seguito di un’aspra repressione dei culti misterici da parte dei Romani dopo la rivolta degli Ebrei del 66 d.C. (le autorità non potevano tollerare la presenza tra di loro di un mucchio di attivisti mistici fatti di droga) i segreti, «per evitare di essere dimenticati per sempre, dovevano essere trasformati attraverso la scrittura, e qualora fossero stati scoperti non dovevano essere comprensibili».


I seguaci seguirono semplicemente l’esempio del Vecchio Testamento, che secondo quanto riferisce Allegro non è altro che una raccolta di leggende popolari che trasmettono, attraverso fiabe e parabole, informazioni mediche, politiche e occulte, un sacco delle quali hanno a che fare con i funghi.

Imitando quel metodo, gli autori del Nuovo Testamento cercarono di preservare la conoscenza della fede nel fungo, camuffandola nella storia di un rabbino straordinario chiamato Yeshua ben Miriam (alias Gesù).


Che milioni di cristiani non macchiati dal seme se la siano bevuta è una delle supreme ironie della Storia.




Allegro afferma che l’intera Bibbia non è altro che un documento in codice del misticismo legato alla muscaria.


La storia della Resurrezione, ad esempio, è un’allegoria per la rinascita spirituale che segue i rigori di un “viaggio” strippacervello provocato dal fungo.


I dieci comandamenti sono giochi di parole sui due nomi principali del fungo in sumero (Mosh, come Cristo, era una delle sue personificazioni).

Pietro, la pietra su cui Gesù solennemente promise di edificare la sua Chiesa, deriva
dal sumero pitra che significa fungo.


La croce?

Tagliate a metà una muscaria, cappella e gambo, ed esaminatene la forma.


La muscaria nasce da una vulva velata, un cesto coperto: ecco la mangiatoia.

Quell’albero della conoscenza del bene e del male era un fungo, come è dimostrato in un affresco nella cappella dell’Abbazia di Plaincourault, in Francia, che rappresenta vividamente la muscaria come la famigerata mela del giardino dell’Eden.


E così via... Il libro di Allegro, The Sacred Mushroom and the Cross, pubblicato da Doubleday nella collana tascabili Anchor, è pieno di referenze bibliche al fungo. Ogni esempio è suffragato da prove linguistiche.



Al lettore attento non sfuggirà il fatto che alcune conclusioni sono un po’ sballate, la logica dell’autore è spesso presuntuosa; salta da un minuscolo appiglio a conclusioni caleidoscopiche.


VORREI PRECISARE UNA COSA SU QUESTA BIZZARRA STORIA:

IL FUNGO SACRO E' UN ALLEGORIA PER L'ENTRATA NEL REGNO CHE, CON L'ALTERAZIONE DELLA COSCIENZA, TRAMITE LO STATO ALTERATO DELLO "SCIAMANO", O MEGLIO DELL'IO, PERMETTE DI RISCOPRIRE UN NUOVO MONDO PIU' PROFONDO.

IN QUESTO SENSO SIMBOLICO IL FUNGO AGISCE DA CHIAVE CHE APRE L'INTIMO AL CRISTO:

LA VIA CHE CONDUCE L'EGO ALL'IO SPIRITUALE NEL REGNO INTERIORE.

"IO SONO LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.
NESSUNO VIENE AL PADRE SE NON PER MEZZO DI ME".
(GIOVANNI 14:6)


MICHELE P. Pubblicato da MICHELE P. a sabato, marzo 02, 2013
 

rango

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MENE

Holofractale de l'hypervérité
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interessantissimo questo argomento! mi ero sempre chiesto se gli psychedelici avessero influenzato in qualche modo anche il cristianesimo.
Sarebbe un libro che farei leggere volentieri a mia madre
 

Psycore

Holofractale de l'hypervérité
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Ero andato ad una coferenza in merito a cura di Gilberto Camilla, ed mi pare fosse uscito che Jhon Allegro non è proprio il più obiettivo tra tutti gli studiosi del campo. Spesso si lascia andare ad affermazioni dirette decise quando in realtà bisognerebbe andarci molto più coi piedi di piombo nell'affermare certe cose.

Comuqnue gente affidabile di cui non si conosce il nome afferma che ci sarebbe anche tutt'oggi in Italia un elite visionaria cattolica, cioè dei frati che si scassano di funghi "per conto" del papa. Anzi ci sarebbero sempre stati.

Sono molto contento di vedere quell'affresco dell'amanita muscaria del XII, in quanto nel libro di Camilla "le piante sacre allucinogeni di origine vegetale" c'è una "copia" di quell'affresco, ad opera di Matteo Guarnaccia, che ho ricopiato su un muro in cassa mia a dimensioni 2 metri x 1. E' quasi terminato, quando lo sarà lo posterò qui!
 

SaulSilver

Holofractale de l'hypervérité
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Forse Jhon Allegro, butta molta carne al fuoco, ma il problema è che dopo il fuoco è poco, e la carne perisce. Quello che poi succede è solo un gran nuvolone che attira molti spettatori, un po' come quando fai sgommare un motorino per 1ora fino a quando fra puzza di pneumatici e grippata funesta, il palcoscenico sparisce.

Non allora forse più giusto preservare il povero cilindro e usare un po' di testa? Benissimo, ecco quello che già Psycore ha detto, usare molta cautela.
Ma dove c'è del fumo, qualche salsiccia o per gli amici vegani, un po' di cipolle arrostite.

Dal mio punto di vista, è bene prendere in considerazione, l'emento cardine della sospensione della coscienza, fino ad arrivare all'Eden.
Il bello della connessione fra religiosità spirituale è proprio questo, l'attimo che non viene creato, ma appare. Forse e ripeto, forse, l'uomo ha creato la religione non perchè si venisse a creare una filiera di consumatori, in cui come nel mercato odierno si dividono in paesi sviluppati, e sotto sviluppati. Questa non è religione, è solo politica.

Il vero smacco sta proprio nel perdere la spiritualità, che non dovrebbe essere scissa con la pratica quotidiana. Ma ahimè, in un mondo occidentale, ormai massificato, è dura reintegrare questo divario.
Resistono ancora popolazioni indigene con nessun divario fra una faccenda del sacro e del profano, perchè non hanno l'etimologia per identificarlo, la lingua in primo luogo non crea questa differenza, e se anche lo fosse, non è per loro un problema, perchè ormai il modello si è consolidato.

Cio' che voglio dire dopo quest'ultima digressione è che forse la nascita degli Dei, non è forse più un mix, in cui anche le piante Maestre hanno contribuito? Il bisogno sincero dell'uomo di volere risposte, ha creato e generato Miti, Leggende, e storia.
La macchina dell'intelletto è sempre molto audace, a volte autolesionista, in cui a volte fa fatica a scindere fra vero e non-vero, e se anche lo avesse capito per un arco di tempo, poi magari cambia idea.
Il problema di tutto questo discorso, che a parole sembra enorme, quasi un mistero, è riconducibile forse a una domanda: Cos'è la realtà? Ancora prima di chiedersi: cosa sono, chiedersi come faccio a capire che sono, se non ho gli strumenti per capire la realtà, e se anche gli avessi, risultano fallimentari?
Vorrei dire che non sono sotto effetto di qualche etere diabolico, ma che infondo molto pacificamente, accetto le teorie nichiliste-buddhiste.
 

Paolo

Holofractale de l'hypervérité
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Allegro è universalmente riconosciuto, in ambito accademico, come un folle e/o un contapalle.
(Che poi lo sia stato veramente, io non mi azzardo a sostenerlo con assoluta certezza.)

Nel libro di Samorini "Funghi allucinogeni" c'è un intero capitolo dedicato alle tesi di Allegro e a tutta la fantaetnomicologia.
 

rango

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@ paolo
@ psycore

il buon Samorini in effetti ha notato quesata strana coincidenza:


In Italia – paese di papi e di “timorati di Dio” – accade con una certa frequenza che preti, suore o devoti cattolici rimangono vittime di un errore di identificazione di funghi, e invece di mangiare funghi eduli mangiano l’Amanita muscaria. Ciò che appare statisticamente strano è che questi religiosi non confondono i funghi eduli con l’Amanita phalloides o altri funghi velenosi – come fanno tutti gli altri bravi intossicati da funghi -, bensì con un fungo allucinogeno!
Stando alle mie polverose ricerche di biblioteca, questo errore diabolico sembra presentarsi da almeno tre secoli.

Ad esempio, nell’ottobre del 1789 sette donne stanno trascorrendo un periodo di ritiro spirituale presso un convento nella città di Verona. La suora cuoca prepara un piatto povero a base di umili funghi dei boschi, adatto alla dimensione meditativa del ritiro spirituale. Un errore di identificazione, un errore banale ma dalle profonde valenze storiche, trasforma il pranzo di mezzodì in una comunione collettiva a base di Amanita muscaria. Dopo un paio d’ore, quando già tutte ritiratesi nel silenzio meditativo delle proprie celle di clausura, da una di queste fuoriesce una fragorosa risata che rimbomba per tutto il convento. Questa fa innescare scoppi di risa in una cella attigua, e mentre le prime due donne si cimentano in un irrefrenabile duetto di risate, da una terza cella ne fuoriesce un’altra seminuda che si mette a correre “qua e là baccante per il chiostro e con ampi sorrisi salutava le suore che la rincorrevano per tutto il convento”. Un’altra donna è in ginocchio davanti a una statua di Sant’Antonio e con le mani congiunte domanda di confessarsi. E’ il caos nel convento, un correre ovunque per fermare le “indemoniate” che durerà fino a tarda sera, sotto il rimbombo delle incessanti risa che fuoriescono da un paio di celle di donne che non ci pensano nemmeno ad aprire dall’interno il pesante chiavistello delle loro porte, troppo concentrate nel botta/risposta delle loro risate. Pochi anni dopo, nel 1795, gli effetti dell’Amanita muscaria si fanno sentire in un convento di Pavia, dove alcuni frati, in seguito alla solita scorpacciata di funghi ritenuti eduli, “ebbero turbamenti nel sistema nervoso, manifestando bizzarri comportamenti libidinosi”.


Un paio d’anni prima un certo abate Giardini era stato vittima nella medesima città del famigerato errore di identificazione, l’errore diabolico – in quanto ritenuta opera del demonio. Nel rapporto del frate superiore, scritto nel 1793, è riportato: “L’abate Giardini passeggiava per la chiesa assorto in una specie d’estasi, affermava di sentirsi ‘tutto spirito’, era sbigottito, mille immagini gli occupavano la mente”. Ma non sembra che questo frate si sia fatto imbrogliare più di tanto e, riconosciute da bravo professionista le visioni a cui era soggetto come opera del demonio, uscì dalla chiesa e si ficcò due dita in gola per procurarsi il vomito.

Non sapere che i funghi che si stanno mangiando sono allucinogeni può portare a interpretazioni deliranti di ciò che si prova nella mente, ma può anche innescare esperienze estatiche e mistiche molto profonde – specie fra i credenti religiosi –, che più raramente possono accadere fra i consumatori intenzionali di questi funghi. E’ come se la “conoscenza” dei funghi allucinogeni limitasse le potenzialità più propriamente enteogeniche (“rivelatrici della divinità”) dei funghi.


In alcuni culti religiosi enteogenici del passato la conoscenza del “fattore enteogeno” era mantenuta celata ai fedeli e segretamente tramandata dalla casta prelatizia. Secondo alcuni studiosi ciò si sarebbe verificato nei Misteri Eleusini dell’antica Grecia, dove il “Segreto dei Segreti”, cioè la reale composizione della bevanda sacramentale del ciceone, era rigidamente controllato da alcuni lignaggi familiari patrizi. Oltre a ovvi motivi di potere, gli ierofanti (preti) eleusini forse ritenevano che se avessero reso di pubblico dominio la realtà di una droga psicoattiva come fattore scatenante le visioni beatifiche dei partecipanti, queste avrebbero perso in potenza e “purezza”. E’ probabile che la parte più intima del concetto di profanazione degli antichi culti misterici riguardava proprio il far sapere o il non far sapere a un iniziato che le sue esperienze erano frutto dell’assunzione di un enteogeno.


Tornando alle esperienze accidentali con Amanita muscaria, riporto un caso dalle statistiche di 50 anni fa. Nel 1956 un’intera famiglia di sette persone rimase intossicata in seguito a una cena collettiva a base di errore diabolico. Finirono tutti al pronto soccorso fra risate irrefrenabili e conati di vomito. In breve tempo si ristabilirono e furono dimessi, ad eccezione di una donna che manifestava ancora profondi segni di “instabilità psichica” e che fu quindi ricoverata nella clinica psichiatrica di Roma. La donna rimase per un paio di giorni “in stato confusionale”, come riportano i medici che seguirono il caso. Ma leggendo con attenzione il resoconto si intuisce che lo “stato confusionale” è un’etichetta riduttiva per una potente esperienza mistica. La donna camminava lungo la corsia a mani congiunte e occhi rivolti verso l’alto, affermava di vedere la Madonna, che le diceva di averla guarita da un cancro allo stomaco, sentiva una voce celestiale e percepiva un profumo di rose che accompagnavano la visione di Santa Rosa.
La donna non aveva mangiato più funghi degli altri familiari, ma era – unica in tutta la famiglia – cattolica molto devota, una “timorata di Dio”. Vedere la Madonna, sentire voci celestiali e un profumo di rose sono tre elementi caratteristici delle grandi esperienze mistiche cattoliche. Del resto, l’allucinazione di vedere la Madonna è un concetto superficiale ed estraneo all’esperienza di colui che la sta “vedendo” con tutto l’impatto emotivo che l’accompagna: si tratta più propriamente di un’apparizione.

La frequenza con cui le esperienze entoegene fungine – così radicate nell’inconscio collettivo occidentale e così ancestralmente associate alle esperienze religiose – si presentano negli ambienti mentali di religiosi e devoti cattolici italiani, è strana e dà da pensare. ....


ecco il link al libro di Samorini, Capitolo 10, dove confuta le testi di Allegro:

http://www.samorini.it/doc1/sam/fall/fall.pdf
 
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