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Cos'è veramente un'esperienza mistica?

LSyD_

Neurotransmetteur
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28 Avr 2015
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Credete che attraverso le esperienze mistiche si possa raggiungere Dio (spirito, anima, mondo, totalità, natura o come volete), o che siano soltanto scherzi/allucinazioni del nostro cervello?
Con esperienze mistiche intendo sia indotte da sostanze sia esperienze che capitano ad alcune persone come profeti, santi, illuminati e visionari (Gesù, Buddha, Maometto etc. erano schizzati?) o anche a persone normali.
La morte dell'ego è un congiungimento con l'Assoluto o è soltanto qualcosa che sperimenta il nostro cervello?
Perchè io purtroppo (o perfortuna ;)) sono molto scettico e non avendo mai avuto vere esperienze di questo genere lo sono ancora di più, quindi volevo sapere il parere di voi psiconauti riguardo questo.

P.s. spero di essere stato abbastanza chiaro e di non aver creato un thread nuovo per niente
 

~Møgõrøs•

Elfe Mécanique
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20 Juin 2014
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Io vedo il mistico, il divino, in tutte le esperienze, anche quelle che noi potremmo definire "mondane"... Bisogna avere occhio però ;)
 

MENE

Holofractale de l'hypervérité
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14 Juil 2014
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Cos'è che fa di un esperienza "un esperienza mistica"?
E' quando sentiamo che c'è qualcosa di Divino in atto, e come dice Mogros, questo lo si può riscontrare in tutte le esperienze anche senza essere illuminati.
Non possono assolutamente essere solo allucinazioni. Ci sono troppe cose interconnesse che poi trovano risposta nella vita reale. Come gli ayahuaskeros che tramite le visioni da ayahuaska possono vedere il futuro o imparare concetti di biologia molecolare che trovano poi riscontro nella scienza odierna.
Ci sono persone più ricettive che possono avere esperienze mistiche spontanee, chi invece ha bisogno di assumere sostanze per averne e chi, nonostante magari anni trascorsi ad assumere psichedelici, non ne ha mai avute e non ne avrà mai.
Sapere di fare parte di un progetto più grande e sapere di essere legato a tutto ciò che ti circonda rende la vita intera un esperienza mistica. Almeno questo è quello che sento io................ed è meraviglioso.
 

LSyD_

Neurotransmetteur
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28 Avr 2015
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Grazie delle risposte!
~Møgõrøs• a dit:
Io vedo il mistico, il divino, in tutte le esperienze, anche quelle che noi potremmo definire "mondane"... Bisogna avere occhio però ;)
Fortunato te, a me capita solo a volte, sono troppo razionale purtroppo

MENE a dit:
Sapere di fare parte di un progetto più grande e sapere di essere legato a tutto ciò che ti circonda rende la vita intera un esperienza mistica. Almeno questo è quello che sento io................ed è meraviglioso.
Mi hai fatto venire in mente una volta in cui camminando in un bosco dopo aver fumato e con i Pink Floyd alle orecchie mi sono sentito improvvisamente parte del bosco, ero diventato un albero: non so per quanto tempo sono rimasto immobilizzato sentendomi veramente una parte della natura. Forse un' esperienza mistica seppur lieve l'ho provata anch'io
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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20 Fev 2013
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Un'esperienza mistica appunto credo riguardi trovare la serenità, personale e per tutto quello che ci circonda. Far in modo che poi tutti siano sereni.
(e magari andando più in là far parte della pura e bianca memoria akashica)
 

LSyD_

Neurotransmetteur
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28 Avr 2015
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Grazie ragazzi vi ringrazio veramente perchè (non parlo solo di questo thread ma di tanti altri come quello che hai linkato tu armageddon) sto imparando cose che ci avrei messo molto di più ad imparare da solo, e non solo sulla psichedelia ma sulla vita.
Perchè io vedo le sostanze come mezzo e non come fine, anzi come uno dei tanti mezzi, per vivere a pieno la mia vita
 

Shardana

Glandeuse pinéale
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26 Mai 2014
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Credo che nessuno qua dentro veda la sostanze come un fine..
 

zeenone

Neurotransmetteur
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11 Nov 2014
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quando si ha una vera esperienza mistica la si riconosce subito, secondo me
è uno stato di beatitudine causato dall'assenza di concezione del se come corpo, dalla scomparsa totale del proprio ego in favore in una forma universale che abbraccia tutte le cose
alcune droghe possono portare a vedere e sperimentare questo stato, ma non ti insegneranno mai a raggiungerlo definitivamente
sono come una finestra che ti mostra il cielo, il rischio è continuare a sbattere la testa contro il vetro pensando di volare in esso... prima o poi quei colpi di renderanno solo più debole e trovare la forza di aprire quella finestra sarà più difficile
ti accontenterai quindi di continuare a guardare quel cielo dalla finestra, tornando nella tua stanza quando l'effetto sarà finito
se le sostanze vengono usate in modo consapevole e intelligente, invece, possono servire a mostrare l'esistenza di quel cielo infinito (ora sai che esiste, hai varcato il tuo ego e puoi vederlo) e possono essere un valido supporto per raggiungere definitivamente quello spazio sconfinato
 

Stoner Monolith

Neurotransmetteur
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10 Mar 2015
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66
per me non c'è mai uno stesso stato di coscienza nella vita, e ogni cosa che facciamo, ogni piu piccola cosa è un alterazione, ogni azione è un esperienza mistica ma non abbiamo occhi per vederlo.
 

LSyD_

Neurotransmetteur
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28 Avr 2015
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Leggendo ora da "Le Porte della Percezione"

"L'ipotesi è che la funzione del cervello e del
sistema nervoso e degli organi dei sensi sia principalmente
eliminativa e non produttiva. Chiunque è capace in ogni
momento di ricordare tutto ciò che gli è accaduto e di percepire
tutto ciò che accade dovunque nell'universo. La funzione
del cervello e del sistema nervoso è di proteggerci
contro il pericolo di essere sopraffatti e confusi da questa
massa di conoscenza in gran parte inutile e irrilevante
cacciando via la maggior parte di ciò che altrimenti percepiremmo
o ricorderemmo in ogni momento, e lasciando
solo quella piccolissima e particolare selezione che ha probabilità
di essere utile in pratica."

Se ho capito bene secondo questa teoria il cervello è una valvola che filtra la realtà esterna (il Tutto) in un modo, ma non è detto che non si possa vedere la realtà in modo diverso, come dice poi Huxley, ad esempio attraverso pratiche spirituali o sostanze psichedeliche
 

scaramouche

Neurotransmetteur
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1 Mai 2015
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Sono profondamente convinto che le sostanze mettano il cervello in un "habitat" idoneo per sviluppare delle esperienze mistiche, ma che è unicamente il nostro cervello a produrle. Sono solo elucubrazioni? Alterazioni dei sensi alle quali attribuiamo dei significati?
Esistono delle risposte a queste domande? Non lo so.
Quello che é chiaro è che esiste un mondo che solo noi sappiamo esplorare.
 

ProtoZoon

Glandeuse pinéale
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4 Jan 2014
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Chiaramente, per quanto le tradizioni tramandino degli spiriti presenti nelle piante maestre, nessuna sostanza può darti qualcosa portandola da fuori. L'azione di una sostanza non può che essere di limitare alcune potenzialità per scatenarne altre; solo in seguito all'assunzione, recuperate le funzioni bloccate dal viaggio e riosservando le nuove "abilità" scoperte ci si trova ad aver scoperto la radicale novità, come dire, il nuovo filone di metallo nella nostra miniera, le leghe in cui si presenta.
Sull'esperienza mistica c'è da fare dei chiarimenti, nel senso che, se non è un esempio troppo personale, quella che poteva essere per me un'esperienza mistica due anni fa è ormai la mia situazione ordinaria. Se in questo senso poniamo l'esperienza mistica come un'esperienza spiritualmente (e anche psicologicamente, nel migliore dei casi) superiore, ma superiore semplicemente in relazione alla condizione attuale, e fatta brillare in tutta la sua meraviglia dalla novità del metallo sconosciuto o ritenuto leggenda, possiamo considerare una fondamentale identità tra l'esperienza mistica e il proprio "habitat" di cui parlava scaramouche. L'esperienza mistica sarebbe secondo me la sorpresa, la meraviglia, l'emozione indefinibile e totalizzante che ti prende nel momento stesso in cui una combinazione di stimoli interni ed esterni porta la nostra mente (spirito, psiche? Troppo complesso il discorso sui termini :p ) a prendersi uno spazio in più nel suo campo di percezione, spazio in cui può restare o da cui può ritirarsi, ma che fondamentalmente libera dall'oblio. L'esperienza mistica sarebbe una sorta di prima e devastante impressione di un "nuovo livello" dell'esplorazione di sé, una vera e propria scalata verso l'infinito.
Scusate la logorrea e i tecnicismi, mi piace infighettarmi per spiegare queste finezze teoretiche ahah :p
 

~Møgõrøs•

Elfe Mécanique
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20 Juin 2014
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446
ProtoZoon a dit:
Chiaramente, per quanto le tradizioni tramandino degli spiriti presenti nelle piante maestre, nessuna sostanza può darti qualcosa portandola da fuori. L'azione di una sostanza non può che essere di limitare alcune potenzialità per scatenarne altre; solo in seguito all'assunzione, recuperate le funzioni bloccate dal viaggio e riosservando le nuove "abilità" scoperte ci si trova ad aver scoperto la radicale novità, come dire, il nuovo filone di metallo nella nostra miniera, le leghe in cui si presenta.
Sull'esperienza mistica c'è da fare dei chiarimenti, nel senso che, se non è un esempio troppo personale, quella che poteva essere per me un'esperienza mistica due anni fa è ormai la mia situazione ordinaria. Se in questo senso poniamo l'esperienza mistica come un'esperienza spiritualmente (e anche psicologicamente, nel migliore dei casi) superiore, ma superiore semplicemente in relazione alla condizione attuale, e fatta brillare in tutta la sua meraviglia dalla novità del metallo sconosciuto o ritenuto leggenda, possiamo considerare una fondamentale identità tra l'esperienza mistica e il proprio "habitat" di cui parlava scaramouche. L'esperienza mistica sarebbe secondo me la sorpresa, la meraviglia, l'emozione indefinibile e totalizzante che ti prende nel momento stesso in cui una combinazione di stimoli interni ed esterni porta la nostra mente (spirito, psiche? Troppo complesso il discorso sui termini :p ) a prendersi uno spazio in più nel suo campo di percezione, spazio in cui può restare o da cui può ritirarsi, ma che fondamentalmente libera dall'oblio. L'esperienza mistica sarebbe una sorta di prima e devastante impressione di un "nuovo livello" dell'esplorazione di sé, una vera e propria scalata verso l'infinito.
Scusate la logorrea e i tecnicismi, mi piace infighettarmi per spiegare queste finezze teoretiche ahah :p

L'ideale è fare in modo che ogni cosa sia misteriosa anche dopo averla "scoperta"! Per noi occidentali è molto difficile vista la difficoltà che abbiamo ad accettare la nostra scarsità di conoscenze... Siamo abituati a sapere tutto di tutto: tra TV, internet e radio pensiamo di essere informati su ogni cosa.

Spesso sento dire dalle persone: <<eh vabbeh, questo l'avevo già letto...>>, <<si si, l'ho già visto in TV>>, però quando "analizzo" (facendo domande o semplicemente discutendo) effettivamente quella determinata conoscenza, scopro che non solo la persona in questione ne sapeva poco... ma quello che sapeva era talmente superficiale da sfociare spesso in errori di tipo male interpretativo, incomprensioni, dimenticanze...
 

ProtoZoon

Glandeuse pinéale
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4 Jan 2014
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Certo l'esperienza mistica va vissuta e rivissuta per capirla :) una volta capita è completamente illuminata, e a quel punto diviene normalità (e non vuol dire che ne perda, anzi!, come dicevi tu non c'è niente che non sia sacro, con gli occhi liberi dalle menate), ma per farla arrivare ad aver assunto la sua piena forma bisogna continuare ad ammettere a se stessi, e spesso è difficile, "Io questa cosa non la capisco, ma la accetto e la esploro." e giocarci un po', come un chimico sperimenta con i composti e solo provando ad applicare una molecola ne capisce la natura. Tutto quello che per noi esiste, esiste in quanto dentro di noi. Se qualcosa è dentro di noi senza che siamo stati noi a costruirlo, quel qualcosa esiste. Capirlo o non capirlo è una nostra operazione meccanica, non un metro di fedeltà :)
 
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