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Armillaria Ostoyae (il micelio più grande del mondo)

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Armillaria ostoyae
Classificazione scientifica


Dominio: Eukaryota
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomicetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Marasmiaceae
Genere. Armillaria
Specie: Armillaria ostoyae
Descrizione della specie


Armillaria ostoyae è un fungo molto comune appartenente alla famiglia delle Marasmiaceae.


La particolarità di questa specie è il fatto che uno dei suoi esemplari sia l’essere vivente più grande al mondo. Inoltre è uno dei funghi più comuni.


I suoi miceli attaccano le radici degli alberi vicini e sono in grado di coprire grandi distanze tra sotto il terreno, tra gli alberi.


In gran parte del Nord America questo fungo viene isolato dalle altre specie grazie alle sue caratteristiche. Il colore marrone e le forme caratteristiche che compaiono sul cappello e altre peculiarità lo distinguono da tutte le altre Armillaria.


La specie è formalmente conosciuta con il nome di Armillaria ostoyae Romagn., finché una pubblicazione del 2008 rivelò che la specie era stata descritta con il nome di Armillaria solidipes da Charles Horton Peck nel 1900, molto prima l’aveva descritta Henri Romagnesi, nel 1970.


Ciclo vitale: Come la maggior parte dei funghi parassiti, anche la armillaria ostoyae si riproduce sessualmente. I funghi iniziano la loro vita sotto forma di spore rilasciate nell’aria dagli esemplari maturi. Nel caso di questa specie le spore sono di colore bianco. A questo punto, le spore possono essere disperse nell’ambiente da fattori naturali (per esempi il vento) oppure possono essere ridepositate da un animale.


Una volta che le spore si trovano in stato di riposo, ognuna di esse può venire a contatto con un’altra di sesso opposto e della stessa specie. Se le spore non appartengono alla stessa specie, rimangono separate. Quando, invece, due spore della stessa specie e di sesso opposto, danno subito vita ad una colonia che assume colore marrone scuro e forma piatta.


Il corpo fruttifero continua a crescere e ottenere sostane nutritive: si forma un nuovo esemplare di fungo maturo che a sua volta rilascerà delle spore completando, così, il ciclo vitale.


Cappello: Prima emisferico, poi convesso; ornato da squame bruno-olivastre che diventano più scure col tempo; margine involuto spesso rivestito da residui cotonosi di velo.


Lamelle: Di color bianco-crema, adnate ma spesso decorrenti per un piccolo tratto, a volte con qualche tonalità bruna.


Gambo: Cilindrico, pieno all’inizio ma poi diventa cavo; bianco-sporco sopra l’anello, sotto tende al marrone ed è fibroso.


Anello: Color bianco, fioccoso.


Carne: Biancastra, fibrosa; più coracea nel gambo, come per A. mellea. Odore gradevole. Sapore dolciastro ed amarognolo, a volte un po’ sgradevole, resinoso.


Microscopia: Spore bianche in massa, 8-9 x 5-6 µm.


Habitat: Cresce in autunno, spesso cespitoso, su ceppaie o radici marcesecenti in boschi di conifere (predilige l’Abete rosso).


Note: Ottima, con cautela, con le stesse caratteristiche di A. mellea.


Tossico da crudo, si raccomanda di cuocerlo bene e di non consumare esemplari che sono stati sottoposti ad un processo di congelamento anche parziale, in quanto potrebbero risultare indigesti (in A. mellea sembra che dopo un processo di congelamento le “emolisine” vengano fissate nella struttura fungina e queste non vengono smaltite completamente neppure dopo cottura).


Curiosità: La particolarità di questa specie è che uno dei sui esemplari, attualmente vivente nella Malheur National Forest dell’Oregon, è l’essere vivente più grande del mondo. Esso copre approssimativamente 890 ettari (equivalenti a 8.900.000 metri quadrati oppure 1.665 campi di calcio). Inoltre la sua età è stimata tra i 2000 e gli 8000 anni,verosimilmente 2400 anni.


Questo esemplare è situato, per la maggior parte, sotto terra; sotto forma di un gigantesco intreccio di miceli (una specie di radici) di colore bianco e coperti di tentacoli. Questi si estendono nel suolo e gli alberi circostanti muoiono per mancanza di sostanze vitali.


In alcune zone i miceli sbucano dal terreno ed appaiono come degli esemplari isolati. Proprio questa caratteristica ha spinto, per molti anni, a sottovalutare questo esemplare che non veniva considerato come un unico organismo. Solo recentemente alcuni ricercatori hanno confermato che si tratta di un unico essere vivente (il più grande esistente) totalmente collegato nel suolo.


Esperti ritengono che questo “gigantismo”, possa essere dovuto al particolare clima secco dell’Oregon, clima che non faciliterebbe la propagazione del micelio per via sporigena. Ciò ha fatto adattare la specie, che non riesce a riprodursi con facilità per via del clima, verso un fenomeno di gigantismo anche per la mancanza di concorrenti interspecie.


Il secondo fungo più grande al mondo, con circa 1.000 anni di età, è stato scoperto in Svizzera nel Cantone dei Grigioni; anche in questo caso si tratta di un Armillaria ostoyae.
 
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