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Chiocciole e San Pedro

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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20 Fev 2013
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In Peru si conoscono casi di esperienze allucinogene indotte dal consumo, come prodotto culinario, di chiocciole del genere Scutalus. Questi molluschi di terra – chiamati anche “chiocciole di collina”, caracoles de loma – prediligono come dimora e fonte di cibo il cactus allucinogeno del San Pedro (Echinopsis pachanoi ed E. peruvianus), e vi si ammassano a migliaia. Cibandosi del San Pedro la loro carne diventa psicoattiva per l’accumulo di mescalina, che è il principio attivo psicoattivo presente in questi cactus. Ci troviamo quindi di fronte a un caso di fonte secondaria di droga psicoattiva. In alcune regioni del Peru i campesinos sono soliti raccogliere questi piccoli molluschi e, previo spurgo che elimina l’alcaloide dalla carne, li consumano, facendone un brodo, oppure friggendoli in olio. Lo spurgo avviene solitamente mettendo per alcuni giorni i molluschi vivi in mezzo a chicchi di mais bagnati. Nei casi in cui non si proceda a spurgo del mollusco o di abbondanti “scorpacciate”, possono presentarsi gli effetti allucinogeni tipici della mescalina.



Scena di raccolta di chiocciole in vasellame della cultura Moche. V’è raffigurato anche il cactus del San Pedro (sx: da Lavallée, 1970, fig. 51a; dx: da Golte, 1985, fig. 1, p. 365)


Questo dato ha permesso di chiarire un enigma dell’iconografia dell’arte Moche (popolazione pre-incaica della costa del Perù datata al 100 a.C. – 700 d.C.), che riguarda la presenza di chiocciole in scene di carattere religioso e in cui è rappresentato anche il San Pedro. Nei vasi moche vi sono raffigurate scene di raccolta di chiocciole e chiocciole in associazione con dei cactus colonnari spinosi, che molto probabilmente rappresentano l’Echinopsis peruvianus. Già Golte (1985) aveva evidenziato il fatto che queste scene non intendevano esprimere meri comportamenti quotidiani di procacciamento di cibo, bensì si inserivano in un contesto cultuale in cui le chiocciole svolgevano un qualche ruolo simbolico-religioso





Raffigurazioni di chiocciole e cactus in un vaso moche (da Bourget, 1990, fig. 4b, p. 51)


Bourget (1990) ha proposto un’interpretazione alquanto sorprendente: i Moche avevano scoperto le proprietà allucinogene delle chiocciole del San Pedro, facendo rientrare questi molluschi nelle loro pratiche rituali e simbologie religiose, fino al punto di divinizzarli. Questa divinità è rappresentata in diverse pitture vascolari, ma la sua importanza rituale sembra originare da periodi precedenti. Viene raffigurata come una volpe con antenne di chiocciola e portante sulla schiena una conchiglia marina del genere Strombus. A volte la volpe ha attributi serpentini e porta una lingua bifida. Le conchiglie marine della specie Strombus galeatus erano usate dai Moche e da altre popolazioni pre-incaiche come trombette – chiamate pututo – previo l’aver praticato un incavo nella loro parte superiore.


Divinità-strombus raffigurata in vasi moche (da Bourget, 1990, fig. 10 e 11, p. 53)


In un vaso moche appare una scena alquanto esplicita di adorazione o di supplica da parte di un soldato di fronte al dio-Strombus. Questi presenta o offre al dio le sue armi, costituite da una mazza, due frecce e uno scudo. Sulla schiena della divinità, poco sopra la raffigurazione della conchiglia di Strombus, appare un piccolo disegno che parrebbe riproporre, rivolto in basso, lo schema iconografico del cactus colonnare – probabile San Pedro – che cresce sui monti.


Scena di adorazione del dio-Strombus in un vaso della cultura Moche. Notare il piccolo cactus rivolto in basso dipinto sopra la schiena del dio (da Bourget, 1990, fig. 13, p. 54)


Carlos Elera (1994) ha trovato rimanenze di chiocciole del genere Scutalus sia fra residui domestici che in contesti funebri presso la cultura Cupisnique, e ha raccolto importanti informazioni etnografiche circa l’uso tradizionale di questa chiocciola, che persiste oggigiorno fra i contadini di Jequetepeque, Virú e delle circostanti valli costiere del Perù settentrionale (regioni di Trujillo e Chiclayo). Queste chiocciole, raccolte dal San Pedro, vengono consumate come alimento, previo spurgo, e anche con fini specificatamente rituali, nel qual caso vengono consumati senza spurgo. Con ciò Elera ha evidenziato una significativa corrispondenza etnografica dei dati archeologici (rip. in Feldman Gracia, 2006: 31)



Riferimenti bibliografici:

BOURGET STEVE, 1990, Caracoles sagrados en la iconografia Moche, Gaceta Arqueológica Andina, vol. 19(2), pp. 45-58.

ELERA CARLOS, 1994, El complejo cultural Cupisnique: antecedentes y desarrollo de la ideología religiosa, in: L. Millones & Y. Onuki (Eds.), El Mundo Ceremonial Andino, Editorial Horizonte, Lima, pp. 225-252.

FELDMAN GRACIA LEONARDO, 2006, El cactus San Pedro: su función y significado en Chavín de Huántar y la tradición religiosa de los Andes centrales, Tesis Universidad Nacional Mayor de San Marcos, Facultad de Ciencias Sociales, Lima.

GOLTE JÜRGEN, 1985, Los recolectores de caracoles en la cultura Moche (Perú), Indiana, vol. 10, pp. 355-369.

LAVALLÉE DANIÈLE, 1970, Les représentations animales dans la céramique mochica, Mémoirs de l’Institut d’Ethnologie, Musée de l’Homme, Paris.


Voir la pièce jointe 15158


Chiocciole e San Pedro | Giorgio Samorini Network
 

Horror Vacui

Holofractale de l'hypervérité
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21 Fev 2012
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Le chiocciole mescaliniche mi mancavano :-o
Articolo molto interessante!

(Samorini :heart:)
 

Monad

Holofractale de l'hypervérité
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15 Sept 2012
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6 220
Ehehe lo avevo letto in passato!

Piccolo OT, la tomba di Sipan e' uno dei musei piu' belli che abbia mai visto! E chi li conosceva 'sti Moche?
 

Abej^a G.

Holofractale de l'hypervérité
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20 Fev 2013
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e chissà se sono meno amare della bevanda... (io manco le lumache normali ho mai mangiato!)
 
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